Junior Eurovision 2022, i bambini dell’Artsakh non riescono a tornare a casa
Un bruttissimo episodio chiude lo Junior Eurovision 2022 appena ospitato a Yerevan e conclusosi con la vittoria di “Oh Maman” di Lissandro per la Francia.
C’entra purtroppo la guerra fra Armenia ed Azerbaigian per il controllo della repubblica dell’Artsakh, la regione meglio nota come Nagorno-Karabakh di lingua e cultura armena in territorio azero che dal 1991 si è autoproclamata indipendente.
Succede che 18 bambini e ragazzi dagli 11 ai 17 anni dell’Artsakh giunti a Yerevan per assistere allo show sono tuttora bloccati lungo l’autostrada e non possono tornare a casa. A denunciare la vicenda a News.am Aida Gyurjinyan, consigliere del ministro dell’istruzione, della scienza, della cultura e dello sport dell’Artsakh che accompagna questi bambini.
Si tratta di ragazzi che erano arrivati a Yerevan come premio per aver vinto le Olimpiadi scolastiche in varie materie e che volevano solo godersi lo spettacolo e portarsi a casa il bel ricordo. Ed invece ora si ritrovano in questa situazione
Un gruppo di azeri in abiti civili, infatti nella mattina di lunedì ha bloccato l’autostrada Stepanakert-Goris ufficialmente presentatisi come “ispettori ambientali” e questi 18 bambini con la loro accompagnatrice sono tuttora fermi, così come altre 100 persone, sono rimaste bloccate in altri tratti della stessa autostrada, ovvero Lisagor-Shushi e Stepanakert-Shushi.
Così Aida Gyurjinyan al sito:
Siamo stati in un hotel a Goris [città dell’Armenia]. I genitori di questi bambini sono costantemente in contatto, sono preoccupati per i loro figli, ma noi siamo qui con loro. Sono state violate l’istruzione ed i diritti dei bambini e la firma dell’Azerbaigian è evidente, non tollerano nemmeno la partecipazione dei bambini dell’Artsakh all’evento
Ma il piccolo Artsakh, affinché i bambini potessero vivere una vita piena lì, aveva assicurato quella presenza in modo che anche i bambini di Artsakh potessero assistere a quel meraviglioso evento, e si è scoperto che hanno chiuso il percorso dei bambini sulla via del ritorno
Una situazione che ha diviso genitori e figli, visto che le famiglie di questi piccoli si trovano in Artsakh. Aida Gyurjinyan aggiunge:
I terroristi azeri non hanno lasciato che la nostra gioia durasse fino alla fine. Hanno interrotto come sempre, e ora ci tengono qui in buone condizioni. Ma tutto ciò non ha significato quando la tua patria è in pericolo. I nostri parenti sono in Artsakh, mentre noi siamo qui.
Una guerra mai sopita
Perché questa azione? La motivazione “ambientale” è piuttosto vaga ed è probabile – usiamo il condizionale solamente perché non ci sono dichiarazioni ufficiali in questo senso – è che la causa debba essere ricercata proprio nella guerra scoppiata nel 1991, quando la repubblica dell’Artsakh si è proclamata indipendente a seguito dell’avvio del processo di “azerificazione” della regione iniziata tre anni prima e proseguita con forza dal governo azero dopo il ritorno di Armenia ed Azerbaigian come stati sovrani.
La guerra non si è mai fermata: fra i due Paesi esiste solo un flebile cessate il fuoco, più volte violato da entrambe le parti. Nel 2020, una nuova fase acuta del conflitto si è conclusa nel mese di Novembre di quell’anno con centinaia di morti e la riconquista di gran parte dei territori da parte degli azeri.
L’attuale cessate il fuoco è regolato da un trattato trilaterale siglato con la mediazione della Russia e proprio 2000 peacekeepers russi controllano lo stretto corridoio di Lachin che collega l’Armenia e l’Artsakh. In quella zona passa l’autostrada bloccata.
Proprio per questo motivo, sono le forze di pace russe che stanno trattando con gli occupanti azeri. Queste ultime confermano che non sono state commesse violenze o violazioni, ma è ovvio che questa situazione accende di nuovo i fari sul conflitto mai sopito.
Armenia vs Azerbagian all’Eurovision
L’Azerbaigian non ha preso parte allo Junior Eurovision proprio perché l’evento si è svolto in Armenia. Lo scorso anno, proprio sul palco della rassegna si consumò l’ultimo atto di un contrasto che anche a livello eurovisivo non ha mancato scontri e schermaglie.
La tv azera boicottò l’esibizione di Malena Fox, coprendola con le parole per impedire che fosse ascoltata e quindi votata e non nominò mai il Paese nemmeno all’annuncio della vittoria della cantante, sminuendo successivamente il trionfo.
Ed a fine show cercò invano di fermare la propria piccola rappresentante Sona Azizova, corsa ad abbracciare Malena dopo la vittoria. Lei però li gelò: “Perché non posso farlo: è una bambina come me?”.
All’Eurovision il contrasto fra i due Paesi è sfociato in diversi episodi di boicottaggio e proteste dal 2008, anno del debutto azero ad oggi, culminato in due fatti chiave. Dal lato azero, l’investigazione da parte del Governo sugli azeri che avevano televotato Armenia nel 2009, accusati di essere “nemici dello stato”. Dal lato armeno, invece, con la mancata partecipazione all’Eurovision 2012 a Baku, ufficialmente per motivi di sicurezza.
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