Eurovision 2023: Birmingham come Roma, arena inadatta a causa del tetto
L’anno scorso si era discusso assai del motivo che aveva escluso Roma dalla corsa finale per la scelta della città ospitante dell’Eurovision Song Contest 2022.
Eurovision 2022: il caso di Roma
C’era, infatti, una seria criticità di infrastrutture: al Palazzo dello Sport, meglio noto come PalaEur, esisteva già da più di trent’anni, ed esiste tuttora, un problema mai risolto anche con la ristrutturazione del periodo 2000-2003.
In particolare, sul tetto non è possibile posizionare carichi di peso rilevante; un tentativo, questo, già sperimentato con il basket dal gruppo Ferruzzi quando possedeva la Virtus Roma. Quel cubo durò pochi anni.
L’altra struttura, un padiglione della Fiera di Roma, era la sola che aveva quasi tutti i requisiti a disposizione per poter far parte della corsa. Ma quasi non vuol dire del tutto.
La caratteristica mancante, infatti, era l’altezza del tetto, che dev’essere di almeno 18 metri. Questo ha tagliato fuori la Capitale dal novero delle cinque città finaliste, tra cui è poi stata scelta Torino.
Eurovision 2023: il caso di Birmingham
Il caso di Roma si è ripresentato anche nella selezione per la città ospitante del 2023. E lo stesso motivo della capitale italiana è stato alla base anche dell’esclusione di Birmingham dalla corsa a due che ora coinvolge Glasgow e Liverpool.
A parlarne è stato il sindaco delle West Midlands (autorità combinata che riunisce al suo interno l’area metropolitana di Birmingham e la città di Coventry; è stata creata nel 2016, prime elezioni nel 2017), Andy Street.
Questo il testo tradotto del suo tweet:
Birmingham non è entrata nelle candidature finali per l’Eurovision per una questione tecnica circa l’altezza del tetto della sede. Una ragione incredibilmente frustrante per uscire di scena, anche per le soluzioni che erano state proposte. Abbiamo dato tutto, e continueremo a proporci per i massimi eventi.
Più d’uno ha fatto notare la questione di base: l’arena in quanto tale. Nella candidatura, infatti, non era previsto l’uso dell’Utilita Arena (già National Indoor Arena, sede dell’edizione 1998), la terza più grande del Regno Unito con i suoi 15.800 posti a sedere, bensì la Resorts World Arena, con capienza di pochissimo minore, ma appunto vittima del problema citato.
Va ricordato che, assieme a Birmingham, a uscire di scena dalla corsa a sette, ora divenuta a due, sono state anche Leeds, Manchester (con la più grande arena coperta del Regno Unito, l’AO Arena), Newcastle e Sheffield. Tutte queste candidature erano supportate dai rispettivi consigli delle città, con Sheffield che in aggiunta aveva il sostegno della South Yorkshire Mayoral Combined Authority.
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