Kalush Orchestra: “Il nostro sogno? Portare l’Eurovision in una Kiev pacificata”
Il quotidiano Avvenire dedica una intera pagina all’Eurovision 2022 e lo fa parlando dell’Ucraina, ma anche delle tante situazioni geopolitiche del concorso.
Protagonisti dell’articolo principale sono i Kalush Orchestra, che sul palco del Pala Olimpico di Torino canteranno “Stefanìa” ed in particolare Oleg Psyukh, a cui è stata riservata una intervista.
Il rapper e leader della band racconta le sue sensazioni alla vigilia del concorso, con la canzone, ormai divenuta un inno di pace in patria.
In molti, anche fra i bookmakers, li danno per favoriti. Lui dice:
Per noi la vittoria significherebbe un grande apprezzamento della musica ucraina, della sua unicità e bellezza. Per noi è molto importante che l’intera Europa stia aiutando e sostenendo. In questi tempi abbiamo sentito il sostegno di una grande famiglia europea. Tutti noi vorremmo molto che l’Eurovision 2023 si tenesse in una Ucraina pacifica, a Kiev.
Una canzone, quella dei Kalush Orchestra, che come gli eurofan sanno, nasce molto prima del conflitto ed è dedicata alla madre del cantante, originaria della città di Kalush:
Non le ho mai dedicato una canzone, ma è qualcosa che volevo fare da molto tempo. Mia madre vive a Kalush, la nostra città natale nella parte occidentale dell’Ucraina (…)
C’è uno strumento etnico antico ucraino, il ‘telynka’, flauto solista nella canzone. Dopo che i russi hanno invaso, molte persone hanno iniziato a cercarvi un significato aggiuntivo. Ad esempio, quelli che sono tristi di non poter vedere la loro madre in questo momento. Ecco perché la canzone è ora nei cuori e nelle orecchie degli ucraini.
Ora mia madre in un certo senso rappresenta tutte le mamme ucraine ora ha paura per i suoi figli e prega per loro che Dio li salvi dal flagello della guerra.
Come nello spirito del concorso, tutta la performance sarà marcata da un forte nation branding, nel quale l’Ucraina sarà ben riconoscibile. Spiega Psyukh:
Oltre alle influenze sonore del nostro Paese d’origine, mostriamo la nostra origine anche attraverso gli abiti, indossando i tradizionali giubbotti ‘hutsul keepar’, un cappello rosa a secchiello in tipico stile ucraino o travestiti da ‘Hutsul molfars’ (sciamani e guaritori tra il popolo Hutsul dell’Ucraina occidentale).
L’abito di ogni membro della band include elementi di colore nero e rosso. Il rosso, da un lato, è un simbolo di amore e, dall’altro, è un simbolo di sofferenza. Il nero è un simbolo dell’oscurità e della fertilità della terra.
A complicare tutto c’è ovviamente la guerra, che i Kalush stanno vivendo in prima persona:
Un membro del team dei Kalush Orchestra – MC KylymMen – si è unito alle forze di difesa territoriale e protegge Kiev. Io ho fondato un’organizzazione di volontari per aiutare le persone a trovare riparo, trasferirsi, trovare medicine. Anche un altro dei nostri musicisti, Igor Didenchuk, si occupa di volontariato. Ha aiutato a tessere reti per i militari. (…)
Nell’ultimo anno abbiamo tenuto concerti in tutta l’Ucraina. Ricordo molti occhi di giovani in piedi davanti al palco ed è spaventoso immaginare che molti di loro si siano chiusi per sempre. È spaventoso quando la tua ragazza aiuta a rafforzare le posizioni durante i bombardamenti e non sai se sentirai di nuovo la sua voce.
È spaventoso non vedere un sorriso sui volti dei ragazzi della nostra band, perché ognuno è in una zona diversa e tutto può accadere. È spaventoso aprire messaggi e leggere che il tuo amico è morto difendendo Kherson.
Il secondo articolo nella pagina ripercorre invece la vicenda di Alina Pash ed il contrasto con la Russia, oltre a riassumere le posizioni degli altri artisti che hanno rappresentato la Russia all’Eurovision sulla guerra mossa da Putin.
L’Eurovision Song Contest 2022
Kalush Orchestra si esibiranno per sesti – dunque nella prima metà – nella prima semifinale, quella nella quale l’Italia avrà diritto di voto, martedì 10 maggio.
L’Eurovision Song Contest 2022 sarà trasmesso in diretta dal Pala Olimpico di Torino, con al timone Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika.
Al commento per la Rai, in tutte e tre le serate, trasmesse su Rai 1, ci saranno Gabriele Corsi, Cristiano Malgioglio e Carolina Di Domenico.
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Sono completamente contrario a una vittoria dell’Ucraina per motivi politici: non è che perché non si sa che pesci prendere per far finire questa assurda guerra, diamo loro il contentino di fargli vincere l’Eurovision. Prima finisca la guerra e poi, se nel 2023 porteranno una bella canzone e se sarà votata, meritatamente ospiteranno l’Esc a Kyiv nel 2024. Ma non l’anno prossimo, che non si sa nemmeno a che punto starà la guerra e il risultato sarà farlo ospitare da Regno Unito o Germania. Un po’ di realismo a volte non guasta.
Vincerà chi vincerà… parlare di vincita dell’Ucraina oggi è un po’ prematuro (fin troppo). Sarà il pubblico a casa a decidere e le giurie nazionali, nulla è scontato, anzi. Se poi dovessero realmente vincere, allora verrà valutato il come, dove e quando.