Eurovision 2021 e 2022: la rivincita delle lingue nazionali

Da quando l’Eurovision Song Contest è tornato, e lo ha fatto in maniera del tutto trionfale con le edizioni 2021 e 2022 per numerosi ordini di ragioni, c’è una tendenza che è stato impossibile non notare.
Parliamo, infatti, di quella del predominio ormai imperante delle lingue nazionali nella classifica finale. Il che sta smontando rapidamente una delle “storie” che sono state diffuse nel tempo, quella cioè che sia necessario utilizzare l’inglese per vincere o per fare bene.
Eurovision e lingue dopo il 1999
La storia, in realtà, dice qualcosa di un po’ diverso da quel 1999 che è lo spartiacque, perché da quell’anno c’è libertà totale (e da allora l’inglese è stato più volte via preferenziale).
Nei fatti, la situazione delle canzoni sul podio del tutto o in parte in lingua nazionale oppure in altre soluzioni è questa (tra parentesi la lingua o l’insieme di lingue in uso):
- 1999: Germania (tedesco, turco, inglese, 3° posto)
- 2001: Grecia (greco, inglese, 3° posto)
- 2002: Malta (inglese, 2° posto)
- 2003: Belgio (lingua immaginaria, 2° posto), Russia (russo, 3° posto)
- 2004: Ucraina (ucraino, inglese, 1° posto), Serbia & Montenegro (2° posto)
- 2005: Malta (inglese, 2° posto)
- 2006: Bosnia & Erzegovina (bosniaco, 3° posto)
- 2007: Serbia (serbo, 1° posto), Ucraina (tedesco, inglese, Surzhyk ovvero misto di russo e ucraino, 2° posto)
- 2011: Italia (italiano, inglese, 2° posto)
- 2012: Russia (dialetto udmurto, inglese, 2° posto), Serbia (3° posto)
- 2015: Italia (italiano, 3° posto)
- 2016: Ucraina (tataro di Crimea, inglese, 1° posto), Australia (inglese, 2° posto)
- 2017: Portogallo (portoghese, 1° posto)
- 2019: Italia (italiano, 2° posto)
- 2021: Italia (italiano, 1° posto), Francia (francese, 2° posto), Svizzera (francese, 3° posto)
- 2022: Ucraina (ucraino, 1° posto), Regno Unito (inglese, 2° posto), Spagna (spagnolo, inglese, 3° posto)
Va specificato che che a Malta l’inglese è, al pari del maltese, lingua nazionale, e per questo tale particolarità è stata inclusa. Per l’Australia, limitatamente all’inglese, il discorso è identico.
2021, 2022 e un ritorno di fiamma
Un’analisi particolare è necessario farla sul confronto tra gli ultimi due anni e il passato, perché sia nel 2021 che nel 2022 le canzoni leader sono state tutte nella lingua del Paese. In tantissimi pensavano che mai più sarebbe accaduta una cosa del genere con la liberalizzazione degli idiomi, e invece tutto è stato sconvolto.
In particolare, per trovare due top 3 consecutive solo fatte di lingue ufficiali dei Paesi in gara bisogna risalire proprio agli ultimi due anni di obbligo in tal senso, cioè 1997 e 1998. Non solo: in molti, nel 2021, citarono una circostanza senz’altro rilevante, e cioè che era dal 1991, cioè dall’edizione di Roma, che di inglese non c’erano tracce tra i primi tre.
Già il 2021 era stato particolare perché, oltre al trio Italia-Francia-Svizzera, anche l’Ucraina aveva agguantato il 5° posto facendo salire a 4 i Paesi a cantare in lingua diversa dall’inglese, un fatto che non ha avuto alcun precedente nella stagione post-1999 (ci si andò vicini nel 2012, con l’Albania che fu quinta con il proprio idioma). A resistere solo l’Islanda, al netto del fatto anche in quel caso si trattava di canzone con un’autenticità artistica, tema portante delle ultime stagioni eurovisive.
2022: Eurovision, un picco di lingue
Quest’anno, poi, si sono raggiunti livelli che davvero sembravano dimenticati: ai primi 7 posti ci sono state, a Torino, 6 canzoni con la lingua nazionale all’interno, dato che poi si allarga a 7 delle prime 9 e 8 delle prime 11.
E pensare che, soltanto nel periodo 2013-2015, si faceva una gran fatica anche solo a trovare qualcosa di diverso dall’inglese in alto. Nel 2013 resistettero Grecia e Italia, sesta e settima, nel 2014 la Spagna fu decima con un mix spagnolo-inglese, nel 2015 ancora Italia terza.
Proprio il nostro Paese è sembrato fare da motore trainante di un cambiamento di prospettive, perché con quattro podi tutti conquistati tramite l’uso della lingua italiana ha mostrato come sia possibile fare quello che molti ritenevano impossibile: sfidare l’egemonia dell’inglese quando non usato da Paesi che lo usano convenzionalmente.
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