1 Settembre 2023: per l’Eurovision l’inizio di un nuovo anno

Siamo giunti al fatidico primo settembre, che per molti significherà il ritorno al lavoro dopo le meritate ferie, per gli studenti rappresenta l’imminente ritorno sui banchi di scuola e per gli eurofan rappresenta l’inizio di un nuovo e scoppiettante anno eurovisivo
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Infatti a partire da oggi, tutti i brani pubblicati potranno essere considerati idonei per l’Eurovision 2024, ed è a settembre che diversi bandi per inviare i brani per le selezioni interne dei rispettivi Paesi chiudono i battenti così come è fissata al 15 settembre la data ultima per tutti i Paesi di confermare la propria partecipazione all’Eurovision 2024 all’Unione Europea di Radiodiffusione (nota anche come EBU), pagando la propria quota partecipativa (principalmente legata al bacino di spettatori ed alla rilevanza internazionale dell’emittente). Va notato in ogni caso che i vari Paesi possono annunciare pubblicamente la propria partecipazione anche più tardi, l’importante è informare l’EBU entro la data prestabilita.
Eurovision 2024: Grande festa alla corte di Svezia
Mancano meno di 250 giorni all’inizio della sessantottesima edizione dell’Eurovision Song Contest, che si terrà dal 7 all’11 maggio nella Malmö Arena nell’omonima città a pochi chilometri da Copenhagen. Per la settima volta l’organizzazione volerà in Svezia, lì dove la rassegna musicale europea è religione, insieme alla storica selezione nazionale Melodifestivalen (che per l’occasione ha subito dei cambiamenti).
A riuscire nell’impresa è stata come ben sappiamo Loreen con la sua “Tattoo”, che è riuscita nella storica impresa di vincere due volte l’Eurovision Song Contest, undici anni dopo “Euphoria”, un risultato che negli anni solo Johnny Logan è riuscito ad ottenere, regalando all’Irlanda due vittorie nel 1980 e nel 1987 con “What’s another year?” e “Hold me now”, diventati due classici eurovisivi. Inoltre con questa vittoria la Svezia raggiunge l’Irlanda nel medagliere delle vittorie, avendo entrambe ottenuto sette vittorie (sebbene l’ultima vittoria irlandese risale ad un lontanissimo 1996).
Inoltre, Loreen ha sbancato il botteghino ottenendo rapidamente un successo dietro l’altro, dall’essere la canzone più riprodotta di sempre nelle 24 ore dopo l’Eurovision ad essere il brano eurovisivo che più rapidamente ha raggiunto le 100 milioni di riproduzioni su Spotify (record che spettava a “Brividi”) fino a superare sé stessa con “Euphoria”.
Ad oggi “Tattoo” conta 252 milioni di riproduzioni sulla piattaforma svedese Spotify ed è il sesto brano più riprodotto di sempre, dopo “Waterloo”, “Fairytale”, “Zitti e buoni”, “Snap” ed “Arcade” (che ha recentemente superato il miliardo di riproduzioni). A questi risultati si aggiungono un totale di 505.000 copie certificate e vendute in tutta Europa, tra cui figura anche il disco d’oro ottenuto in Italia di recente (un record, considerando la riluttanza delle radio nei confronti dei brani dell’Eurovision che non siano italiani).
Tra conferme e possibili novità
Sin dall’istante in cui la Svezia ha vinto l’Eurovision 2023 a Liverpool sono partite diverse speculazioni ed ipotesi sul modello e sul sistema di voto, soprattutto dal momento in cui per la seconda volta il Paese nordico ha sopraffatto il vincitore del televoto grazie ad un massiccio supporto da parte delle giurie: era accaduto di nuovo nel 2015 ai danni dell’Italia, quando Måns Zelmerlow vinse con “Heroes” ed ai ragazzi de Il Volo non restò che accontentarsi di un terzo posto dopo aver vinto con la più alta media per Paesi di allora con 9.38/12 (oggi è la terza dietro il 10.16/12 della Finlandia di quest’anno e dietro l’irraggiungibile 11.26/12 dell’Ucraina l’anno scorso).
