Eurovision 2024, la prova ufficiale della seconda semifinale: il liveblogging
Report live da Malmö • Chi si unirà sabato ai paesi che hanno superato la prima semifinale, ai Big 5 e alla Svezia padrona di casa? La prova generale della seconda semifinale – la Dress Rehearsal 2 – dell’Eurovision Song Contest 2024 permetterà stasera alla stampa presente alla Malmö Arena e connessa al Media Centre di farsi una prima idea sulla gara che avrà luogo domani, giovedì 9 maggio.
La serata è particolarmente interessante per il nostro paese perché vedremo per la prima volta tutta l’esibizione di Angelina Mango sul palco della Malmö Arena dopo le prime prove, di cui sono state rese pubbliche sono alcune immagini e pochi secondi, prima sul profilo TikTok, e poi su quello YouTube, dell’Eurovision Song Contest. Anche il francese Slimane e gli spagnoli Nebulossa si esibiranno, come da nuovo regolamento, durante questa prova e domani in diretta televisiva per presentare i rispettivi brani.
Sedici i paesi in gara che domani verranno giudicati unicamente dal voto del pubblico da casa, compreso quello italiano. Come per la prova generale della prima semifinale voteranno ugualmente le giurie nazionali: la loro valutazione sarà utilizzata solo in caso qualche paese riscontri malfunzionamenti al televoto.
Vi ricordiamo che, purtroppo, per gli spettatori non autorizzati non è possibile assistere alla prova destinata alle giurie, in tv o in streaming online, poiché per regolamento è vietata qualsiasi ripresa delle esibizioni.
Questa la scaletta della seconda semifinale:
- Malta – Sarah Bonnici – “Loop”
- Albania – Besa – “Titan“
- Grecia – Marina Satti – “Zari”
- Svizzera – Nemo – “The code”
- Cechia – Aiko – “Pedestal“
- Austria – Kaleen – “We will rave”
- Danimarca – Saba – “Sand”
- Armenia – Ladaniva – “Jako”
- Lettonia – Dons – “Hollow”
- San Marino – Megara – “11:11”
- Georgia – Nutsa – “Firefighter”
- Belgio – Mustii – “Before the party’s over”
- Estonia – 5Miinust & Puuluup – “(Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi”
- Israele – Eden Golan – “Hurricane”
- Norvegia – Gåte – “Ulveham”
- Paesi Bassi – Joost Klein – “Europapa”
Si esibiscono fuori gara:
- Francia – Slimane – “Mon amour” (inserito in scaletta dopo la Cechia)
- Spagna – Nebulossa – “Zorra” (inseriti in scaletta dopo la Lettonia)
- Italia – Angelina Mango – “La noia” (inserita in scaletta dopo l’Estonia)
La prova generale della seconda semifinale
21:00 – Siamo live da Malmö. La serata inizia con un recap dei primi 10 finalisti.
21:01 – Entriamo nel camerino delle presentatrici Petra Mede e Malin Åckerman che si stanno preparando per la diretta.
21:07 – Dopo 6 minuti di black-out tecnico torniamo a vedere la diretta. È il momento della prima artista in gara, la maltese Sarah Bonnici.
