Eurovision 2022, la sesta giornata di prove a Torino. Il resoconto dei semifinalisti

Report live da Torino • Giovedì fitto di appuntamenti al Pala Olimpico, abbiamo seguito le seconde prove degli ultimi 3 paesi in gara nella prima semifinale (Islanda, Norvegia, Armenia) e dei primi 7 della seconda semifinale. La giornata prosegue dalle 15:35 alle 18:45 con le prime prove dei Big 5 di cui vi aggiorneremo in un prossimo articolo.

Di seguito ecco le nostre prime impressioni, dato che per la prima volta la stampa ha potuto visionare per intero le esibizioni dopo che le prime prove erano state a porte chiuse e condivise, alcuni spezzoni, unicamente su TikTok.

ISLANDA – Systur – Með Hækkandi Sól

Chi ha seguito il Söngvakeppnin non avrà di che stupirsi; viene infatti riproposta quell’esibizione, semplice ma d’effetto, con la luce calda giallo-arancio che viene irradiata dal sole cinetico. Le tre artiste, con il fratello Eythor alla batteria, mantengono sempre la stessa posizione sul palco. Interessanti alcuni accorgimenti lato regia come il voltarsi a favore di camera in sincronia e lo schermo diviso in tre sui primi piani di Sigga, Beta e Elin durante il bridge del brano.

Si respira un’atmosfera country e placida da qualsiasi angolo del Pala Olimpico: la melodia, non solo quella degli strumenti ma anche della lingua islandese, gli abiti anni ’70 delle Systur e le luci che disegnano un tramonto senza fine. È una proposta musicale particolare, che dividerà il pubblico: sicuramente chi ha amato “Calm after the storm” nel 2014 dei The Common Linnets stravedrà per le sorelle islandesi ma è molto difficile che le Systur possano replicare il secondo posto ottenuto dalla band olandese 8 anni fa.

NORVEGIA – Subwoolfer – Give that wolf a banana

Il Pala Olimpico si alzerà in piedi ed inizierà a ballare sulle note dei lupi norvegesi che fanno divertire nei tre minuti in cui sono sul palco. Esibizione, come per l’Islanda in precedenza, che ricalca perfettamente ciò che già abbiamo visto al Melodi Grand Prix due mesi fa. DJ Astronaut accompagna i Subwoolfer questa volta su una vera e propria astronave rialzata al centro del palco. Coreografia collaudata che viene esaltata dagli stacchi della regia, che nei tre take a disposizione vengono mano a mano rifiniti.

Il risultato è una prova convincente dove dominano le luci gialle e gli effetti pirotecnici in chiusura. L’unica critica che si può muovere è l’uso dei sottotitoli: troppo invadenti e tutto sommato ininfluenti in un brano in lingua inglese, quindi compreso dalla maggioranza dei telespettatori. Sono minuzie in una performance che decreta i Subwoolfer come sicuri qualificati in finale e tra i preferiti del televoto, grazie anche ad un’operazione simpatia che va avanti sui social.

ARMENIA – Rosa Linn – Snap

Rosa Linn si presenta con la casa di carta, che non è il nome della famossisima serie ma lo staging scelto dalla delegazione armena, con un concept che parte dal videoclip ufficiale dove i fogli di carta giocano un ruolo centrale nel racconto. La prova vocale di Rosa Linn è la migliore della mattinata: lei, vestita “total white” come la scenografia, si sposta nella stanza rimuovendo parti di muro che rivelano le parole e i simboli chiave della canzone (“June 22nd”, “Snap”, un cuore e “The last one”) fino a squarciare un lato che le permette di rivelarsi al pubblico del Pala Olimpico.

Soluzione stilistica che predilige la resa televisiva rispetto a quella per il pubblico pagante in sala che per 2 minuti abbondanti fisserà solo la struttura sul palco prima di vedere Rosa Linn. A lei toccherà chiudere la prima semifinale martedì 10 maggio, una posizione che, considerando ciò che abbiamo visto sul palco, la può portare al passaggio del turno.

FINLANDIA – The Rasmus – Jezebel

La Finlandia stecca nel primo take: diverse inquadrature che non funzionano e trasformano la particolare scenografia con i palloncini neri da un valore aggiunto in un ingombro e Lauri Ylönen con la voce non è sul pezzo. La musica cambia, drasticamente, nella seconda ripresa; il frontman dei The Rasmus non sbaglia una virgola e anche le inquadrature migliorano, pur con ancora qualche stacco impreciso, rimasto anche nell’ultima prova. Dominano i colori giallo e nero, come nella finale dell’UMK e la band nell’insieme tiene il palco con la forza e l’energia frutto di anni di presenza nel panorama musicale mondiale.

Per chi sarà al Pala Olimpico vi avvisiamo: all’inizio dell’ultimo ritornello Ylönen punterà il microfono verso la platea per urlare tutti insieme “Jezebel!”. Durante le prove con il coro registrato non rende, ma con 7000 voci che si uniscono in coro potrà diventare una delle istantanee di questa edizione. Se vocalmente non ci saranno sbavature non ci sono dubbi sul fatto che la Finlandia possa replicare il buonissimo risultato della scorsa edizione.