A chiedere di un cambiamento nel sistema di voto tuttavia non sono stati soltanto i “tifosi” della parte lesa, ma anche nomi importanti come Stig Karlsen, capodelegazione norvegese dal 2016 nonché fautore della rinascita norvegese all’Eurovision. Egli ha parlato di una valenza delle giurie pari ad appena il 30%, ed ha affermato che le intenzioni erano di portare questa proposta direttamente al Reference Group, insieme alla possibilità da parte degli artisti di usufruire dell’autotune (già adoperato al Melodi Grand Prix 2023).
Tuttavia è difficile pensare che un cambiamento del genere possa avvenire, sebbene lo stesso Martin Osterdahl (Supervisore Esecutivo dell’evento dal 2020) abbia affermato in un’intervista che si potrebbe valutare in futuro la rimozione delle giurie anche in finale, dopo che queste erano state eliminate in semifinale a seguito degli scandali del 2022, in cui sei giurie furono accusate di essersi votate a vicenda all’interno della seconda semifinale.
Il ritorno del Lussemburgo
Tra le conferme abbiamo la confermata partecipazione di 28 Paesi all’Eurovision 2024, tra questi 17 selezioneranno il proprio cantante e rispettiva canzone tramite una selezione nazionale, con la particolarità di Israele che sceglierà come rappresentante il vincitore del talent show Rising Star ma il brano sarà scelto internamente tra quelli inviati dai compositori. Tra questi c’è un grande ritorno, ovvero quello del Lussemburgo, che poco prima della fine dell’Eurovision 2023 ha annunciato tramite i canali social dell’EBU il proprio ritorno in gara a distanza di 30 anni dall’ultima partecipazione nel 1993.
Mustii primo partecipante ufficiale
Un Paese invece ha bruciato le tappe annunciando il proprio rappresentante pochi giorni fa: parliamo di Mustii, cantautore ed attore scelto da RTBF per rappresentare il Belgio vallone in Svezia, e pare che a breve sarà raggiunto da un nuovo compagno di viaggio: secondo le indiscrezioni infatti, l’isola di Cipro (dopo un’estate che definire turbolenta equivarrebbe ad utilizzare un eufemismo) dovrebbe annunciare il proprio rappresentante scelto internamente entro la prossima settimana.
Anche l’Italia sarà in gara all’Eurovision 2024, e il vincitore di Sanremo 2024 sarà l’ultimo vincitore e rappresentante dell’era Amadeus, un direttore artistico che ha contribuito più di tanti altri blasonati a riavvicinare il Festival al suo destinatario principale: il pubblico che ascolta e compra i dischi dei partecipanti. Basti solo pensare che nei suoi quattro anni Amadeus ha permesso a tutti i partecipanti in gara di certificare un totale di quasi 11 milioni di copie (10.775.000 per l’esattezza), escludendo dunque i casi di “Farfalle” di Sangiovanni, “Due vite” di Marco Mengoni e ovviamente la memorabile “Zitti e buoni” dei Maneskin, che sono riusciti a certificare all’estero un totale di 965.000 copie.
La finale dell’evento sarà come dal 2016 trasmesso su Rai 1, resterà da capire se le semifinali rimarranno su Rai 2 dopo i buonissimi ascolti di quest’anno (specie considerata la controprogrammazione in casa con la partita di Champions Juventus – Siviglia programmata su Rai 1), o se si proverà a fare il grande salto come fu nell’edizione ospitata in casa quando tutte e tre le serate furono trasmesse su Rai 1.
Non c’è dunque altro da dire se non augurare a tutti i lettori di Eurofestival News un buon anno eurovisivo, che sia un anno ricco di notizie e tanta musica che ci riserverà questo Eurovision 2024!
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