Eurovision 2022, i volontari: un modo diverso per vivere l’evento da fan

Sta montando in queste ore una polemica incredibile relativamente al bando per la ricerca di volontari per l’Eurovision Song Contest 2022. Sotto la pagina facebook del Comune di Torino sono comparsi messaggi di protesta in relazione al fatto che questi ragazzi vengono reclutati per una collaborazione che svolgono appunto volontariamente, senza retribuzione.

Eurovision Volunteers

@EBU Thomas Hanses

Non è una vicenda nuova: anche nel 2019, nel corso dei preparativi per l’Eurovision di Rotterdam poi cancellato per la pandemia la vicenda fu portata addirittura nel parlamento olandese chiedendo che a questi ragazzi fosse riconosciuto in qualche modo un compenso per la loro attività.

Va detto che pur con la condividendo il principio di base  sul quale si basa la protesta, quello del reclutamento dei volontari è un fatto che all’Eurovision è ormai presente da anni e che non deve assolutamente essere concepito né come uno stage, né come una attività lavorativa, bensì come un modo per essere “dentro” l’evento.

Sentirsi parte dell’evento

In massima parte, infatti, coloro che aderiscono volontariamente (è bene ribadirlo: nessuno offre niente a nessuno gratis, c’è una proposta alla quale si può aderire o meno) sono fan dell’evento che scelgono di viverlo in maniera partecipata. Giovani e giovanissimi, cresciuti con l’Eurovision, che quando hanno l’occasione di averlo nel proprio Paese, amano sentirsi parte dell’evento, offrendo il proprio contributo.

È un modo, insomma, per sentirsi “parte” dell’evento, invece che viverlo semplicemente da spettatori in arena. Non è un concetto facile da far passare in Italia dove la cultura eurovisiva manca per via dell’assenza prolungata e dove i giovani non sono cresciuti col mito dell’Eurovision come invece in gran parte d’Europa.

Un Erasmus collettivo e concentrato

L’Italia, che non ha vissuto l’evoluzione dell’Eurovision, manca di tutta questa generazione di ragazzi europei per i quali la rassegna è il momento clou dell’anno. Partecipare alla rassegna come volontari, per questi ragazzi non è lavorare, ma vivere una sorta di “Erasmus collettivo concentrato”, un grande scambio culturale con persone da tutto il mondo e sviluppare quella mentalità europea fondamentale nella società moderna

Un momento di crescita culturale ed umana con in più il valore aggiunto che questo avviene nell’ambito della manifestazione preferita da tutti loro. Concetti non semplici, lo ripetiamo, in un’Italia che ormai si è affezionata alla manifestazione ma che non la sente ancora pienamente parte di sé come invece accade per i giovani del resto del Continente. L’Eurovision 2022 a Torino è una occasione per abbattere anche questo ultimo steccato.

Nei video che vedete è possibile farsi una idea di cosa vuol dire per i giovani europei fare il volontario all’Eurovision per i giovani dei Paesi che hanno ospitato la rassegna.

Addirittura, c’è chi è arrivato persino dalla Cina, per vivere l’evento da volontario. Naturalmente, non mancano i momenti da veri eurofan: nel 2015 per esempio, i volontari si cimentarono, davanti ad un pubblico in teatro, in un divertente medley delle canzoni eurovisive.

“Unite Unite Europe”

Insomma, parafrasando uno storico ritornello tanto caro agli eurofan italiani, potremmo riassumere il ruolo del volontario con la frase “Unite Unite Europe”: fare un tuffo nell’Europa, conoscere da vicino chi l’evento lo realizza ma anche chi viene solo a vederlo. Ed a coloro che vengono assegnati alle delegazioni può anche capitare di stare a contatto diretto con gli artisti.

Per tutti, ma ancora di più per  i giovani italiani che non conoscono  ancora bene i meccanismi dell’evento può anche persino essere un modo per capire perché l’Eurovision è così amato in tutta Europa.

Coloro che scelgono di fare questa esperienza sanno benissimo che non ne usciranno arricchiti dal punto di vista economico, e che invece verranno ripagati con un’altra moneta, altrettanto importante per il loro futuro: quella dell’arricchimento culturale. Le oltre 2700 richieste arrivate a seguito del bando, in questo senso, sono la migliore risposta alle polemiche gratuite di queste ore.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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