Eurovision 2022: intervista ad Andrea Celi, direttore creativo della performance degli Intelligent Music Project (Bulgaria)

Andrea Celi Eurovision 2022

C’è tanta Italia in questa edizione dell’Eurovision Song Contest e non solo perché l’evento musicale più seguito al mondo si svolgerà nel nostro paese (il 10, 12 e 14 maggio presso il Pala Olimpico di Torino), ma perché come capita spesso, ci sono italiani che ritroviamo a rappresentare altri paesi o collaborano con team e delegazioni estere.

Basti pensare ad Achille Lauro in rappresentanza di San Marino, oppure come in questo specifico caso, ad Andrea Celi, messinese di nascita e milanese di adozione, che sta curando come direttore creativo la performance degli Intelligent Music Project (in rappresentanza della Bulgaria) all’Eurovision 2022.

LEGGI ANCHE: Ordine di uscita delle semifinali dell’Eurovision 2022

Ne abbiamo approfittato per sentire come sta vivendo questa esperienza in quel di Torino, a pochi giorni dalla prima semifinale, quella dove si esibirà proprio la Bulgaria e dove l’Italia ha diritto di voto.

Ciao Andrea, grazie per il tempo concesso. Come è nato l’incontro con la delegazione bulgara, vuoi raccontarci come è nato tutto il progetto e anche qualche aneddoto, se ce ne sono?

Mi ero appena licenziato dalla società per cui ho lavorato 12 anni e la Bulgaria voleva un Direttore Creativo per il proprio show. Hanno cercato nel mondo eventi. Un pò di passaparola tra professionisti, un incontro a Sofia ed è subito stato colpo di fulmine!

È la prima volta che segui un progetto legato all’Eurovision, che impressioni hai avuto? C’è qualcosa che ti ha stupito (in bene e/o in male) del mondo eurovisivo?

È la mia prima volta e sono carico come un martello pneumatico. Con me c’è anche Davide Tappero, un autore talentuoso con cui spesso collaboro. Esperienza improbabile e meravigliosa. È uno “spiffero” di bel mondo: contaminazione e incrocio di culture, linguaggi, personaggi. C’è un’atmosfera pazzesca. Somiglia un pò allo “spirito olimpico”. Ho avuto la fortuna di avere a che fare con le Olimpiadi di Rio e ci sono delle vibrazioni molto simili.

Prima di questa esperienza, seguivi già l’Eurovision? Pensi che l’evento in Italia sia sottovalutato? In Bulgaria invece come viene vissuto? Se vuoi farci anche un paragone rispetto a questi due paesi…

In Italia arriviamo sempre un pò in ritardo: deve vincere o morire qualcuno affinché la cosa interessi al grande pubblico. In Bulgaria e all’estero in genere l’intrattenimento fa parte della cultura quotidiana. Per chi fa il nostro lavoro, si tratta di un evento assolutamente da seguire!

È un generatore di spunti e idee; osservi come cambiano i linguaggi dell’intrattenimento. Per me è nella top five con il Super Bowl, le cerimonie olimpiche, l’Opera e X-Factor.

Che sensazione si prova ad essere italiani ma gareggiare per un altro paese e in un certo senso anche contro l’Italia?

Questa cosa mi intriga, mi stuzzica, ma avverto la gara con sano distacco e straripante curiosità. Qui nessuno è contro qualcun altro. Sto scoprendo altri mondi, mi confronto con persone e punti di vista diversi. E questo è ossigeno.

Secondo te, cosa non deve mancare in una performance eurovisiva di qualità? E in merito a questo, hai per caso ricevuto input particolari da Stoyan Yankulov, che l’Eurovision l’ha già fatto 2 volte?

Il linguaggio della messa in scena è un alfabeto universale. Ci vuole un punto d’attrazione, un centro di gravità visivo. Noi abbiamo un grande amplificatore in scena, come un sub-woofer gigante da cui esplode energia a getto continuo. È un omaggio alla cultura del Rock’n’Roll. Ma non deve mancare una drammaturgia: si ragiona in atti come a teatro, come nelle sceneggiature cinematografiche.

