Sanremo 2023: Anna Oxa e il suo Eurovision 1989 con Fausto Leali

Anna Oxa Fausto Leali

Ben 33 anni. Tanti ne sono passati dal momento in cui le strade di Anna Oxa e Fausto Leali si sono incrociate.

Due artisti diversi, due vere e proprie generazioni musicali musicali diverse, capaci di diventare una cosa sola nel 1989, a Sanremo come a Losanna. Ma andiamo con ordine.

Anna Oxa e Fausto Leali prima del 1989

Al Festival ricordato anche per la peggior conduzione (o una delle peggiori) della storia, Anna Oxa ci arriva sulle ali di un successo che non si ferma mai. Ivano Fossati e Guido Guglielminetti, nel 1978, hanno nel cassetto un asso per lei di nome “Un’emozione da poco“.

Con il look punk di Ivan Cattaneo si va a prendere il secondo posto, in una classifica che, a guardarla oggi, fa venire i brividi: primi i Matia Bazar con “…e dirsi ciao” e terzo Rino Gaetano con l’iconica “Gianna“. Paradossalmente, quel Festival ebbe pochissima copertura tv se la paragoniamo a oggi: c’erano tre serate e sulla Rai (tv e radio) andò solo quella finale.

Successivamente giungono altre cinque partecipazioni alla rassegna dei fiori, nessuna delle quali altrettanto fortunata dal punto di vista della classifica, ma con almeno un paio di successi da ricordare: “È tutto un attimo” (1986) e “Quando nasce un amore” (1988, stesso anno della mirabile “Tutti i brividi del mondo“).

Nel frattempo, Fausto Leali era riuscito a risalire da un periodo di relativo oblio, dopo i grandi anni da “A chi” (1967) fino almeno a “Io camminerò” (1976) e “Vierno” (1977). Due partecipazioni nel 1987 (“Io amo“, oltre 400.000 copie vendute) e 1988 fanno da prodromo a quel che accade l’anno dopo.

Sanremo 1989

Il 1989 di Sanremo è particolare: come detto, c’è una situazione del tutto particolare legata al forfait di Renato Pozzetto per la conduzione, che rende l’inserimento dei “figli d’arte” Rosita Celentano, Paola Dominguín, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi un disastro su tutta la linea. Inoltre le esibizioni sono dal vivo, ma su basi musicali preregistrate (stile Eurovision moderno) per tutti. Tranne uno: Gino Paoli, che si porta dietro i suoi musicisti.

Pur segnata da canzoni che avrebbero fatto la storia (su tutte “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini), quella è l’edizione di Anna Oxa e Fausto Leali. Al tempo si vota con l’abbinamento al Totip: “Ti lascerò“, scritta dallo stesso Leali con Franco Fasano, Franco Ciani, Fabrizio Berlincioni e Sergio Bardotti, di preferenze ne riceve quasi sei milioni, lasciando a enorme distanza sia Toto Cutugno che Al Bano e Romina Power.

Eurovision 1989: un’avventura dai mille volti

Passare dall’Italia all’Europa, però, non è gioco così semplice. Non lo è soprattutto perché la Rai si iscrive fuori tempo massimo all’Eurovision 1989. L’EBU non gliela fa pagare con ammende, ma all’atto pratico la tv italiana viene obbligata a non partecipare a quello che allora era il sorteggio integrale dell’ordine di uscita e le consegna d’ufficio il numero 1. Traduzione: Anna Oxa e Fausto Leali aprono l’edizione di Losanna.

La delegazione, al tempo, è composta di poche persone: Gabriella Carlucci (che commenta per Rai1), Franco Cantarelli (capo della spedizione e produttore Rai), i manager degli artisti, i rappresentanti delle etichette e Mario Natali, ventinovenne direttore d’orchestra. Sono gli anni in cui la tv di Stato manda l’Eurovision in differita, con una disaffezione crescente che culminerà di lì a pochi anni al ritiro volontario. In questo caso l’edizione viene pubblicizzata come “in diretta” con un collegamento al TG1 in realtà registrato nel pomeriggio.

Per la prima volta da 17 anni a quella parte a rappresentare l’Italia ci sono i vincitori di Sanremo: l’ultimo in carica, infatti, era stato Nicola Di Bari nel 1972, anche se lui fu selezionato per altre vie e decise di portare la canzone ligure “I giorni dell’arcobaleno” (che ha anche una sua storia di censure e non).

La canzone, però, non è “Ti lascerò”, ma “Avrei voluto”, un pezzo ancora creato da buona parte del team autoriale già sanremese. Del resto, ai tempi si era soliti cambiare canzone: oggi questo fatto ci può stupire, ma allora era consuetudine.

Anna Oxa e Fausto Leali cantano, come si diceva, per primi. Lo fanno bene, in un crescendo che parla d’amore, un amore forte, intenso, vissuto e che s’arrampica sulle capacità vocali di lei, tra le più importanti nel nostro Paese, accompagnate dal timbro particolare di lui. Nei giorni precedenti registrano la cartolina introduttiva a Crans Montana, sede storica di tante gare internazionali di sci alpino e del più noto golf club dell’intera Svizzera.

Il nono posto arriva dopo un voting in cui l’Italia resta ancorata a zero per otto giri di telefonate (sette più quello italiano). Poi i sette punti del Portogallo, poi altri quattro zeri, quindi un’ottima ultima parte con i 12 della Spagna e i 10 della Finlandia. Totale: 56 punti, gli stessi della Grecia con “To diko sou asteri” di Marianna.

Anna Oxa e Fausto Leali dopo Losanna

I due, arrivati sostanzialmente a vivere a metà tra la tranquillità e un certo qual distacco, tra le testimonianze proprie e quelle altrui, concludono lì la loro unione artistica, proseguendo nei rispettivi cammini.

Per Fausto di Sanremo vinti non ce ne saranno più, ma un quarto posto (2002, con Luisa Corna) e due quinti (1997 e 2009) sì.

Per Anna, invece, capiterà letteralmente di tutto: il caso di “Donna con te” (1990) scartata da Patty Pravo a pochi giorni dall’inizio e che riesce a portare al 4° posto, e soprattutto la vittoria sanremese del 1999 con la perla senza tempo che è “Senza pietà” sono i punti più alti.

Sono gli ultimi anni, soprattutto quelli successivi all’ultima partecipazione a Sanremo del 2011 (“La mia anima d’uomo“), a risultare turbolenti, in una misura tale che non è possibile riassumerla in poche righe. Rimane, certo, il piacere di ritrovarla sul palco più famoso d’Italia. E, peraltro, con un primato eguagliato.

Ad oggi, Anna Oxa è la quinta artista a cantare in 15 diversi Festival di Sanremo. Come lei Milva, Toto Cutugno, Peppino Di Capri e Al Bano. Tre di loro, come lei, in Europa ci sono andati. Uno ha vinto. Certo, rimane una questione: verrà il giorno in cui l’asticella sarà alzata a 16?


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