Eurovision 2022: l’intervista alle Systur (Islanda): “Anche in tempi difficili c’è speranza. E l’Italia ci ha accolto in modo incredibile”

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Credits: EBU / Nathan Reinds

Mentre proseguono le prove al Pala Olimpico di Torino, abbiamo avuto il piacere di intervistare le Systur, in gara per l’Islanda all’Eurovision Song Contest 2022 con il brano “Með hækkandi sól” (“Con il sole che sorge”).

Quello che segue è il resoconto della nostra chiacchierata con Sigríður (Sigga), Elísabet (Beta), Elín e Eythor Eyþórsdóttir, artisti e persone dall’animo gentile che portano a Torino un messaggio molto forte.

Ciao Systur e grazie per averci concesso questa intervista! Quali sono le vostre emozioni ora che l’Eurovision è diventato realtà e siete a Torino?

Beta: Siamo veramente emozionate. È così strano che siamo finalmente qui, l’abbiamo aspettato per tanto tempo e tutto sta andando per il meglio. Tutti sono molto gentili, bellissimo paese e bellissime persone.

Elín: Poi la lingua, una lingua bella e musicale.

Eythor: E poi il cibo!

Beta: Certamente!

Sigga: Spero che i vestiti mi staranno ancora quando partiremo. (ridono)

Quindi è il cibo la cosa che vi piace di più dell’Italia?

Sigga: Per me sono le persone.

Beta: Anche gli edifici  e il sole.

Sigga: C’è tanta bellezza qui.

Eythor: Anche il caffè! Ha la (parlando in italiano) “temperatura perfetta”

Sigga: Credo non ci sia niente che non mi sia piaciuto qui in Italia.

Com’è andata la prima prova al Pala Olimpico? C’è qualcosa che volete cambiare, anche di poco?

Sigga: Soltanto dei minimi dettagli.

Elín: In generale siamo molto soddisfatte. La prima prova ha superato le nostre aspettative, siamo molto felici. Ora stiamo solo limando gli ultimi dettagli. I producer ci stanno lavorando con la straordinaria crew presente.

Sigga: Tutti si stanno prendendo cura di noi. Calmi, cordiali, gentili. Lo staff è ottimo. Questo è molto importante per noi, se percepisci la gentilezza dello staff ti senti molto più rilassata. Tutti vogliono facilitarti il lavoro e questo è molto importante. È quello che l’Italia ci ha dato finora, in maniera incredibile.

Adesso come state passando le giornate tra prove ed interviste? Ho visto sul vostro profilo Instagram che vi tenete in forma e siete anche andate dal dentista!

Elín: Lavorando, ci teniamo occupate.

Beta: In realtà lo abbiamo fatto in Islanda (la visita dal dentista n.d.a.)!

Sigga: Per noi è una novità tutto questo apparire. È un mondo molto glamour, non che siamo vagabonde ma ci piace mostrare che siamo persone reali e che facciamo le stesse cose di tutti.

Beta: Sì, siamo andate dal dentista in Islanda ma abbiamo pensato fosse carino dirlo a tutti. (ridono)

Invece, facendo un passo indietro temporale: siete qui a Torino perché avete vinto il Söngvakeppnin in marzo. Avevate provato in passato a prendervi parte o stavate aspettando di avere la canzone giusta, come “Með hækkandi sól”?

Elín: Hai colto il punto. È esattamente così, aspettavamo di avere la canzone giusta. E questo brano, ha il messaggio giusto, di diffondere amore e speranza. Sì, aspettavamo questa canzone.

E quando siete entrate nella competizione eravate consapevoli di poter vincere con quella canzone o era vostra intenzione?

Sigga: Volevamo soltanto dare il massimo e divertirci.

Beta: Divertirsi e stare insieme, incontrare tante persone.

Sigga: Abbiamo incontrato tante belle persone e fatto tante nuove amicizie.

Elín: E per essere onesti, non pensavamo che questa canzone potesse vincere.

Sigga: Competevamo con altre persone molto talentuose che meritavano anche loro di vincere. Eravamo li con l’idea che “ok, qualsiasi cosa succede, deve succedere” anche se ovviamente la tua testa ti dice “voglio vincere”. Ma penso che se partecipi con quella fissazione perdi di vista il divertimento e l’esperienza.

Una cosa curiosa è il fatto che avete partecipato al Söngvakeppnin come Sigga, Beta & Elín, ora avete cambiato nome in Systur e negli anni precedenti eravate conosciute anche come Tripolia e Sísý Ey. Cosa vi ha spinto a cambiare più volte il nome del gruppo, cercavate un termine particolarmente significativo?

Beta: Il gruppo Sísý Ey esiste ancora. È genere completamente diverso, facciamo musica house. Con Sigga, Beta & Elín, che sono i nostri nomi, la gente mescolava i nomi ed era un po’ lungo.

