Eurovision 2024, Ӧsterdahl: “Netanyahu ha tentato di silenziare la tv israeliana Kan”
L’Eurovision 2024 è già partito con le prime prove in corso, ma ovviamente sarà la prossima settimana quella centrale, con i tre live show che l’Italia potrà seguire su Rai 2 (le semifinali di martedì 7 e giovedì 9, diretta dalle 21) e Rai 1 (la finale di sabato 11 in diretta dalle 20.35), col commento di Gabriele Corsi e Mara Maionchi, oltrechè tutto su Radio 2 (commento di Diletta Parlangeli e Matteo Osso).
Il supervisore dell’evento, Martin Ӧsterdahl ha parlato al quotidiano economico svedese Svenska Dagbladet (l’equivalente del nostro Il Sole 24 Ore) affrontando i temi caldi: sicurezza, Israele e politica.
No all’odio verso i partecipanti ad Eurovision 2024
Si parte ovviamente dalla grande ondata di odio di cui è stato investito il concorso, in particolare la rappresentante israeliana Eden Golan ma anche molti altri degli artisti in gara, accusati dai chi sposa la causa filo-palestinese, di non essersi rifiutati di partecipare nonostante la loro posizione a sostegno delle popolazioni di Gaza. Ӧsterdahl su questo punto è netto:
C’è molto odio nei media e sui social media, odio contro i partecipanti e questo fa il paio con chi dice che non è sicuro far svolgere un evento come l’Eurovision che raduna tante persone in un momento come questo. Ma l’odio non ha cittadinanza all’Eurovision, stiamo lottando fortemente per questo. Abbiamo già superato il limite di tolleranza: gli artisti non dovrebbero aver paura di mostrare la propria forma d’arte perché c’è un conflitto da qualche parte del mondo e noi non abbiamo nulla a che fare con esso: è assolutamente assurdo.
Sicurezza prioritaria
Come già detto, sarà comunque un Eurovision blindato per Eden Golan, cui lo Shin Bet ha consigliato di restare chiusa nella camera d’albergo per motivi di sicurezza quando non deve partecipare ad eventi ufficiali oppure a prove e live. La cantante non ha preso parte agli eventi pre-eurovisivi e non parteciperà al Turquoise Carpet.
C’è il timore di attacchi e per questo è stata convocata la Nordic Force, con poliziotti anche da Norvegia e Danimarca, con rafforzamento anche della pattuglia svedese. Ӧsterdahl però rassicura:
Per quanto concerne la sicurezza, siamo al massimo su questo fronte da molti anni e posso assicurare che il pubblico e tutti quelli che qui lavorano a vario titolo per otto-nove settimane, sono al sicuro. Ci saranno dimostrazioni? Molto probabile. La polizia sarà capace di gestirle? Penso proprio di si
Kan ostacolata da Netanyahu
Il punto cruciale dell’intervista è però quello che riguarda Kan, il broadcaster israeliano. Ӧsterdahl risponde anche alle critiche relativamente alla partecipazione di Israele ed in particolare a chi chiedeva la squalifica dell’emittente, facendo i paragoni con quanto accaduto per la Russia:
L’unica condizione perché un broadcaster venga squalificato è che infranga le regole. La tv russa l’ha fatto: la disinformazione che ha iniziato a diffondere sull’invasione dell’Ucraina era troppo. Ma mentre la tv russa è l’estensione di Putin e del Cremlino, lo stesso non si può dire di Kan: Netanyahu ha tentato di silenziarla. E come broadcaster indipendente, abbiamo il dovere di supportarla.
E aggiunge anche una precisazione relativamente ad Armenia ed Azerbaigian, anche questi Paesi in guerra, nello specifico relativamente al broadcaster azero:
Riguardo ad Armenia e Azerbaigian, è bene chiarire: l’Azerbaigian non è esattamente una democrazia e si può discutere sull’indipendenza di AzTv (non a caso è l’altra emittente Ictimai Tv a partecipare, ndr). Ma non hanno ancora oltrepassato il limite come ha fatto la Russia.
Politica, società ed Eurovision
In un contesto simile, ovviamente, è logico che le vicende politiche influenzino anche l’Eurovision 2024. Ӧsterdahl spiega però che è fondamentale trovare sempre punti di unione, anche nell’ambito di vicende geopolitiche che possono segnare il percorso dei vari Paesi:
La gente che vive nelle zone in guerra vive anche in una crisi e in una bolla, questo va compreso. Perdo molto tempo a spiegare alle delegazioni che una volta che sei sul palco devi toglierti il cappotto e focalizzarti su ciò che ci unisce. L’unica cosa che noi dobbiamo controllare sono quei tre minuti sul palco ed è per questo che a volte mi sento frustrato quando la gente vuole la politica fuori dall’Eurovision.
L’Intervista al supervisore dell’Eurovision 2024 poi affronta gli aspetti prettamente economici dell’evento e ripercorre la storia professionale del manager svedese, figlio di un importante produttore discografico, grande esperto di Russia visto che ha conseguito un master in Studi Economici della Russia e dell’Est Europa con un semestre di approfondimento a San Pietroburgo.
Fu lui, che parla perfettamente il russo, a squalificare nel 2021 la Bielorussia dopo le due canzoni presentate dai Galasy ZMesta, che irridevano rispettivamente i manifestanti anti-Lukashenko e poi EBU e tutti i partecipanti all’evento.
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