Eurovision 2023: chi è Loreen e come è arrivata a riscrivere la storia dell’evento
Vincere due volte l’Eurovision Song Contest sembrava un’impresa appartenente al passato, non più replicabile oggi, in un mercato musicale che così come lancia velocemente schiere di talenti, altrettanto velocemente ne espelle altri; eppure Loreen ce l’ha fatta entrando nella storia dell’evento.
Se Johnny Logan con le sue due vittorie per l’Irlanda nel 1980 (con “What’s another year”) e nel 1987 (con “Hold me now”) si è guadagnato il titolo di “Mr. Eurovision”, Loreen, eguagliandolo, può essere ora ribattezzata “Ms. Eurovision” o “Eurovision’s Queen” sulla scia dei tanti commenti social dopo la proclamazione e anche, perché no, per una seconda vittoria arrivata a Liverpool, città fino a pochi mesi fa suddita di una delle regine più amate di sempre, Elisabetta II.
La carriera di Loreen
Ma chi è Loreen e come è arrivata a questa storica doppietta? Lorine Zineb Talhaoui, questo il suo vero nome, nasce a Stoccolma il 16 ottobre 1983 da genitori marocchini – di origine berbera – immigrati in Svezia. Prima di 6 fratelli, quando nasce sua madre ha 16 anni, crescerà lei e i fratelli da sola e la supporterà nelle sue scelte di vita. Racconterà della sua infanzia al programma “Sverige!” nel 2021:
Mi è stato concesso lo spazio per esprimere me stessa. […] Eravamo tanti fratelli ed era un po’ un casino la casa, come in una casa marocchina. La musica andava dappertutto quindi di solito mi facevo da parte. Mi piaceva stare con me stessa, così potevo cantare. Mi chiudevo in bagno, perché mi piaceva l’acustica, e cantavo per ore. Mia mamma diceva “Nessuno la disturbi. Perché è il suo spazio”.
Pubblicamente bisessuale, come dichiarato in un’intervista per Aftonbladet nel 2017:
Molti sono così fissati col sesso e la sessualità. L’amore è qualcosa di molto di più. Io dico spesso “L’amore è lì dove lo trovi”. Questo ti rende bisessuale? Sì. Quindi molto semplicemente credo di poter dire che lo sono.
Si presenta alla versione svedese di “Idol” nel 2004, portando una cover di “If ain’t got you” di Alicia Keys che le fa ottenere una wild-card dai giudici per la fase finale. Concluderà l’esperienza al quarto posto finale.
Dopo l’uscita da “Idol” – talent che sfornerà talenti come Måns Zelmerlöw, Agnes, Danny Saucedo e Anna Bergendahl – tra il 2004 e il 2010 Loreen non persegue la carriera di cantante. Si dedica invece al lavoro dietro le quinte come produttrice per i programmi dei broadcaster locali quali TV3, TV4 e SVT.
Si riaffaccia sulla scena musicale svedese nel 2011. L’allora direttore artistico del Melodifestivalen Christer Björkman sceglie la sua “My heart is refusing me” tra le 32 canzoni in gara quell’anno. Loreen gareggia nella seconda serata e manca l’accesso diretto alla finale: sono più di 30mila i voti di differenza dal secondo classificato Brolle (“7 days and 7 nights“).
Accede così all’Andra Chansen, il “ripescaggio”, ma esce al primo duello con Sara Varga, e la sua “Spring för livet” per poco più di 12mila voti di scarto. Il suo stile elettro-pop fatica a far presa sul pubblico svedese. Ma è solo questione di tempo.
Loreen, dalla selezione svedese all’Eurovision 2012
Nel 2012 torna al Melodifestivalen con un brano – ironia della sorte – inizialmente scartato da Danny Saucedo: si intitola “Euphoria” e la porterà al trionfo prima in patria, dove straccia gli altri concorrenti sia tra le giurie, 6 “douze points” su 11 disponibili, che al televoto, più di 210mila voti in più di Danny Saucedo (secondo classificato), e poi in Europa.
Si presenta infatti a Baku, sede dell’Eurovision Song Contest 2012, con i favori del pronostico – proprio come quest’anno – davanti alla nostra Nina Zilli, alle russe Buranovskiye Babushki, al serbo Željko Joksimović e alla danese Soluna Samay. Stravince con 372 punti (era in vigore il vecchio sistema di punteggio con set unico di punti per paese), ottenendo ben 18 “douze points” su 42.
Loreen: il successo di “Euphoria”
In Italia “Euphoria” otterrà il disco d’oro ed entrerà in rotazione ma senza sfondare, come invece fa negli altri paesi europei. Loreen arriva in testa alle classifiche in 15 paesi: “Euphoria” diventa il brano più venduto in Europa nel mese di giugno, colleziona dischi di platino in 7 nazioni e il disco d’oro nel Regno Unito vendendo alla fine più di 400mila copie.