Malta – Sarah Bonnici – “Loop”
Donato: Tutti aspettano solo una cosa nella performance di Sarah Bonnici: il “loop” bendata con l’ausilio dei ballerini che l’accompagnano on stage. Benché tutto sia ben fatto è un’insieme di concept triti e ritriti. FUORI
Emanuele: Lei è brava, migliorata molto dalla finale nazionale. Ma il brano è un pezzo generico che non passerebbe le semifinali del Melodifestivalen. Piccole Chanel crescono: FUORI
Albania – Besa – “Titan”
Donato: I problemi dello streaming massacrano una canzone che già è uscita con le ossa rotte dal revamp con annessa traduzione. Si è persa la magia della lingua albanese così come la musicalità della versione originale. “Titan” è un brano polveroso. Di titanica ci sarebbe l’impresa di entrare in finale. FUORI
Emanuele: La traduzione in inglese ha peggiorato un brano già modesto. Lei ha esperienza e si vede, tiene il palco da artista consumata. Ma non basta per dare forza alla performance complessiva. FUORI
Grecia – Marina Satti – “Zari”
Donato: One-take. Questa la parola che è circolata nel fandom eurovisivo in questi giorni in attesa di vedere la prova di Marina Satti. Il risultato è convincente, sembra un’esibizione da MTV Awards, contemporanea, che gioca anche con il mondo social dato che all’inizio l’inquadratura è verticale con la grafica di una diretta TikTok. Per il resto c’è poca Grecia da vedere ma tanta da sentire, anche se sulla voce di Marina ci sarebbero degli appunti da fare. Sicuramente DENTRO
Emanuele: Sprizza Grecia da tutti i pori. Il progetto è credibile, anche con la traiettoria artistica di Marina Satti. Il ritornello è sufficientemente martellante da prestarsi anche a TikTok. La sala stampa esplode e l’arena pure. DENTRO (e top 10)
Svizzera – Nemo – “The code”
Donato: Nemo entra camminando tra i cubi abbassati per poi posizionarsi sopra la piattaforma circolare. Impressionante la sua vocalità. Lui ci mette tantissimo mestiere nel rendere anche con il suo corpo il messaggio di rottura della canzone. La finale è prenotata, ma mancano le winner-vibes. DENTRO
Emanuele: Il pezzo non mi dice granchè, è un brano che non ha alcun futuro fuori dal concorso, ma devo ammettere che lui è molto bravo, intonato come una spada e ha un atletismo invidiabile perchè non è facile cantare sulla pedana rotante e basculante. Tutto il pacchetto complessivamente convince. Non c’è dubbio che si qualificherà e giocherà ai piani alti DENTRO
Cechia – Aiko – “Pedestal”
Donato: Aiko ci fornisce la peggior prova canora della serata finora, affannata e sovrastata dai backing vocalist fino agli acuti finali. Costume rivisto (avrà letto i commenti dopo le prove?) con due triangoli rossi a coprire il seno, nelle prime prove esposto con un vedo-non vedo. Ci sono le fiamme a rischiarare il buio dell’esibizione ma dopo Nemo passa via molto sottotraccia. FUORI
Emanuele: Il brano cresce con gli ascolti, almeno. Propone un genere non sempre immediato e lo fa bene. Gli acuti confermano anche una ottima resa vocale. Merita la qualificazione, ma è in una semifinale ostica. IN BILICO
21:30 – Nuova clip con altri brani celebri della storia eurovisiva.
Francia – Slimane – “Mon amour”
Donato: Siamo di fronte ad un cantante dalla voce straordinaria. Slimane incanta sulle note di “Mon amour”. Il pubblico apprezza, non ai livelli di Baby Lasagna o Bambie Thug ma sicuramente l’artista francese farà incetta di punti dalle giurie. A livello visivo è il lato opposto della medaglia di Barbara Pravi. Lui parte in ginocchio, il palco è illuminato di bianco e dopo la parte “a cappella”, in cui compare il fumo di scena, c’è un’esplosione finale di luci.
Emanuele: C’è poco da dire se non che siamo di fronte a un signore che ha venduto 15 milioni di dischi e sul palco dimostra perchè. Non c’è nulla che non funzioni e nella parte acappella è impressionante. La sala stampa è esplosa. Preparate i bagagli che si va a Parigi.
Austria – Kaleen – “We will rave”
Donato: Vocalmente, insomma. Scenograficamente Kaleen spacca lo schermo con body e stivali argentati degni di quella Beyoncé che lei dice di prendere a modello. Coreografia non certo replicabile a casa ma che esalta il pubblico della Malmö Arena. I neon e i laser fanno il resto. Pacchetto confezionato e spedito dritto in finale. DENTRO
Emanuele: State ascoltando la traccia 7 di Discomania Mix 1995. A parte questo, il pacchetto funziona. La sua voce, che è il vero punto interrogativo, regge. Tutto molto gradevole, soprattutto per noi che abbiamo passato i 40. Basterà? Non lo so. IN BILICO
21:41 – Qualche problema nell’organizzazione dell’esibizione della danese Saba. Le telecamere indugiano sul pubblico.