Eythor: Era sempre “Beta, Elín & Sigga o Sigga, Beta & Elín?”

Beta: Sì, chiedevano chi era chi, così abbiamo deciso di chiamarci Systur perché siamo sorelle, (indicando il fratello Eythor, che le accompagna alla batteria dal Söngvakeppnin) Eythor è una nostra sorella. E significa ovviamente “sorelle” in islandese.

Sigga: E Systur può rappresentare la sorellanza in generale, rappresentare unione, famiglia, stare insieme, armonie. Noi facciamo armonie nella canzone. È stato facile, veniamo chiamate spessissimo “le sorelle”, dicono “hai visto le sorelle?”. Siamo anche amiche, non facciamo solo musica insieme, stiamo insieme tutto il tempo. Siamo una persona sola.

Avete tra l’altro iniziato a suonare fin da piccoli perché siete figli di musicisti. Com’è stato suonare insieme fin dall’infanzia e arrivare a farlo insieme sul palco dell’Eurovision Song Contest?

Sigga: Surreale. Tutte le volte che sono sul palco dell’Eurovision mi chiedo “Sta succedendo davvero? Dove mi ha portato la vita? Che sta succedendo?” È un viaggio. Siamo cresciute nella musica, i nostri genitori sono musicisti di successo e talentuosi.

Beta: Ho parlato con loro ieri e mi dicevano che non riescono ancora a credere che tutti i loro figli sono in Italia per gareggiare all’Eurovision!

Sigga: Siamo un paese molto piccolo, è come quando l’Islanda si è qualificata per i Mondiali di Calcio nel 2018. Come dicevo in altre interviste noi non siamo portate per lo sport, questo è l’unico mondo in cui noi possiamo competere.

Eythor: È come essere ai Giochi Olimpici della musica.

Beta: Facciamo musica da tanto tempo, sia separatamente che insieme, e continueremo a farlo.

Sigga: Abbiamo anche suonato con i nostri genitori sul palco.

Parlando della canzone, “Með hækkandi sól”. Il titolo è un’espressione per indicare l’allungamento dei giorni dopo il solstizio d’inverno e l’autrice Lovísa Elísabet Sigrúnardóttir si è ispirata alla ribellione dalla condizione di “vistarband” (una regola applicata nel 18° e 19° secolo che obbligava le persone, di solito donne, che non possedevano nulla a lavorare per i grandi propietari terrieri). Qual è il messaggio che volete portare sul palco con questa canzone?

Elín: Il messaggio è molto chiaro. È speranza, detto in una sola parola. Siamo onorate di poter cantare questa canzone e di portare questo messaggio, dire alle persone nonostante quello che accade nel mondo, qualsiasi cosa accada, in tempi difficili, c’è luce in fondo al tunnel, c’è speranza. I nostri cuori sono con voi, non ci dimentichiamo di voi e insieme potremmo unirci per tempi migliori.

È un messaggio che si adatta alla perfezione a quest’edizione dell’Eurovision Song Contest in quanto stiamo vivendo un periodo difficile, quindi è un messaggio molto potente.

Sigga: La canzone parla di questo. Non importa quanto sarà dura, ma alla fine del tunnel c’è la luce e potrete vedere giorni più luminosi.

Parlando di speranza abbiamo visto la bandiera ucraina dipinta sulle vostre mani durante il Söngvakeppnin, le vostre magliette e i vostri messaggi in supporto delle persone transgender, in particolare i bambini. Quindi, mettendo da parte la competizione, che cosa volete trasmettere a coloro che vi seguiranno durante l’Eurovision Song Contest?

Sigga: Siate gentili gli uni con gli altri, amate incondizionatamente. Lasciate che le persone esprimano il loro genere, lasciate che siano loro.

Eythor: Siamo persone diverse. Ma se ci amiamo gli uni con gli altri il mondo sarà un posto migliore. Abbandoniamo l’odio e facciamo in modo che le persone siano sè stesse.

Sigga: Potremmo anche essere tutti diversi, ma nel profondo siamo uguali.

In conclusione, avete un messaggio per i nostri lettori, i fan italiani che vi seguiranno in questi giorni?

Grazie per il vostro supporto! Amiamo l’Italia, grazie per la vostra ospitalità. Vi cantiamo una canzone!

La nostra intervista termina così con le Systur che cantano a cappella il ritornello di “Non ho l’età” di Gigliola Cinquetti in lingua islandese: un dolce e meraviglioso omaggio al nostro paese.

Ringraziamo le Systur per averci concesso questa intervista, augurando loro il meglio non solo per il prossimo Eurovision Song Contest per tutto il prosieguo della loro carriera. Si esibiranno per 14° con la loro “Með hækkandi sól” nella prima semifinale, martedì 10 maggio. L’Italia ha diritto di voto in quella serata e potrà sostenerle per l’accesso alla finalissima di sabato 14 maggio.


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