Polina Gagarina e gli altri: i russi ex Eurovision pro-Putin (e quelli contro)

Lo show al Lužniki Stadium di Mosca del presidente russo Vladimir Putin per “celebrare” (virgolette non casuali) gli otto anni dall’annessione unilaterale della Crimea da parte della Russia è stato una vera e propria “chiamata alle armi”, che il presidente russo ha “giustificato” con un fantomatico “genocidio” nel Donbass.
Al discorso del presidente (tagliato in tv, ufficialmente per un problema tecnico, ma che qualcuno attribuisce ad un attacco hacker) è stato affiancato uno show con alcuni artisti russi apertamente schierati in sostegno del leader russo.
Fra loro spiccava Polina Gagarina, seconda classificata all’Eurovision Song Contest 2015 tenutosi a Vienna, con il brano “A million voices”.
Non è una sorpresa, perché già in occasione delle ultime presidenziali del 2018 prese parte ad un video promozionale proprio a sostegno di Putin, intitolato “Guiding star”.
Ma la presenza dell’artista, con tanto di “Z” sul petto (come si può vedere dall’immagine di copertina) a simboleggiare le truppe russe, conferisce un sapore di recita teatrale alla sua partecipazione a Vienna, che invece risultò nell’immediato emozionale e genuina come mai erano state le entries russe.
Una canzone che parlava di pace e fratellanza fra popoli che lei accompagnò in conferenza stampa anche con un’altra frase significativa:
La mia canzone parla di amore e tutti parlano una lingua, il linguaggio dell’amore. Non importa chi sei, siamo umani. Siamo in grado di costruire ponti insieme.
Al concerto era presente anche la bielorussa Natalya Podolskaya, in gara per la Russia nel 2005 con “Nobody no hurts one”. A sostegno di Putin si è schierato in passato anche Dima Bilan, tre volte “miglior cantante di tutte le Russie” e vincitore dell’edizione 2008 dell’Eurovision con “Believe”.
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Anche lui prese parte al video in sostegno di Putin, che del resto si era fortemente speso perché vincesse la selezione nazionale a tal punto che – scrivevano i media russi del tempo – “le linee telefoniche abbinate ai numeri dei suoi avversari avevano tutte fatto riscontrare alcuni problemi”.
Sul profilo Instagram dell’artista, si legge un messaggio abbinato ad una foto che lo ritrae proprio nel momento della vittoria eurovisiva e che fa un chiaro riferimento all’idea di stato del leader russo:
Io vivo e sono nato in Unione Sovietica-Russia. La adoro. La sua terra, la sua gente, l’aria, la natura, la sua multinazionalità. Abbiamo un Paese e uno stato fantastici, apprezzalo.
Parole che gli sono costate carissime perché il suo numero di telefono è finito in rete ed è stato letteralmente sommerso da SMS di protesta. Bilan non era sul palco a Mosca ma c’era l’ex campione olimpico di pattinaggio Evgenij Plushenko, che lo aveva accompagnato all’Eurovision.
Yulia Volkova delle t.A.T.u (Eurovision 2003) si è candidata alle elezioni proprio col partito di Putin mente l’altro pezzo del duo, Lena Katina ha condannato apertamente l’invasione con una colomba su sfondo nero sul suo profilo Instagram.
All’evento dello stadio di Mosca dovrebbe essere stata presente anche Sofia Feskova, in gara allo Junior Eurovision 2020 per la Russia. Ne parla lei stessa sul suo profilo dove dice di aver partecipato ad un concerto per la riunificazione della Crimea con la Russia. Per dare un’idea: stiamo parlando di una ragazzina di 12 anni.
Il silenzio sulla guerra
Quanto a Filip Kirkorov, in gara nel 1995 prima di diventare il maggior talent scout di Russia e produttore di molti rappresentanti russi all’Eurovision, è rimasto in silenzio.
Ma le sue posizioni sono ben note: ha infatti sostenuto l’annessione russa della Crimea e per questo motivo diversi Paesi europei hanno elevato nei suoi confronti un divieto di ingresso.
Nessuna reazione nemmeno da Alsou, partecipante nel 2000 con “Solo” e co-conduttrice dell’edizione di Mosca 2009: di lei si sa però che è figlia di un magnate del petrolio molto vicino a Putin ed è sposata con l’oligarca Yan Abramov. Lei stessa fu eletta in parlamento nel 2007 con Russia Unita, il partito di Putin.
Recentemente, nel 2019, era tornata alle cronache perché la figlia Mikella Abramova ha vinto The Voice Kids (in onda su Channel One) anche grazie ad un televoto che – come accertato – fu viziato da un’elevatissima percentuale di flussi sospetti.
Gli eurovisivi russi contro Putin
Ma non tutti i rappresentanti eurovisivi della Russia sono schierati a favore di Putin. Manizha e Little Big sono stati fra i primi ad esprimere dissenso insieme a Sergey Lazarev.
Yulia Samoylova nel 2014 si schierò a favore dell’annessione russa della Crimea e pagò questa posizione con l’impossibilità di esibirsi sul palco dell’Eurovision 2017 a Kiev, ma ora è schierata contro la guerra, come anche Peter Nalitch (2010) ed Elena Temnikova delle Serebro (2007).
Ma il nome che fa sicuramente più scalpore è quello di Alla Pugacheva, la più famosa cantante sovietica dell’era moderna, in gara per la Russia nel 1997 e sposata con il comico Maxim Galkin (visto a Ciao 2021): quest’ultimo si è espresso chiaramente contro l’invasione russa e secondo i media russi indipendenti, anche la celebre artista sarebbe in dissenso con Putin.
La coppia si trova attualmente in Israele, ufficialmente “in vacanza”, ma secondo quanto viene riportato, la loro sarebbe in realtà una fuga, per evitare la repressione del dissenso.
In Israele “per un periodo di vacanza” si troverebbe anche Ivan Urgant, uno dei conduttori dell’Eurovision 2009 tenutosi a Mosca, noto in Italia come Giovanni Urganti di Ciao 2020 e Ciao 2021: l’attore è stato fra i primi ad esprimere dissenso contro l’invasione e per questo il suo popolare programma è stato immediatamente sospeso.
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