Danimarca – Saba – “Sand”
Donato: Lei è acerba dal punto di vista vocale e infatti parte con il freno a mano tirato. In tutto questo non l’aiuta il casino che si genera tra il pubblico nei primi 15-20 secondi di esibizione. Il tutto si ricompone quando il resto dell’arena inizia a battere le mani a tempo. Ma la sensazione è di aver assistito a tre minuti che hanno ammazzato la vibe creatasi precedentemente con Kaleen. Decisamente FUORI
Emanuele: Amici danesi, avete una scena musicale bellissima e varia. Quindi, per favore smettetela di portare pezzi che non hanno alcun futuro. Detto questo, lei è bravissima, forse una delle voci migliori qui. Ma all’Eurovision saper cantare bene non basta. FUORI
Armenia – Ladaniva – “Jako”
Donato: Dopo una sfilza di esibizioni che vogliono essere qualcos’altro, con alterne fortune, finalmente una proposta genuina e che restituisce un vero spaccato musicale e culturale dell’Armenia. I Ladaniva offrono 3 minuti di spettacolo senza fronzoli e senza pretese che scalda mano a mano il pubblico. E poi sul ledwall compaiono anche delle galline. Cosa si può volere di più? DENTRO
Emanuele: Pezzo da allegria istantanea, la sala stampa batte le mani a tempo. Tutto molto immediato, ma all’Eurovision è quello che serve. DENTRO
21:49 – Pausa dalla competizione – siamo al giro di boa – con Petra Mede e Malin Åckerman che ci ricordano l’eterogenea provenienza del pubblico sia in lingua inglese, ma anche francese, spagnolo, italiano – sfoggiato con grande padronanza da Malin Åckerman -, tedesco e svedese ovviamente.
21:52 – Momento spot per i gadget ufficiali dell’Eurovision Song Contest 2024, tra i quali viene proposto un l’improbabile “perizoma eurovisivo” pensato appositamente per il pubblico finlandese.
Lettonia – Dons – “Hollow”
Donato: L’anello dentro al quale canta Dons sembra una luna che si staglia nel mare proiettato sul palco. Dons ci porta in questo scenario crepuscolare, con grande padronanza vocale, con la sua ballatona e tutto è estremamente semplice. Troppo. FUORI
Emanuele: A me piacerebbe vederlo qualificarsi, perchè è una delle voci maschili migliori, forgiata da anni sui palchi. La modula meravigliosamente ed è intonato come una spada. Purtroppo il pezzo manca. Voglio dargli speranza, dico IN BILICO
Spagna – Nebulossa – “Zorra”
Donato: Inizio disastroso con Mery Bas completamente fuori tempo. Per fortuna che sono le prove e che dopo poco si riprenda. Scampato l’ “effetto Jemini” bisogna constatare l’ovazione del pubblico, soprattutto quando si svestono i ballerini. Sarà la guilty pleasure di questa edizione, ma questo non significa che finirà per forza in alto.
Emanuele: Per fortuna di Mery Bas, stasera le giurie non devono votarla, perchè è andata completamente per la tangente sbagliando l’entrata. Questo affossa ulteriormente la già disastrosa performance vocale. Il tutto su uno dei tre pezzi migliori di questa edizione.
San Marino – Megara – “11:11”
Donato: Passare in finale alla vigilia di questa prova, tenuto conto dello status di certi paesi sembrava impossibile. La sensazione netta ora è che San Marino invece ce la possa fare. C’è il rock, l’elettronica, un po’ di flamenco e soprattutto uno storytelling credibile, aiutato dagli effetti scenici quali fiamme e pyro. Rimango conservativo e dico IN BILICO (anche se…)
Emanuele: Diretti, precisi, intonati, una scarica di energia. Il progetto più credibile del Titano dai loro esordi. E la parte in cui il flamenco si fonde al rock è un valore aggiunto. DENTRO, perchè lo meritano, diamine
Georgia – Nutsa Budaladze – “Firefighter”
Donato: Da un lato c’è la performance, che seppur non sia la cosa più innovativa di serata (tutt’altro) è la più convincente della storia recente georgiana. Dall’altro c’è una semifinale dove di posti in finale già prenotati da Svizzera e compagnia ce ne sono tanti. Nutsa è una garanzia dal punto di vista vocale e si divora il palco. È il brano che rimane indigesto. IN BILICO
Emanuele: Nutsa ha studiato negli Usa e si vede. Padronanza del palco molto simile alle dive americane e grande presenza scenica. Tuttavia il pezzo è generico, la solita produzione destinata alla bolla eurovisiva. Dunque, FUORI
Belgio – Mustii – “Before the party’s over”
