Eurovision 2023: Grecia e Irlanda perfezionano le loro selezioni
In vista dell’Eurovision 2023 a Liverpool, sia la Grecia che l’Irlanda si approcceranno alla selezione del proprio candidato in maniera diversa rispetto al passato, vediamo in che modo.
La Grecia verso l’Eurovision 2023
Dopo un ottimo ottavo posto con Amanda Tenfjord ed il brano “Die together”, la televisione greca ERT sta lavorando su quello che sarà il prossimo rappresentante della Grecia all’Eurovision Song Contest.
Per la prima volta dal 2017 ERT tornerà ad interpellare il pubblico, attraverso un metodo analogo a quello che utilizza la Svizzera per selezionare il proprio rappresentante.
Il rappresentante e il brano greco saranno selezionati sia da una commissione di 7 esperti e tecnici in ambito musicale che peseranno per il 49.4% sul risultato finale, che da un pubblico di varia età (mirando tuttavia ad un’audience più giovane possibile) che peserà per il 50.6%. Si tratta delle percentuali che saranno utilizzate all’Eurovision 2023.
Dunque nessuna finale nazionale trasmessa in diretta tv, ma nemmeno una scelta interna. Alla fine sarà un compromesso che coinvolgerà una ristretta cerchia di pubblico e una giuria di esperti.
Le dichiarazioni di Konstantinos Zoulas, presidente di ERT sono state le seguenti:
Tutto ciò che cerchiamo di fare è di avere una commissione popolare variegata. Tutte le generazioni devono essere rappresentate, con un occhio di riguardo verso le più giovani che sono quelle che maggiormente guardano e commentano l’Eurovision Song Contest.
A partire dalla prossima settimana inizieremo ad invitare tutte le persone alla Radio House di Agia Paraskevi per ascoltare i brani giunti e fare le loro scelte. Per decisione della direttrice della Comunicazione Dora Chiraki, nessun rappresentante o impiegato di ERT prenderà parte all’interno della giuria popolare.
L’Irlanda verso l’Eurovision 2023
Anche l’Irlanda cambia leggermente le carte in tavola in vista dell’Eurovision 2023, che per la prima volta dal 1998 si terrà non molto lontano da loro.
Durante il podcast Éirevision, i conduttori hanno avuto modo di ospitare con Michael Kealy, capodelegazione dell’Irlanda dal 2013, che ha raccontato, tra le altre cose, le problematiche riscontrate con il metodo di selezione.
L’Irlanda è un vero e proprio gigante fragile, il Paese con il maggior numero di vittorie di sempre che nell’ultima decade ha raggiunto la finale solo nel 2013 (chiudendo ultima) e nel 2018. Peggio di loro ha fatto soltanto la Macedonia del Nord con un’unica qualificazione nel 2019, con la quale tuttavia chiusero ad un rispettabilissimo settimo posto.
Anche all’ultimo Eurovision a Torino le carte non sono state in favore dell’Irlanda, con Brooke Scullion che si è dovuta accontentare di un magro quindicesimo posto in semifinale, facendo meglio solamente di Malta (16), Montenegro (17) e Georgia (18). Unica consolazione è stata l’aver ricevuto 12 punti dal Regno Unito (coadiuvato dal passaporto nordirlandese della cantante).
Tra le varie critiche mosse da Kealy all’Eurosong, la serata speciale del “Late Late Show” condotta da Ryan Tubridy, c’è stata la mancanza di obiettività da parte dei giurati, che hanno vestito d’oro e d’argento ogni singolo concorrente in gara, facendo spesso e volentieri anche paragoni inappropriati per la qualità dei brani e delle performance.
A partire dunque dal prossimo appuntamento dell’Eurosong, programmato al momento per il 3 febbraio 2023, la giuria di esperti sarà presente durante lo show e continuerà ad esprimere il proprio parere (nella speranza che sia effettivamente critica e costruttiva), ma non avrà diritto di voto ed avrà dunque una sola funzione “televisiva”.
Ci sarà tuttavia una giuria nazionale che voterà in maniera indipendente e non interverrà durante la serata, e contribuirà alla scelta del candidato dell’Irlanda per l’Eurovision 2023 insieme alla giuria internazionale e al televoto, esattamente com’è accaduto per il 2022.
Durante il podcast, Kealy afferma che due artisti sono già stati selezionati e saranno direttamente in finale, oltre ad esprimere compiacimento per aver ricevuto oltre 300 brani, da artisti che hanno anche rilevanza nazionale. Queste le sue parole:
L’Eurovision è ormai ampiamente sdoganato, visti i recenti successi di Måneskin e Rosa Linn (tra l’altro “Snap” ha superato appena ieri il numero di streams su Spotify di “Zitti e buoni”, ndr), è un’ottima rampa di lancio per nuove leve nel mercato internazionale ed una possibilità di rifarsi per artisti che hanno visto anni fa l’apice del loro successo. Penso che sarete sorpresi da alcuni artisti che saranno selezionati per la finale nazionale.
Una shortlist di artisti è già stata redatta, con 60 nomi che hanno superato i controlli di RTÉ. Una giuria composta da esperti dell’entertainment di RTÉ, esperti musicali ed appassionati restringerà il cerchio a dieci nomi e di questi un totale di sei prenderanno parte all’Eurosong il prossimo febbraio.
Michael Kealy ha anche snocciolato una questione annosa che ogni anno si ripresenta per l’Irlanda, ovvero la presenza (e successivamente partecipazione) di un brano in gaelico irlandese all’Eurovision.
Il problema consiste essenzialmente nella quantità, prima ancora che nella qualità: delle 330 canzoni inviate all’emittente irlandese appena una è in irlandese, tutte le altre sono in inglese. E non è nelle intenzioni di RTÉ selezionare un brano in lingua solo perché è in lingua, conclude il capodelegazione.
Ad oggi infatti, solo una volta nelle sue 55 partecipazioni l’Irlanda ha partecipato con un brano nella lingua celtica, ovvero nel 1972 con “Ceol an ghrà” di Sandie Jones (deceduta nel 2019), chiudendo appena quindicesima su 18 partecipanti.
Diverso invece il discorso per quanto riguarda lo Junior Eurovision Song Contest, dove l’Irlanda concorre solo ed esclusivamente con canzoni in lingua irlandese, come da prerogativa della tv che trasmette l’evento (TG4).
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