Sanremo 2022: cosa accadde all’Eurovision 2014 con Emma Marrone

Questa storia molti la ricordano bene: è stata scritta appena sette anni fa e, per certa misura, si è rivelata un vero e proprio spartiacque nella storia recente dell’Italia all’Eurovision. Quasi come fosse esistito un prima e un dopo, dal 2011 in avanti.

Il nome, è noto, è quello di Emma Marrone, artisticamente nota solo come Emma, che per la terza volta gareggerà a Sanremo nel 2022 e che, nel 2014, fu scelta internamente dalla Rai.

Una circostanza concretizzatasi un’unica volta in questa seconda vita eurovisiva italiana e mai più anche solo sfiorata.

Emma | Credits: EBU

C’è però un flashback da riportare. Ed è datato 2012, anno in cui a Sanremo vigeva ancora la scelta legata a una commissione che avrebbe dovuto selezionare il rappresentante dell’Italia in Europa tra i vari partecipanti al Festival, al di là della classifica finale.

La scelta di Emma Marrone la caldeggiano un po’ tutti, considerando anche il potenziale che già allora, in soli tre anni di carriera, può vantare presso il pubblico italiano, specialmente quello più giovane.

Tuttavia è la stessa cantante pugliese a rifiutare la partecipazione. Lì per lì il diniego si ipotizza sia legato agli impegni televisivi che da lì a poco avrebbero visto Emma Marrone coinvolta, ovvero il girone Big del serale dell’undicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, il talent che l’ha lanciata.

L’artista però svelerà la sua verità due anni più tardi agli ungheresi di Value, citando suoi effettivi problemi di salute precedenti il Festival, poi vinto con “Non è l’inferno“.

Un tema, questo, che non l’ha mai abbandonata durante la carriera e che l’ha spinta in numerosissime occasioni a parlare del suo andirivieni dagli ospedali, continuato fino a tempi abbastanza recenti.

Il rapporto Emma-Eurovision, però, non termina qui. Anzi, riparte quando a fine 2013 spuntano alcuni indizi lasciati prima dalla cantante e poi da Brando, il produttore del tempo, con obiettivo Copenaghen, la capitale danese dove si terrà l’Eurovision 2014.

Il 21 gennaio 2014 è la stessa Emma Marrone a confermare la partecipazione. Un passaggio, quello eurovisivo, che viene annunciato in maniera a metà tra il volontario e l’involontario a Edicola Fiore, il programma che al tempo Fiorello teneva su Radio2.

Lo showman siciliano aveva dimostrato di conoscere le voci di corridoio che davano Emma potenziale rappresentante tricolore, quarta dal ritorno dopo Raphael Gualazzi (2° posto), Nina Zilli (9° posto) e quel Marco Mengoni (7° posto) che aveva fruttato mezzo milione in più per gli ascolti di Rai2, portandoli vicini ai due milioni.

Pochi giorni dopo, viene confermata anche la canzone: è “La mia città“. Si tratta di un’aggiunta al già popolare album primo in classifica “Schiena”, che ad oggi è triplo disco di platino, e che per la ristampa contenente questa canzone diventa “Schiena vs Schiena”.

Essendo uscita il 12 novembre 2013, questa di fatto era l’unica canzone edita della discografia dell’artista eleggibile per il proscenio della B&W Hallerne.

Video ufficiale della canzone a parte, il primo vero passo di rilievo effettuato dall’artista verso la parte di qua del ponte di Øresund è datato 10 marzo 2014.

Nella finale nazionale tedesca, Unser Song für Dänemark, mentre tra l’immensa popolarità teutonica di Unheilig e Santiano emergono le wild card Elaiza, ospite è proprio lei, Emma Marrone, che propone “La mia città” alla Lanxess Arena di Colonia, già Kölnarena, per l’occasione (date le esigenze televisive dell’ARD) ben più che dimezzata in capienza.

Quell’esibizione, seguitissima in Italia tanto da creare un interesse di un certo livello su Twitter, provoca in realtà i primi timori da parte di chi osservava.

La canzone non si rivelò facile da cantare e l’artista si dimostra piuttosto in difficoltà nella performance dal vivo. Nonostante tutto, però, una soddisfazione arriva: l’ingresso, per un breve periodo, nella top ten delle scommesse.

Durante le prove si viene a conoscenza delle idee create da Nicolò “Nick” Cerioni e Leandro Manuel Emede, il duo creativo alla base del video ufficiale de “La mia città”.

Il look, di Stefano De Lellis, è da autentica imperatrice romana, con la scenografia fino a quel momento più elaborata per un’esibizione italiana in gara all’Eurovision. Con Emma Marrone, sul palco, quattro figuranti ingaggiati come finti musicisti (com’è noto, nel concorso si canta su basi musicali preregistrate), tutti danesi.

Uno di loro, Johannes Nymar, due anni dopo sarà in gara all’Eurovision con i Lighthouse X (i quali, con “Soldiers of love“, non lasceranno esattamente il segno, uscendo in semifinale).

