Università di Torino, gli autori dell’Eurovision 2022 raccontano lo show che vedremo
Giorgio Cappozzo ed Eddy Anselmi, componenti del team autoriale dell’Eurovision 2022 sono stati protagonisti della seconda giornata del Convegno Internazionale di studi “Song Contest/Transmedia perspectives on Eurovision”, nell’ambito del ciclo di appuntamenti organizzati dall’Università di Torino in occasione dell’Eurovision.
“Scrivere per l’Eurovision” è il titolo della tavola rotonda nella quale gli autori dialogano Marta Cagnola, giornalista professonista, di Radio 24 e Sebastiano Pucciarelli, autore di Tv Talk, con il coordinamento di Gabriele Rigola, docente dell’Università di Genova.
Molti gli spunti di interesse emersi. Si parte con una nota curiosa relativa alla sera del trionfo italiano a Rotterdam, a cura di Giorgio Cappozzo:
Quando l’anno scorso i Måneskin vinsero, io ero negli studi Rai e c’erano dei dirigenti perché ovviamente la vittoria era nell’aria. C’era grande euforia ed eccitazione in tutti per la vittoria, tranne che in due dirigenti che erano bianchi in volto. Andai da loro ad indagare e mi dissero: ci attende un anno molto duro, l’organizzazione di una macchina molto grossa. Dissi loro: c’è di peggio nella vita che organizzare uno show musicale
La sfida vinta del cambio di prospettiva
L’aneddoto serve ad introdurre il primo tema, quello del differente modo di fare televisione dell’Italia rispetto ad un format internazionale come l’Eurovision. Cappozzo spiega:
E’ stato per noi imparare un nuovo format, che è quasi essenzialmente produttivo, del quale non avevamo grande familiarità, perché non è di formazione italiana. Si è trattato di inserire un lavoro autoriale dentro una macchina rodata ed estremamente impattante.
Posso dire che la tv italiana ha ancora tanto di artigianale, mentre l’Eurovision è una macchina industriale ed è un meccanismo complesso, non c’è solo il contest, c’è il fatto che le bandiere hanno più importanza degli artisti, bisogna avere chiaro cosa vuol dire la partecipazione di un Paese piuttosto che un altro, quali sono i vari dissapori.
E poi c’è la declinazione di un concept che deve rappresentare il Paese ospitante: per esempio racconteremo l’Italia all’estero, puntando anche sull’autoironia.
Eddy Anselmi spiega la differenza con l’edizione di Roma 1991:
La prima operazione che è stata fatta è quella di far metabolizzare e comprendere un meccanismo quasi liturgico ad un meccanismo televisivo italiano al quale queste liturgie non appartengono. La macchina ha un telaio che non si può modificare, quindi il nostro intervento è sulla carrozzeria.
Avevamo alle spalle il fantasma dell’Eurovision 1991, dove questo lavoro di metabolizzazione non fu fatto: semplicemente fu fatto uno show italiano, mettendo la gara di canzoni in mezzo. Un’altra differenza? Nello show italiano il copione arriva all’ultimo minuto, a Sanremo un numero può saltare all’ultimo minuto o essere spostato, all’Eurovision non può accadere, perché bisogna distribuire i contenuti alle varie tv che devono confezionare la loro versione.
Niente improvvisazione: tutto al secondo
Giorgio Cappozzo aggiunge altri dettagli che aiutano a capire il differente modo di lavorare:
Un’altra differenza è quella che bisogna prevedere l’imprevisto ed avere la soluzione, non è possibile “mandare un telefilm”, come spesso si fa nella tv italiana. Poi noi non siamo abituati a tempi uguali per tutti per le prove, per esempio e i tempi vanno rispettare al minuto, perché ogni minuto rubi in più, è tempo in meno per le altre delegazioni e questo può diventare un caso politico.
Tutto è provato nel dettaglio, perché deve essere perfetto e provato al millimetro a seconda delle esigenze di ciascuna delegazione. Bisogna essere bravi a fare questo tipo di regia per non risultare tutti uguali. Per questo i registi all’Eurovision sono sempre almeno due, cosa che a Sanremo, che è il nostro show di punta, è impensabile. C’è una mole di lavoro enorme da fare.
Interval acts ed opening acts
Il discorso spazia poi ai numeri di apertura e di intervallo, quelli dove come di consueto è più marcato il riferimento al Paese ospitante, in questo caso l’Italia.
Eddy Anselmi spiega gli interval acts:
Gli interval acts sono venuti quasi da soli: abbiamo esaminato tante cose e sono state distillate delle storie da raccontare che sono dei traits d’union nel tempo: la prima vincitrice Gigliola Cinquetti, Il Volo preferiti dal pubblico eurovisivo, che in qualunque altra edizione rispetto al 2015, con quel numero di punti avrebbero vinto e Diodato perché era destinato alla gara ma la pandemia gli ha impedito la partecipazione.
Queste sono storie che possono essere capite dal mondo eurovisivo ma sono anche riconoscibilmente italiane.
Giorgio Cappozzo invece illustra gli opening acts:
Gli opening acts invece caratterizzano il nostro benvenuto in maniera articolata. Nella prima serata decliniamo il nostro The Sound of Beauty, la seconda con l’italianità che ci piace raccontare e l’ultimo opening non potevamo non aprirlo ricordando che c’è una alternativa alla guerra che è la pace.
Host non invasivi
Infine, Capozzo spiega la scelta degli host ed il loro ruolo nello show:
Noi abbiamo degli host che gli altri se li sognano, ma a loro è stata comunicata la funzione che è richiesta per l’Eurovision e quindi non saranno mai abusivi, rispetto al format, ma al servizio dello stesso, per come loro sono”
La loro forza? Oltre alla popolarità il fatto che Mika non sia italiano, benchè come conduttore sia nato qui, Laura Pausini è famosa anche nel mondo latino e Alessandro Cattelan incarni maggiormente l’italianità. Una scelta non sciovinista, perché ognuno di loro incorpora una dimensione extranazionale.
Nella seconda parte della giornata si è parlato ancora di Eurovision con alcuni ricercatori musicologi internazionali, fra i quali anche gli stessi che saranno protagonisti anche della Conferenza Internazionale in programma sempre all’Università di Torino il 10 ed 11 Maggio prossimi.
Segui Eurofestival News anche su Google News, clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”.
Non perderti le ultime notizie con le notifiche in tempo reale dal nostro canale Telegram e WhatsApp. Seguici su tutti i principali Social Media (qui l’elenco completo) e scopri come sostenerci e sostenere una informazione da sempre indipendente.
Eurofestival News è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone. Vuoi collaborare con noi? Contattaci!