Bisogna creare il crescendo, con i pieni e con i vuoti. Devi individuare tre o quattro momenti fotografici che impressionino il pubblico. E poi Il ritmo è tutto: sonoro e visivo insieme, spaccato al secondo. Ma attenzione, non è la tua festa di compleanno. Lo show non deve nascondere gli artisti. Devi amplificare il loro talento e esaltarequello che sono già, non mascherarli e portarli al livello “vite infinite”.

Stundzhi è un sacerdote, un maestro del rock’n’roll mondiale. Parla poco e come tutti i professionisti di questo livello, rispetta il lavoro degli altri. È gente a cui non puoi insegnare nulla, ma il confronto è tutto.  Aspetta…mi è appena passato davanti e gli ho riportato quanto mi avete chiesto. Lui ci pensa un pò e poi risponde con un sorriso fantastico: “…non importa cosa succede, non fermarti  nel raggiungere i tuoi obiettivi e divertiti…”.

Quali sono le performance più iconiche a tuo parere visivamente (quindi proprio come messa in scena, musicalmente possono anche essere non memorabili)?

Durante le prove non puoi vedere le altre delegazioni. Ho visto qualcosa sui social. Mi colpisce chi cambia completamente l’atmosfera e ti fa perdere i confini di quello che stai vedendo. Su tutti la Serbia, sembra teatro contemporaneo. Poi Achille Lauro, sono un appassionato di tori meccanici e lui sa quello che fa. La Norvegia ti porta su un altro pianeta, progetto generale e show sono notevoli.

C’è la percezione che non sarà facile passare il turno, come state vivendo questa cosa (visto che Intelligent Music Project è nato per diffondere la musica bulgara nel mondo)?

Siamo tra gli ultimi nel ranking, ci esibiamo dopo l’Ucraina. Non la condizione ideale. Ma dopo le prime prove, qualcosa è cambiato. I feedback sono positivi, c’è energia. I nostri musicisti sono davvero speciali. È molto difficile ma noi ci crediamo. In poche parole, siamo qui per vincere.

Cosa può portare un’esperienza del genere, probabilmente anche molto diversa da quelle passate, ad un direttore creativo come te? La ripeteresti in futuro, se ne capitasse l’occasione?

Tutta la vita! Un’esperienza incredibile, a livello umano e professionale. Sto imparando un sacco di cose. Osservo tutto, rubo idee, immagino nuovi progetti. È una palestra cosmica per chi fa il nostro lavoro. Qui ci sono circa 4,5 specialisti italiani della messa in scena che farebbero la differenza in qualsiasi parte del mondo.

Tutto è andato secondo i piani con i progetti dello staging o avete dovuto fare dei cambiamenti (anche a causa dei problemi registrati con il “sole cinetico” sul palco?

È stato un problema per tutti. Non è stata una bella pagina, ma credo sia inutile parlarne all’infinito. Dopo le prove ti danno 20 minuti per commentare e cambiare quello che hai visto, in tempo reale. Ho preso i miei appunti al buio e mi sono giocato tutti e 20 i minuti… all in. Ho cambiato tutto quello che potevo cambiare senza respiro. Avrò perso due chili. E comunque, dall’altra parte c’erano i marines del live show. Loro sanno quello che fanno e adesso stiamo a vedere cosa succede.

Ringraziamo Andrea Celi per il tempo che ci ha dedicato per questa intervista e anche a lui e al suo team, un grande in bocca al lupo per la semifinale di martedi 10 maggio (che sarà trasmessa in diretta su Rai 1 a partire dalle 21).


Segui Eurofestival News anche su Google News, clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”.

Non perderti le ultime notizie con le notifiche in tempo reale dal nostro canale Telegram e WhatsApp. Seguici su tutti i principali Social Media (qui l’elenco completo) e scopri come sostenerci e sostenere una informazione da sempre indipendente.

Eurofestival News sui social

Eurofestival News è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone. Vuoi collaborare con noi? Contattaci!

Commenta questa notizia...