Sul palco c’è, ma (quasi) non si vede, anche Arianna Mereu, corista che con l’artista nata a Firenze (ma, come detto, orgogliosamente pugliese) vanta un lungo rapporto al di là del professionale, partito dalla stessa edizione di Amici che le ha viste in gara, la nona, a cavallo tra 2009 e 2010.

Per la seconda volta dal ritorno, in sostanza, l’Italia “esaurisce” i sei elementi a disposizione sul palco eurovisivo (regola che aveva costretto a rimanere fuori uno dei membri della band di Gualazzi nel 2011).

E c’è anche un piccolissimo utilizzo, iniziale e difficilmente percettibile, dei fuochi pirotecnici. I Måneskin, nel 2021, ne faranno uso esteso alla fine di “Zitti e buoni“, ma il primissimo accenno italiano, in tal senso, figura nel 2014.

Le prove a Copenaghen mostrano un’artista piena di voglia, di carica, benché in Italia ci sia chi fa a gara per concentrarsi su qualsivoglia lato negativo della spedizione.

Dalla precaria pronuncia in inglese della cantante (preferita all’uso di un traduttore durante le interviste) alla capziosa scelta di immagini scattate durante le esibizioni, che la vedono indossare dei pantaloncini dorati sotto l’abito bianco.

Della curiosità attorno a lei c’è, Emma si integra anche piuttosto bene, tant’è che esistono video in cui si diverte a “raggiungere” per scherzo l’ambito microfono di cristallo, dietro le quinte del contest.

A Copenaghen viene anche organizzato un evento, uno dei numerosi che si tengono normalmente nelle febbrili due settimane eurovisive, con la Marrone protagonista al VEGA, club della città scelto per ospitare l’Euroclub, la discoteca eurovisiva temporanea.

La realtà sul palco, però, diventa un’altra. Inserita come sedicesima in ordine di uscita, la rappresentante italiana non riesce a far presa sulle giurie nella serata a loro dedicata, quella del venerdì.

Al sabato in diretta non va meglio, e verso la conclusione si registra anche un momento un po’ confuso, nonostante l’energia portata in scena da Emma, che mentre gattona sul palco monopolizza le discussioni sui social nel nostro paese.

Per la verità, a inizio voting la tendenza non sembra neanche negativa, la Marrone pare viaggiare verso la zona attorno al decimo posto, soprattutto dopo l’assegnazione dei 12 punti ricevuti da Malta, che portano l’Italia all’ottavo posto.

Successivamente, però, a quei 28 punti in 11 giri di votazione se ne aggiungono solo 5 in altri 26 (anzi, 25, dato che l’Italia non può autovotarsi). E dire che, con la classifica piuttosto corta dalla decima posizione in poi, non sarebbe bastato poi tanto in più per salire nella metà sinistra.

Invece si chiude al 21° posto con 33 punti: mai il nostro Paese era finito tanto in basso a livello numerico (Domenico Modugno, ultimo nel 1966 a zero punti, partecipava con meno nazioni al via).

Succede a quel punto letteralmente di tutto, un po’ per il risultato negativo, un po’ perché la vittoria di Conchita Wurst fa parlare all’inverosimile.

A caldo sulla stampa italiana Emma non la prende troppo bene, salvo poi ricomporsi in tempi abbastanza brevi, mentre, comprensibilmente, dal fan club che l’ha sempre seguita con passione la delusione che traspare è chiara e forte.

Complice il divorzio professionale tra la Marrone e il produttore Brando, l’emanazione estera di “Schiena”, con relativa promozione, viene fermata in maniera repentina, e di quel progetto non se ne sa poi più nulla.

Inizia a girare anche una voce secondo la quale la furia dell’artista si sarebbe mostrata tutta nel camerino dopo la finale, ipotesi prontamente smentita da uno dei quattro figuranti sul palco che si precipita a difendere Emma Marrone sui social.

La cantante pugliese esorcizzerà poi il flop inserendo nel suo merchandising ufficiale delle canotte con il numero 21 stampato fronte-retro (e indossato in alcuni concerti).

Sta di fatto che questa partecipazione, nei fatti, vede l’esibizione italiana fino ad allora più seguita su Rai2 (appena più di 2 milioni e mezzo nel momento dell’esibizione), ma, paradossalmente, anche una discesa, sebbene minima, degli ascolti nel complesso.

Ma c’è anche un altro lato: dell’Eurovision, prima con Marco Mengoni e poi con Emma Marrone, si è tornati a parlare e non poco.

Un ulteriore passo viene dalla stessa Rai, che inserisce pochi mesi dopo la partecipazione all’Eurovision nel regolamento del Festival di Sanremo, dando la priorità al vincitore.

In breve, ad oggi la partecipazione di Emma è la sesta ed ultima scelta interna della nostra tv di Stato: prima di lei era capitato con Mia Martini (1977, perché nel 1992 giunse via Ariston e rinuncia di Luca Barbarossa), Ricchi e Poveri (1978), Matia Bazar (1979), Alan Sorrenti (1980) e Peppino Di Capri (1991).

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