Eurovision 2023, Johnson: “Si faccia in Ucraina”. E spunta l’alternativa Bruxelles

Eurovision-2022-Kalush-Orchestra

Continua ad alimentare discussioni la decisione – dolorosa, ma prevedibile ed inevitabile – dell’EBU di spostare fuori dall’Ucraina l’Eurovision 2023, iniziando i colloqui col Regno Unito.

Mentre infatti da quelle parti aumentano le candidature – l’ultima in ordine di tempo è quella di Brighton, la città che nel 1974 lanciò il mito degli ABBA e che propone il Palace Pier – è partito anche un movimento che spinge perché l’EBU torni sulla sua decisione e prosegua i colloqui con UA:PBC.

Detto della reazione a caldo molto negativa del Governo, anche Oleg Pysukh, leader dei Kalush Orchestra, trionfatori a Torino col brano “Stefania”, che in un video si dice in disaccordo con la scelta della EBU, chiedendo che ripartano i colloqui. Identica delusione ha espresso Jamala, vincitrice nel 2016 con “1944” e principale portavoce dell’Ucraina prima dell’edizione 2022, nei vari eventi in giro per l’Europa.

Secondo quanto si apprende, le città che la tv ucraina aveva proposto erano Kyiv, Leopoli e l’Oblast della Zakarpatia, che ha come capoluogo Uzhgorod, città  sul confine con la Slovacchia.

Boris Johnson: si faccia in Ucraina

Ma la presa di posizione più clamorosa a sostegno dell’Ucraina arriva a sorpresa dal primo ministro britannico Boris Johnson che parlando ai cronisti all’aeroporto militare Brize Norton di Oxford, di ritorno dalla sua visita a Kyiv ha dichiarato:

Gli ucraini hanno vinto l’Eurovision Song Contest. So che avevamo una entry fantastica, so che siamo arrivati secondi e mi avrebbe fatto piacere che l’Eurovision fosse in questo paese. Ma il fatto che loro hanno vinto, meritandolo. Credo che loro possano averlo e debbano averlo. Credo che Kyiv o un’altra città sicura sarebbe un posto fantastico per ospitarlo.

E’ giusto portare via la rassegna da un Paese che sta lottando per la democrazia, per conto del mondo civilizzato? Manca un anno, andrà tutto bene quando arriverà l’Eurovision, spero lo capiranno.

Bruxelles per una candidatura comune?

Secondo quanto si apprende inoltre attraverso il quotidiano The Guardian, un’opzione di riserva potrebbe essere Bruxelles.

Se questa ipotesi fosse confermata, è evidente che non si tratterebbe di una scelta casuale, visto è lì che ha sede il Parlamento Europeo ed in questi giorni  l’Ucraina ha  ottenuto l’ok allo status di candidata ad entrare nell’Unione Europea.

Secondo il prestigioso quotidiano, si tratterebbe in effetti di una candidatura sponsorizzata dall’Unione Europea e che vedrebbe entrare in scena una sorta di consorzio fra le principali emittenti (anche la RAI aveva dato in tal senso la disponibilità) le quali organizzerebbero a nome dell’Ucraina.

Insomma, si tratterebbe di un altro gesto altamente simbolico e di un altro segnale forte nel percorso di avvicinamento di Kyiv all’Europa ma prima di tutto di ulteriore sostegno nella guerra che sta combattendo dopo l’invasione russa.

In questo caso, si tornerebbe nella capitale belga 36 anni dopo l’ultima volta: fu nel 1987, dopo la vittoria l’anno precedente di Sandra Kim con il brano “J’aime la vie”.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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