Nasce l’alternativa della Russia allo Junior Eurovision. Tutti i precedenti

Our Generation

La Russia si farà il proprio Junior Eurovision. L’annuncio arriva direttamente da Karusel, il canale pubblico per bambini controllato dalle due emittenti nazionali, Channel One e VGRTK e dunque dallo Stato russo.

Il canale ovviamente è stato sospeso a tempo indeterminato dalla EBU (European Broadcasting Union) dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha dato il via alla guerra e per questo motivo, la tv non può più prendere parte ai concorsi eurovisivi né trasmettere gli eventi del consorzio, tra cui anche lo Junior Eurovision e le manifestazioni sportive.

Karusel ha dunque annunciato lo stop al processo di selezione che utilizzava per lo Junior Eurovision e che vedeva la supervisione della Igor Krutov Academy of Music, una popolare scuola di musica per bambini.

Contemporaneamente, gli stessi soggetti hanno aperto le iscrizioni per “Our generation”, lo show alternativo allo Junior Eurovision. Singolare che lo slogan scelto per l’evento – la cui data di svolgimento sarà annunciata in autunno – sia “La musica senza frontiere”.

Non è ancora chiaro il meccanismo del concorso, che si terrà a Mosca e chi vi prenderà effettivamente parte, ma nelle intenzioni ci sarebbe quello di promuovere lo sviluppo ed il sostegno dei nuovi cantautori russi.

L’ultima rappresentante russa allo Junior Eurovision resta dunque per ora Tania Mezhentseva, settima a Parigi nel 2021 con “Mon ami”.

Come si ricorderà, una delle ultime partecipanti russe, Sofia Feskova, in gara nell’edizione da remoto gestita dalla tv polacca nel 2020 (fu decima con “My new day”), ha partecipato anche al grande concerto a sostegno di Putin e dell’invasione russa dell’Ucraina allo stadio Luzhniki di Mosca.

I precedenti: Intervision Song Contest

Non è la prima volta che la Russia tenta di organizzare un evento alternativo all’Eurovision Song Contest.

Nel 2014, subito dopo l’annuncio della partecipazione all’Eurovision di Conchita Wurst, la drag queen che poi trionferà a Copenaghen con “Rise like a Phoenix”, Putin lanciò l’idea di riesumare l’Intervision Song Contest, un concorso che ebbe vita breve a cavallo fra gli anni ’70 ed ’80 (esattamente quattro edizioni fra il 1977 ed il 1980, tutte ospitate in Polonia, a Sopot), con una appendice a Sochi nel 2008 e che allora all’Eurovision si ispirava, senza andare in contrapposizione.

Lo organizzava Intervision, che era il consorzio delle tv dell’Est Europa (allargato anche ad alcuni paesi esterni) fino al 1993, quando i membri confluirono tutti nella EBU e l’organizzazione si sciolse.

Il presidente russo Putin ebbe l’idea di ripescarlo, coinvolgendo anche i paesi membri della Shangai Cooperation Organization, l’organizzazione politico-economica che unisce un pezzo dell’Eurasia (oltre alla Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan), India, Cina e Pakistan.

L’idea era quella di farne un concorso LGBT-Free, senza cioè esponenti del mondo LGBT, dopo che proprio prima dell’Eurovision 2014, dalla Russia era partito il movimento di protesta che invitava gli uomini, a detta della Russia, privati del segno della virilità – ovvero la barba – da Conchita Wurst, a sbarbarsi al motto di “Prove you’re not Conchita”.

Il concorso, più volte rinviato, non prese mai più il via, ufficialmente per motivi di sicurezza dopo gli scontri in Crimea e nel Donbass.

Turkvizyon Song Contest

Un altro festival  – per così dire – alternativo all’Eurovision è  il Turkviziyon Song Contest, creato dalla Tv nazionale turca nel 2013 dopo il ritiro della Turchia dall’Eurovision, ufficialmente in protesta contro il sistema di voto che a detta dii TRT penalizzava la Turchia (particolarmente a loro dire le giurie, cosa in realtà smentita dai fatti), ma in realtà anche contro la “propaganda LGBT”.

Proprio questa motivazione è quella che la Turchia continua ad addurre (“mai più all’Eurovision fino a che ci saranno donne barbute”), per motivare il suo rifiuto a tornare in concorso.

Lo scopo di Turkvizyon, secondo TRT è però quello di promuovere la cultura turca nel mondo. Non a caso l’organizzazione vede come partner, Türksoy, l’organizzazione internazionale della cultura turca.

 Vi hanno preso parte nelle quattro edizioni disputate, i paesi e le regioni di lingua e cultura turca (compresi quelli dove i turchi sono minoranza come la Germania o la Romania o quelli non riconosciuti fuori dalla Turchia, come Cipro Nord), con brani nella lingua nazionale.

Il concorso, tornato nel 2020 in versione online dopo tre disastrose edizioni live (soprattutto sul fronte della gestione del voting) ufficialmente è in attesa della quinta edizione, programmata a Bursa, in Turchia, entro fine anno.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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