Eurovision 2023 – Trash Parade: la classifica di chi le spara più grosse

Eurovision Press Parade

Di anni ne sono passati ormai molti da quel 2011 che ci ha visto tornare stabilmente in gara all’Eurovision e per molto tempo su queste pagine abbiamo segnalato montagne di errori e castronerie di tv e stampa, tanto da realizzare nel 2017 anche un video ironico con i “Milleuno modi (tutti italiani) per chiamare l’Eurovision Song Contest“.

Oggi per fortuna le cose sono cambiate, l’Eurovision continua a crescere negli ascolti e attira sempre più persone e la Rai nel tempo ha capito l’importanza di questo evento e lo promuove sempre più.

Con la chiusura dell’Eurovision 2023 però, tutto pensavamo tranne che ci fossero ancora giornalisti che, a distanza di anni, fossero rimasti così indietro da scrivere ancora di “trash” o “miti” più volte smentiti dai fatti.

Ecco quindi che quest’anno lanciamo una nuova rubrica, la Press Trash Parade, una vera e propria classifica (o TOP 3 se preferite) di chi le spara più grosse tra i principali quotidiani e media online, sull’ultima edizione dell’Eurovision Song Contest.

1. La Stampa

Primo posto di questa speciale Trash Parade va a La Stampa di oggi.

… last but not least, il trash, che per decreto regio non manca mai. In particolare, nuovi abissi sono stati toccati dalla Croazia (sorta di Village People rock che a metà rimangono tutti in mutande) e dalla Finlandia (che ha rischiato di vincere) con la reincarnazione dello Scrondo (il mostriciattolo di Disegni per l’Araba Fenice), vestito di rosa e verde acido a danzare come un freak.

Noi l’avevamo messa in fondo fin dal primo giro, tanto per capirci come il gusto della giuria di qualità non conti nulla.

È chiaro che qui qualcuno non era al corrente del significato del brano dei Let 3 (Croazia). Altro che Village People.

Ha vinto la Svezia, Loreen agghindata come un animale circense del futuro ma già non la ricordo più, se non per le unghie di 15 cm. che rendono anche ci saluti molto complicati.

2. Fanpage

Seconda posizione per Fanpage. Riportiamo solo alcune parti dell’articolo, ma qui l’autrice si è davvero sbizzarrita… forse dovrebbe tornare a seguire le soporifere serate sanremesi fino alle 3 di notte o qualche reale sagra di paese.

L’Eurovision 2023 si chiude con una finale che vorrebbe essere un grande show, ma non ci riesce. Il folklore scade troppo spesso nel trash, mentre la durata XXL flagella gli spettatori in mondovisione. Il commento audio di Mara Maionchi e Gabriele Corsi prova a metterci una pezza, ma di questa via crucis trash verrà ricordato molto poco.

Lo sforzo di inserire messaggi positivi di pace e amore all’interno di una manifestazione che è, a tutti gli effetti, una sagra di paese con budget milionario ha più volte reso l’atmosfera surreale. Per non dire “cringe”. Anche dal punto di vista della conduzione sul palco.

Poco verrà ricordato di questo Eurovision Song Contest 2023. Per gli affezionati, in cima alla lista sicuramente si piazzano i 12 punti che San Marino, in genere ostile al nostro bel Paese, ha elargito a Mengoni.

Questo falso mito che circolava sui social anni fa (aggiornarsi ogni tanto farebbe bene), è stato smentito dai numeri. Questi i punti che San Marino ha dato all’Italia dal 2011 ad oggi: 12 7 4 0 10 10 3 4 12 10 (12 poi diventato 3) 12. Come direbbe Paolo Cevoli “Fatti, non pugnette!”.

3. Corriere della Sera

Chiudiamo con il principale quotidiano italiano. Anche qui le chicche non mancano.

…Prima o poi qualcuno chiederà un processo per i danni fatti da ESC al folklore. Il tentativo di rianimarlo con la dance ha un impatto devastante sulla memoria musicale. E qui tutto è rincarato da costumi da serie fantasy e dal nano pifferaio.

Se chi ha scritto il pezzo si fosse solo minimamente informato (ogni anno c’è la nostra Guida gratuita all’evento nel caso, anche per i più pigri), avrebbe scoperto che il “nano pifferaio” non è un riferimento da serie fantasy ma legato alla tradizione rumena.

E sulla giovane Alessandra Mele con la sua Queen of Kings:

È italiana, si chiama Alessandra Mele ed è nata a Pietra Ligure nel 2002, ma non diciamolo troppo in giro e continuiamo a bullarci di essere il Paese dei Maneskin… Un brano pop dance in cui l’ardore epico è così fuori misura che ci si aspetta di vedere spuntare sul palco dei Cavalieri della tavola rotonda robot…

In tutto questo trash, che per una volta non arriva dalla tv, ma dalla stampa italiana, chiudiamo con una nota positiva o meglio con una frase di Aldo Grasso, sul Corriere della Sera di oggi, che ricorda quale dovrebbe essere la trasformazione naturale del Festival di Sanremo…

L’Eurovision Song Contest è il futuro del Festival di Sanremo, il giorno in cui deciderà di liberarsi della «schiavitù» del Teatro Ariston.

Idea che Paolo Bonolis già da tempo aveva proposto, a partire dal 2017, poi ritornando sullo stesso concetto anche negli anni successivi (nel 2019 e nel 2020). Il tutto naturalmente senza esito.


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3 Risposte

  1. Marco Egidio ha detto:

    Rispetto il diritto di espressione di tutti i giornalisti. Non rispetto il diritto di offendere se non la si pensa allo stesso modo. Io mi chiedo però il senso e l’utilità dei cosiddetti “critici” (musicali, cinematografici e di altre varie categorie). Ma ricordate le stroncature di altisonanti critici musicali nei confronti di Madonna, Lady Gaga, Rihanna o altre star? E con questo ho detto tutto. Credo che tanti giornalisti italiani debbano imparare molto dalla stampa estera che si limita a fornire notizie, non a creare subdole dipendenze. E da ultimo ma non per ultimo, credo che la crisi della carta stampata dipenda anche dalla scarsa qualità degli articolisti che vi scrivono.

  2. Antonio Sedicina ha detto:

    Trovo difficile considerare Fanpage una testata seria

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