Toto Cutugno: “La mia canzone dell’Eurovision inno per i bimbi di Russia ed Ucraina”

Toto Cutugno è uno dei nomi scolpiti nella storia dell’Eurovision Song Contest. Non figura nell’elenco degli ospiti dell’Eurovision 2022, ma resta nell’albo d’oro come uno dei vincitori (l’edizione di Zagabria 1990) con la iconica “Insieme: 1992” e poi come co-conduttore dell’altrettanto iconica – ma per motivi opposti- dell’edizione di Roma 1991, insieme a Gigliola Cinquetti, che tra l’altro è in questi giorni disponibile per una nuova visione su RaiPlay.

https://www.youtube.com/watch?v=0b5whZydVZc

Famosissimo in tutto l’Est Europa, il cantautore toscano ha voluto rilasciare una dichiarazione in occasione della partenza ufficiale dell’Eurovision 2022 a Torino:

Sono felice che l’Eurovision torni in Italia, sarebbe bello se proprio da quel palco di Torino partisse un successo internazionale capace di anticipare uno scenario di pace, esattamente com’è successo a me.

Nel 1990  ho vinto a Zagabria con “Insieme: 1992”, diventato un inno dell’Europa unita prima che si realizzasse e anche allora, proprio come oggi, poco dopo sarebbe scoppiato il conflitto jugoslavo nel quale perse la vita uno dei coristi dell’Eurovision che mi raccontò le difficoltà del suo Paese.

Il riferimento è ad uno dei coristi che lo accompagnavano in quella avventura, parte del gruppo sloveno Pepel in Kri, che poi  è morto proprio sotto i bombardamenti

L’Eurovision come simbolo di pace

Anche Cutugno si sofferma sulla situazione geopolitica attuale, con un pensiero per i due paesi in guerra, Russia ed Ucraina, dove spesso tiene concerti da quando ha partecipato all’Eurovision:

Oggi come allora c’è bisogno di un’Europa coesa che faccia la sua parte per la pace. Nei mesi successivi alla vittoria, nei miei spettacoli in giro per l’Europa, il pubblico mi accompagnava in coro. In particolare mi commossi una sera, durante un concerto in Romania: mi fecero trovare a sorpresa un gruppo di bambini che cantò “Insieme” come inno dell’unità europea.

Niente frontiere, né confini, un’unica bandiera, tutti fratelli di un unico continente. Mi colpì molto quel gesto. Oggi immagino i bambini russi e ucraini insieme sotto lo stesso sogno e sotto lo stesso cielo e vorrei che quell’inno risuonasse per loro.

La musica ha forza di superare qualsiasi tipo di confine e di anticipare scenari, quella vittoria per me significò anche questo: non solo l’inizio di una carriera internazionale che ha portato i miei brani in giro per il mondo ma soprattutto la costruzione di un’Europa unita dai valori di fratellanza e libertà.

Un inciso, quello della sua canzone, che avrebbe voluto essere un grande messaggio di fratellanza in vista della nascente Unione Europea, ma che invece, a soli 30 anni di distanza, è diventato il grido disperato in un’Europa dilaniata da guerre e contrasti.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

Una risposta

  1. Noah ha detto:

    Ormai anche l’edizione 2022 è “iconica” e rimarrà nella storia di ESC per i motivi sbagliati. 😁 Grande RAI! 😂

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