Undici anni fa la finale dell’Eurovision 2011: il ritorno dell’Italia con il commento di Raffaella Carrà

raffaella carra eurovision (1)
Credits: ANSA / RAI

Sono le 21:00 del 14 maggio 2011. Chi in quel momento si sintonizzava su Rai 2 non sapeva che stava per testimoniare una pagina storica della musica e della televisione italiana.

L’Italia tornava a competere all’Eurovision Song Contest dopo un’assenza lunga 13 anni e a commentare la serata per il nostro paese c’era la persona che più di tutte aveva raccontato agli italiani cosa fosse l’Eurovision, anche in quel periodo in cui l’Italia non c’era e dimenticava, o peggio denigrava, l’evento: l’indimenticabile Raffaella Carrà.

Accanto a lei c’era Bob Sinclar, dj francese sulla cresta dell’onda all’epoca grazie a “Far l’amore” – remix di uno dei più grandi successi della Carrà, “A far l’amore comincia tu” – che portava una ventata di internazionalità e il punto di vista di un navigato produttore musicale.

L’ingresso in scena della “Raffa Nazionale” rimane una lezione di televisione per chiunque aspiri a svolgere il mestiere del conduttore televisivo. Solare ed energica, in 30 secondi raccontò che cosa fosse l’Eurovision Song Contest e il perché di quella serata in diretta su Rai 2:

Finalmente l’Italia dopo 13 anni partecipa in finale alla più grande gara musicale europea. Vedremo insieme questa sera l’Eurovision Song Contest. Noi lo ricordiamo meglio come Eurofestival ma in tutti questi anni è molto ringiovanito: molto moderno, rock e anche un po’ strambo, e alle volte anche un po’ kitsch. Comunque è uno spettacolo assolutamente da non perdere perché in Italia uno spettacolo come questo non esiste.

La sua fu una conduzione semplice e brillante, in grado di trasportare il telespettatore in una dimensione a lui sconosciuta – erano 13 anni che il termine “Eurovision” non risuonava nella tv italiana – pur conservando l’atmosfera di una festa familiare: un modello di riferimento a cui tutti i commentatori italiani, in futuro, dovrebbero guardare.

Il commento della Carrà fu fortunato in quanto, nonostante le previsioni non molto benevole, l’Italia colse il secondo posto, superata solo dall’Azerbaigian. Sul palco di Düsseldorf quella sera si esibiva in nostra rappresentanza Raphael Gualazzi con “Madness of love“, una versione editata di “Follia d’amore”, brano con cui sbaragliò la concorrenza nella categoria “Giovani” al Festival di Sanremo 2011.

Raffaella Carrà non si limitò solo al commento su Rai 2 il 14 maggio ma fu anche la spokeperson dell’Italia, ovvero annunciò i voti che avevano assegnato il nostro televoto e la nostra giuria – era in vigore il vecchio regolamento con un unico set di 12 punti  da assegnare – e il boato della Esprit Arena (Merkur Spiel-Arena) di Düsseldorf diede la misura dell’affetto che il pubblico europeo provava per Raffaella Carrà e la gioia nel veder tornare in gara una nazione importante come l’Italia.

Nei giorni precedenti, inoltre, fu anche protagonista del commento della seconda semifinale, il 12 maggio 2011, su Rai 5. In quell’occasione non apparve in video ma raccontava la serata come voce fuori campo, ma la faccia ce la mise eccome tra spot vari ed interviste per spingere al massimo un progetto, quello del ritorno dell’Eurovision in Italia, in cui credeva molto.

Raffaella Carrà e l’Eurovision

Quel 14 maggio 2011 non fu che la normale conseguenza di un crescente interesse verso la rassegna, alimentato dalla passione che la regina della televisione italiana nutriva per l’Eurovision Song Contest, uno spettacolo che come lei stessa affermò in un’intervista al Tg1 nel 2011 era:

Modernissimo, molto televisivo dove anche la musica è diventata, veramente, più globale.

Prima del 2011, un anno molto “eurovisivo” per Raffaella Carrà fu il 2008 quando presentò in Spagna la selezione nazionale (“Salvemos Eurovision”), vinta da Rodolfo Chikilicuatre. Successivamente portò come ospiti in prima serata su Rai 1 durante il suo “Carramba! Che fortuna” quattro partecipanti dell’Eurovision 2008 di Belgrado.

Nel periodo di assenza dell’Italia quello fu il momento di massimo splendore dell’Eurovision nel nostro paese con le esibizioni di Dima Bilan (vincitore di quell’edizione, Russia), Ani Lorak (Ucraina), Simon Mathew (Danimarca) e Roberto Meloni e i Pirates of the Sea (Lettonia) in diretta dall’Auditorium Rai del Foro Italico. Se qualcuno – dirigenti Rai compresi – già in quegli anni incominciò ad interessarsi all’evento lo deve unicamente a Raffaella Carrà.

Sarebbe stato incredibile averla al timone di questa edizione, eventualità a cui il direttore di Rai 1 Stefano Coletta aveva pensato, magari trovando in gara anche un brano a lei dedicato come “Raffaella” degli spagnoli Varry Brava (6° al Benidorm Fest 2022).

Tuttavia quelle sopra rimangono soltanto idee. La sua scomparsa, il 5 luglio 2021, ha lasciato un vuoto incolmabile nella televisione italiana e il grande rammarico di non aver ammirato la degna e giusta chiusura del cerchio con la sua presenza sul palco del Pala Olimpico di Torino, a fianco di Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, a presentare quell’evento che tanto ha amato e che tanto ci ha fatto amare.

Ricordare quel 14 maggio 2011, a poche ore da un’altra finale dell’Eurovision che si terrà il 14 maggio, in un’edizione che l’Italia sta vivendo con una passione ed un’attenzione mai viste prima, vuole essere il nostro omaggio ad una persona che occuperà per sempre un posto speciale nella storia eurovisiva italiana. Ci manchi Raffaella.


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2 Risposte

  1. Alessandro Manzato ha detto:

    Articolo commovente. Scritto molto bene. Delicato, energico, pieno di passione e verità. Come RAFFA era. Grazie per queste parole! Emozionante. Buona Finale a tutti!

  2. steve ha detto:

    E questa sera, dedicheremo a lei, alla nostra amatissima Raffaella, la finale di Torino. Grazie Raffaella, ovunque tu sia, grazie con affetto sincero.

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