Eurovision 2023: bombe sulla città dei TVORCHI e corteo contro il Governo di Israele

Ternopil TVORCHI Eurovision 2023

L’eco della geopolitica continua a risuonare forte all’Eurovision 2023. È stata una settimana complessa, perché ovviamente la presenza del concorso a Liverpool invece che in Ucraina ne ricordava la motivazione. Ma anche perché durante i giorni dell‘Eurovision c’è stato – ed è tuttora in corso – un attacco aereo israeliano sui cieli di Gaza, l’exclave palestinese fra Israele ed Egitto.

Noi che eravamo in questi giorni a Liverpool abbiamo assistito alla protesta di Liverpool Friends of Palestine, che dalla piazza principale della città, è sfociata in un corteo ed in un picchetto nelle zone attorno alle location dell’evento per chiedere l’esclusione di Israele dal concorso.

Il motivo è da ricercarsi non solo negli attacchi delle forze di difesa israeliane su Gaza con 31 morti,  in risposta a quelli lanciati su Israele lo scorso 2 Maggio (la tv Kan aveva persino programmato lo spostamento della diretta dell’Eurovision su un canale minore in caso di nuova risposta palestinese), quanto nella politica del governo di estrema destra al potere a Gerusalemme.

In particolare, sono nell’occhio del ciclone i due ministri sionisti e dichiaratamente anti-palestinesi, Ben Gvir (sicurezza nazionale) e Bezalel Smotrich  (tesoro), protagonisti di dichiarazioni razziste nei confronti della comunità palestinese.

Noa Kirel – che poi ha chiuso terza – è nota per aver svolto il servizio militare esibendosi per le forze armate e dunque per aver servito lo stato di Israele, ma Jeremy Hawthorn, coordinatore di Liverpool Friends of Palestine, ha affermato che il problema non riguarda il singolo artista, ma il paese che rappresenta.

Non è solo una questione geografica. È anche una questione politica che i razzisti non appartengano a un festival musicale. La richiesta generale è di escludere Israele dalla competizione. Non chiediamo che la competizione stessa venga interrotta, e non chiediamo a nessuno di boicottare l’Eurovision per quel motivo perché non hanno fatto nulla per meritarsi questo.

Per tutta la durata del concorso Noa Kirel e la sua delegazione sono stati guardati a vista da tre guardie del corpo, fra la preoccupazioni per potenziali dimostrazioni: in particolare, la delegazione di Kan temeva possibili arrivi di palestinesi da tutta Europa in occasione dell’accesso in finale, ma così non è stato.

I precedenti di Israele

Non è la prima volta che Israele gareggia all’Eurovision durante un attacco missilistico. Nel 2019, proprio pochi giorni prima dell’edizione di Tel Aviv, ci fu una pioggia tra Gaza e Israele, al punto da incutere molti timori proprio in vista dell’arrivo dei turisti – che infatti furono pochissimi – per l’Eurovision.

Ma anche nel 2009, la presenza in gara sotto bandiera israeliana di Noa e della israelo-palestinese Mira Awad suscitò non poche polemiche fra i giornalisti israeliani accreditati, che accusarono le artiste (in particolare la Awad) di essersi prestate a quella che ritenevano essere una operazione di “ripulitura” dell’immagine da parte del Paese a pochi mesi dall’operazione Piombo Fuso: 20 giorni ininterrotti di attacchi missilistici sopra il cielo di Gaza con l’obiettivo di fermare Hamas, l’organizzazione terroristica paramilitare palestinese, dopo il lancio di missili Qassam da parte di quest’ultima.

Ucraina, attacchi durante l’esibizione dei TVORCHI

I missili russi hanno colpito sabato sera Ternopil, città di origine del duo musicale ucraino TVORCHI che rappresentava il Paese all’Eurovision 2023, durante le finale del concorso musicale. Le autorità locali hanno dichiarato che l’attacco ha colpito magazzini di proprietà di imprese commerciali e di un’organizzazione religiosa. Due persone sono rimaste ferite.

La band, che si stava esibendo sul palco mentre le sirene dei raid aerei risuonavano in tutta la città, in seguito ha pubblicato un messaggio di solidarietà su Instagram:

Europa, unitevi contro il male per amore della pace! Gloria all’Ucraina.

Ternopil è una delle città più colpite nella prima fase della guerra d’aggressione mossa dai russi verso l’Ucraina ed è proprio da quella città che TVORCHI arrivano, essendosi conosciuti all’Università. Il nome della città campeggiava in green room proprio per mantenere alta l’attenzione.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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