Eurovision 2022: le scommesse prima della finale. Ucraina avanti, Italia di rincorsa
Mai come quest’anno potrebbe esserci, ancor più dopo ciò che si è visto nella serata di voto delle giurie, una solare discrepanza tra quel che raccontano le scommesse e quella che potrebbe essere la realtà dell’Eurovision 2022.
Eurovision: le scommesse per la vittoria
In testa, con un mai visto 60% di probabilità di vittoria a questo punto della situazione, c’è “Stefania” della Kalush Orchestra, la canzone in gara per l’Ucraina. Le quote sono le più basse mai viste alla vigilia della competizione.
Accanto al secondo posto di Sam Ryder con “Space Man” per il Regno Unito si affianca la risalita della Svezia con “Hold me closer” di Cornelia Jakobs, che sostanzialmente ha agganciato la proposta più importante in quota british dai tempi di Jade Ewen con “It’s my time” (2009).
Discesa per l’Italia, ma con potenziali sorprese in arrivo per chi è sceso dal cavallo di “Brividi” di Mahmood e Blanco, al momento quarta con il 6% di chance. Risale la Spagna, particolarmente amata nella cerchia degli eurofan e dai propri connazionali, con “SloMo” di Chanel data al 5%.
Nessun’altra proposta supera il 2%: notevole la scalata della Serbia con “In corpore sano” di Konstrakta, mentre rimane nei fatti stabile “River” di Ochman per la Polonia.
Accordata la soglia della top ten a “Die together” di Amanda Georgiadi Tenfjord (Grecia), “Give that wolf a banana” dei Subwoolfer (Norvegia) e “De diepte” di S10 (Paesi Bassi).
Appena a ridosso c’è la Moldavia, con “Trenuletul” degli Zdob si Zdub feat. Fratii Advahov che potrebbe però guadagnare molto dal televoto e trasformarsi in una variabile ben più che impazzita.
Le scommesse separate televoto-giurie
Ci sono anche, sul tabellone di Eurovisionworld che ogni interessato alle scommesse consulta per avere un’idea di dove tiri il vento, delle sezioni specifiche che riguardano la canzone vincitrice delle giurie e quella del televoto.
Ebbene, se al televoto c’è un plebiscito per l’Ucraina, non così è in chiave giurati. In questa fattispecie è il Regno Unito quello più benvoluto, davanti a Ucraina, Svezia e Italia. In chiave televoto, invece, la sequenza è Ucraina-Regno Unito-Svezia-Spagna-Moldavia-Italia.
Tutto questo, però, può essere ampiamente sconvolto dalla gara vera, che per quel che si è visto nella serata delle giurie potrebbe risultare ben più aperta di ogni previsione.
© Photo credit immagine di copertina: Mihai Bursuc per Eurofestival News
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La Svezia (il capo dell Eurovision) ruberà la vittoria dal Regno Unito o la Spagna, come ha fatto nel 1991 alla Francia e nel 2015 all’Italia.
Qualche piccola riflessione prima della finale, su cosa ci portiamo a casa da questa edizione:
1) il dance pop non è più la forza dominante del concorso. I risultati definito un’edizione dell’Eurovision tra le più varie a livello di generi musicali e questo non può che essere un segnale fantastico di apertura e di crescita
2) il sole cinetico di cui si è parlato tanto, a mio parere, soprattutto nella prima semifinale, ha portato a concentrare l’attenzione sull’artista e sulla canzone. Spesso si veniva distratti da immagini che quasi facevano sparire gli artisti in gara, così, invece, quest’anno non è stato. Un modo per porre ancora più al centro la musica e anche questo non può che essere un bene
3) nella cerchia degli eurofan si tende probabilmente a pensare eccessivamente ai dettagli di quanto accade nelle prove o nell’esibizione finale (qui non ha guardato bene in camera, qui quella luce non andava bene, qui si è intravisto un cameraman..), ma alla fine poi al pubblico tutto questo interessa poco, se una canzone è forte, se il suo messaggio è importante e lo si riesce a trasmettere, è comunque destinata a passare.
In conclusione, mi è sembrata un’edizione molto in linea con lo spirito del tempo, l’anno scorso avevo notato un’eccessiva frattura tra la “bolla” eurovisiva e quanto ancora di tragico stava ancora accadendo nel mondo – e quest’anno ancora di più.
Ed è per questo che il perfetto coronamento di quanto avvenuto sarebbe una vittoria del Regno Unito o dell’Ucraina o della Serbia o del’Olanda, mentre una vittoria spagnola (che ritengo improbabile) risulterebbe assolutamente stridente e finirebbe per vanificare i passi in avanti fatti.