ISRAELE – Michael Ben David – I.M

Bianco, rosso e blu che si mescolano freneticamente in continuo gioco di luci e forme geometriche: questo è il mondo in cui si muove, molto bene, Michael Ben David con la sua “I.M”. Uscito da una gabbia di specchi l’artista israeliano è indubbio padrone del palco assieme ai 4 ballerini che lo accompagnano. La prova vocale alterna acuti notevi ad imprecisioni, specie nel finale, ma nel complesso è più che buona. Il vero deficit di tutto il pacchetto della delegazione israeliana è la canzone e in un contest canoro questo è un problema serio.

Quello che sta intorno a “I.M” tuttavia potrebbe elevare la performance fino ad un’insperata qualificazione in finale, nonostante anche l’ordine d’uscita non sia benevolo, secondo, tra i The Rasmus e Konstrakta. Dettaglio particolare, Israele riesce a far scomparire il sole cinetico dal palco piazzandoci davanti una griglia di luci: impresa che dividerà il pubblico più attento alle scenografie.

SERBIA – Konstrakta – In corpore sano

Konstrakta, come già visto per altri paesi, prende pari pari l’esibizione della finale nazionale adattandola alla magnificenza del palco eurovisivo. Sono tre minuti nel complesso statici che chiederanno grande attenzione al pubblico sia in sala che davanti alla tv per cogliere la profondità della canzone dell’artista serba.

Dominano le tonalità azzurro-blu che lasciano gradatamente spazio al rosso nel finale. Il sole cinetico proietta nella sua parte inferiore grafiche che richiamano all’acqua e diventa un tramonto quando passa a tonalità arancioni con i raggi irradiati dai suoi fari. Una performance a suo modo iconica, dai 5 sacerdoti muniti di asciugamano che circondano Konstrakta alle croci proiettate freneticamente sul ledwall verso la chiusura del brano. La delegazione ha optato per mandare in onda, solo in alcuni passaggi, la traduzione in inglese.

Scelta saggia, visto il messaggio della canzone, ma mal eseguita dato che graficamente sono troppo generici e addirittura ad inizio esibizione lo schermo diventa completamente nero con la scritta “What is the secret for a healthy body?”. Proiettare la traduzione sul ledwall o adottare una soluzione come quella usata dai nostri Fabrizio Moro ed Ermal Meta nel 2018 sarebbe stato di gran lunga un escamotage più efficace.

AZERBAIGIAN – Nadir Rustamli – Fade to black

Esibizione dai due volti quella dell’Azerbaigian, che parte lento, forse troppo, nella prima parte del brano quando la grande scalinata dove si muovono Nadir Rustamli e il ballerino che lo accompagna è ancora un tutt’uno. Poi nel momento in cui essa si divide creando due spalti uno di fronte all’altro la prestazione guadagna moltissimo in termini di pathos e spettacolarità.

Lo sfondo, che prima ospitava fulmini azzurri che disegnano i lineamenti dell’artista azero, muta prima verso il rosso e infine in una tempesta di raggi luminosi bianchi. In questo frangente funzionano benissimo anche le inquadrature dal basso che, integrando la cascata, conferiscono un senso di drammaticità non indifferente.

Rimane il dubbio su cosa sarebbe stata questa performance con una prima parte più incisiva ed intensa, dato che Rustamli esprime una prova vocale solida e il brano, nonostante non brilli per originalità, si fa ascoltare volentieri. Sicuramente in finale, ma manca mordente per aspirare a qualcosa di più di un piazzamento a metà classifica.

GEORGIA – Circus Mircus – Lock me in

Siamo di fronte, forse, alla più grande sorpresa delle prove del Pala Olimpico. Un brano passato sottotraccia fin dalla sua pubblicazione, una band su cui molti dettagli non sono ancora stati esplorati eppure una delle performance più divertenti e colorate dell’intera manifestazione. C’è un’atmosfera psichedelica sul palco dell’Eurovision nei tre minuti in cui esso è conquistato dai Circus Mircus. Una miriade di colori, dal giallo al viola, bocche proiettate sui ledwall e sul palco che cantano a tempo e carillon con all’interno pupazzi raffiguranti la band stessa: un caos organizzato che intrattiene a dovere.

Le tre riprese visionate dalla stampa sono tutte di buon livello, non emergono sbavature significative nè nel cantato che nella scenografia. Difficile pronosticare un passaggio del turno a sorpresa, dopo 6 anni dai Nika Kocharov & Young Georgian Lolitaz – e chissà che ci siano ancora loro dietro agli pseudonimi dei Circus Mircus -, ma la speranza non può rimanere “rinchiusa”, per citare il titolo del brano, in un cassetto.

MALTA – Emma Muscat – I am what I am

Per l’approfondimento sulla seconda prova di Emma Muscat vi rimandiamo qui.

SAN MARINO – Achille Lauro – Stripper

Per l’approfondimento sulla seconda prova di Achille Lauro vi rimandiamo qui.

Le prove per i semifinalisti oggi terminano quindi con San Marino, domani proveranno per la seconda volta i rimanenti 11 paesi in gara nella seconda semifinale di giovedì 12 maggio.

Ora è il momento delle prime prove, off-limits anche per la stampa, dei Big 5 e dunque anche per i nostri Mahmood & Blanco. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti dal Pala Olimpico di Torino.


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