Eurovision 2021, meno di 50 contagi Covid tra il pubblico della Ahoy Arena di Rotterdam
Non solo dati riguardanti gli ascolti dei brani in gara e il successo televisivo dell’evento. E’ tempo di bilanci COVID per gli organizzatori dell’Eurovision 2021 che quest’anno, oltre alla sfida di pianificare l’evento musicale più seguito al mondo, hanno dovuto affrontare la costante minaccia della pandemia da COVID-19, che ha fortemente condizionato le modalità di svolgimento del concorso europeo.
Sì, perché l’Eurovision 2021 – alla fine – si è svolto in sicurezza, ma con misure rigorosissime, che sono arrivate anche a toccare i partecipanti stessi, come le quarantene precauzionali momentanee di Malta, Polonia e Romania, la impossibilità della rappresentante australiana di trovarsi a Rotterdam, fino ad arrivare alla esclusione dell’Islanda per positività certe tra i membri della delegazione e il gruppo Daði og Gagnamagnið e il contagio del vincitore Duncan Laurence.
Misure che però hanno prevenuto moltissimi contagi, grazie alla politica di test a tappeto per volontari, stampa, delegazioni internazionali e addetti ai lavori, che è stata messa in piedi dal Governo dei Paesi Bassi insieme alle autorità sanitarie locali e alla società Fieldlab Events.
Società che, in una nota stampa, ha confermato come dei quasi 30.000 spettatori che hanno preso parte dal vivo ai 9 show dell’Eurovision 2021 (prove generali comprese) sugli spalti della Ahoy Arena di Rotterdam, solamente 48 persone sono risultate positive al Sars-Cov-2 in seguito alla partecipazione all’evento, con contagio riconducibile al periodo della propria presenza tra il pubblico all’Eurovision 2021.
Numeri estremamente limitati in quanto l’accesso per il pubblico alla Ahoy Arena di Rotterdam era vincolato alla presentazione di un certificato di negatività al COVID-19 mediante esecuzione di un tampone non più di 24 ore prima dell’inizio dello show.
Eurovision 2021, solo 5 contagi Covid per show
Si tratta di un tasso dell’1.6 per mille (0.16%), con una media di 5-6 contagi per show tra il pubblico in arena. Un numero decisamente inferiore (circa un terzo) rispetto alla prevalenza del COVID-19 nella popolazione generale dei Paesi Bassi nello stesso periodo, pari al 4.9 per mille. Un chiaro segno che le misure messe a punto hanno contribuito allo svolgimento di un evento in sicurezza che non ha generato focolai e non ha impattato sui numeri legati al COVID nei Paesi Bassi.
Tali numeri risultano di fondamentale importanza per valutare l’efficacia ormai comprovata dei protocolli di sicurezza che hanno permesso di organizzare un evento con oltre 3000 persone presenti dal vivo in arena, senza misure stringenti di distanziamento sociale (se non l’accesso scaglionato ai locali) e senza l’uso di mascherine o altri dispositivi di protezione quando fermi al proprio posto assegnato.
Numeri peraltro molto contenuti, se si considera che a maggio 2021 la campagna vaccinale rivolta alla totalità della popolazione era iniziata in Europa solo da poco tempo. L’estensione della diffusione dei vaccini, efficaci non solo nel prevenire la malattia grave ma – in una certa misura – anche i contagi, potranno sicuramente aiutare la gestione di grandi eventi futuri come l’Eurovision 2022, che sarà l’Italia a organizzare in seguito alla vittoria dei Måneskin proprio a Rotterdam.
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