Con questi risultati Loreen si consolida come icona dell’Eurovision Song Contest – “Euphoria” è tutt’oggi considerata una delle canzoni più belle della storia eurovisiva – e nel 2013 si esibisce da campionessa in carica a Malmö con il suo nuovo singolo “We got the power“, inserito nel repack del suo album di debutto “Heal“.
In un’intervista alla SVT del 2021 dirà:
Sono grata a “Euphoria”. Sono grata a quel periodo della mia vita che per me è stato importante. Ho viaggiato per più di tre anni alla fine grazie a quella canzone. Molte volte quando la eseguo dal vivo la canto insieme al pubblico.
Durante i primi anni di carriera inizia anche a spendersi per il sociale, in particolar modo come ambasciatrice per il comitato svedese per l’Afghanistan. Nel documentario “Livet enligt Loreen” del 2017 spiegherà cosa la spinse a visitare proprio il paese asiatico nel 2013 e perché sposava le cause umanitarie:
Oltre ad essere un’ambasciatrice volevo anche essere più fisicamente partecipe. È un buon compromesso considerando che sono un’artista. Tutto si basa su dare e ricevere, tu dai e tu prendi e così via. Parlo dalla mia prospettiva: devo dare perché sto ricevendo tanto. […] Cerco di dire di sì il più possibile a cause benefiche. Lì è dove posso fare una differenza.
Loreen, la clamorosa eliminazione al Melodifestivalen 2017
Ritorna sulle scene nel 2015 quando presenta al Melodifestivalen, fuori gara, il singolo “Paper light” a cui seguono “I’m in it with you” e il suo primo brano in svedese “Under ytan” (cover dell’originale del 1994 di Uno Svenningsson).
Il fandom eurovisivo si accende poi nel 2017, quando viene annunciato il suo ritorno in gara al Melodifestivalen. Loreen si prese un grande rischio presentandosi con “Statements”: un brano sempre vicino alle sue sonorità elettroniche ma molto più dark, caratterizzato anche da una complessa quanto evocativa messa in scena che citava Danuta Danielsson.
La donna era celebre in Svezia per lo scatto del 1985 che la ritraeva colpire con la sua borsetta un sostenitore del Partito del Reich Nordico in marcia per le strade di Växjö. Questo omaggio non fu gradito dal figlio di Danuta che la criticò pubblicamente.
L’episodio, unito alla non immediatezza della canzone, portò prima alla mancata qualificazione diretta per la finale e poi alla clamorosa eliminazione – per poco meno di 90 mila voti – al ripescaggio contro Anton Hagman (con “Kiss you goodbye“).
La scelta di quel brano così difficile per una competizione canora venne spiegata dalla stessa Loreen sempre nel documentario “Livet enligt Loreen”:
Questo mondo commerciale è un’illusione. La celebrità e tutto il resto, non fanno per me. Devo lavorare con qualcosa che sento giusto […], qualcosa che sviluppa il mio spirito. Se non lo facessi, non trasmetterei niente.
La grande delusione per il risultato del Melodifestivalen 2017 fu mitigata dal lancio del suo secondo – e finora ultimo – album in studio, “Ride“. Un lavoro dalle tante sfaccettature che segnò un parziale distacco dal mondo elettronico per avvicinarsi alle ballad e all’hip-hop, trainato dai singoli “Hate the way I love you” e “’71 charger“.
Da quella data Loreen è arrivata sul mercato musicale esclusivamente con dei singoli, da “Walk with me” del 2019 a “Neon lights“, pubblicato nel 2022, dedicandosi anche a progetti sul grande schermo come la comparsa in “Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga” o il ruolo nel film svedese “Vinterviken”, entrambi usciti nel 2021.
Loreen, il ritorno verso l’Eurovision 2023
Prima del 2023, torna come ospite al Melodifestivalen nel 2020 e canta nuovamente in svedese nel singolo del 2021 “Sötvattentårar“, ma è il suo ritorno in gara quest’anno che scatena l’euforia dei fan. “Tattoo”, al netto di accuse di plagio, travolge il contest: prima stravince la quarta serata con quasi 400mila voti di scarto sugli Smash Into Pieces poi dilaga in finale.
Le giurie le assegnano 92 punti su un massimo di 96 disponibili (7 “douze points” su 8), il televoto completa il plebiscito assegnandole 85 punti (i secondi, Marcus & Martinus, ne prendono 67). Da questo momento la storia è nota, Loreen è prima per gli scommettitori già dalla sua prima esibizione al Melodifestivalen e da lì non si scollerà più fino alla finalissima di Liverpool.
Ancora una volta le giurie la preferiscono in massa (15 “douze points” su 37) mentre al televoto solo il finlandese Käärijä riesce a risultare più convincente. La rimonta dell’interprete di “Cha cha cha” tuttavia non va a buon fine.
Loreen può scrivere per la seconda volta il suo nome sull’albo d’oro della manifestazione e la Svezia ringrazia perché, grazie a questa sua artista che è sempre rimasta fedele a se stessa, raggiunge l’Irlanda in testa all’albo d’oro per nazioni dell’Eurovision.
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