Donato: Teatro e musica si fondono nell’esibizione del belga Mustii. Ha perso tanti punti rispetto alla vigilia e sicuramente non sarà della partita per vincere. Ma la sua precisione vocale e il trasporto con cui interpreta il suo brano sono lì per provare a raccogliere qualche “douze points” dalle giurie. Anche stasera estremamente concreto. DENTRO
Emanuele: Mustii è più un attore che un cantante ed in effetti la performance che mette in scena è a tratti molto teatrale. Però lui è intonatissimo, il brano è moderno e diretto, arriva facilmente all’ascoltatore ed è assai radio friendly. L’hype è un po’ sceso, ma l’accesso alla finale mi sembra scontato. DENTRO
Estonia – 5Miinust & Puuluup – “(Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi”
Donato: Questo è un act che nella sua impertinenza parla alla pancia del fan eurovisivo e non al cervello. Quindi ragionando di pancia dico che per quanto mi facciano sorridere e canticchiare trovo il tutto troppo cheap e poco incisivo, messo a confronto con il resto delle proposte. Per l’effetto simpatia propendo ugualmente per lasciare i 5Miinust & Puuluup IN BILICO
Emanuele: Nel titolo si dice che gli artisti non hanno nulla a che fare con gli stupefacenti, ma io continuo a pensare che invece siano gli avanzi di quelli del finlandese. Casino Estonian-Style. Tutto estremamente surreale, è quanto di più lontano da una produzione di qualità, ma è talmente assurdo da fare il giro. DENTRO
Italia – Angelina Mango – “La noia”
Donato: Se si sta tenendo la voce per sabato (e venerdì quando voteranno le giurie) bene. Se c’è un po’ di affanno, tanto vale riposare le corde vocali domani. Al netto della postilla sulla resa vocale, l’Italia è qui per vincere, inutile nascondersi dietro a frasi di circostanza. Il pubblico apprezza, anzi, osanna. Com’è che dice Gabriele Corsi? “Non succede ma…”
Emanuele: Che cosa vogliamo dire ancora? Andiamo a far ballare la cumbia della noia all’Europa, signori e signore. Si, a voler trovare il pelo nell’uovo ha forse cantato un pelo meno bene del solito. Ma sinceramente chi se ne frega. Pubblico in delirio, sala stampa che applaude convinta.
Israele – Eden Golan – “Hurricane”
Donato: Scindere l’aspetto artistico da quello politico è difficile, diciamo anche impossibile. Ci fosse un’altra bandiera staremmo parlando di una ballatona di quelle che arrivano comode nella metà sinistra della classifica finale. I fischi ci sono da parte del pubblico, ma non manca chi sostiene Eden Golan. Alla fine, la vedo DENTRO
Emanuele: Quello che si sente dall’arena è uno strano mix di fischi coperti invece dagli applausi di incoraggiamento. Dalla sala stampa nessun fischio, ma applaudono solo i colleghi israeliani. Chi mi legge sa come la penso. Il resto è una ballata meravigliosa cantata divinamente. Che in condizioni normali andrebbe sul podio. E invece dovrà accontentarsi di un posto in finale. Sudato. DENTRO
Norvegia – Gåte – “Ulveham”
Donato: Abbiamo già scritto di come non ci siano sostanziali novità dall’esibizione del Melodi Grand Prix. Poco importa perché tutto è così ben studiato che non servono cambiamenti: i Gåte sono ipnotizzanti pur con un mix rock-folk che non è immediato come poteva esserlo il pop dei KEiiNO. DENTRO senza se e senza ma
Emanuele: Il genere è molto divisivo, ma non c’è alcun dubbio che siamo di fronte ad una signora band, con 20 anni di esperienza sui palchi e una frontwoman di grandissimo spessore. Sala stampa con molti applausi convinti. Finale certa (poi la vedo più dura per il lato sinistro). DENTRO
Paesi Bassi – Joost Klein – “Europapa”
Donato: “Tutto quello che abbiamo è questo momento” urla Joost dal palco. Tre minuti di casino organizzato (più o meno) che fa il paio con i Windows95Man della sera scorsa. Pensare però che possa vincere è assolutamente fuori luogo anche perché praticamente Joost non canta mai e quando lo fa il risultato è misero. Però lui, anche con la sua storia, ha fatto breccia nel cuore dei fan. Impossibile non vederlo DENTRO
Emanuele: La già scarsa valenza artistica della proposta è rovinata da una prova vocale indegna. Mi chiedo come possa una qualunque giuria di qualità apprezzare questa roba che fa impazzire il pubblico in arena. Siamo di fronte ad un abbaglio collettivo, non c’è altra spiegazione. DENTRO
22:35 – Per problemi tecnici durante l’esibizione del Belgio, Mustii viene richiamato ad esibirsi con “Before the party’s over”. La sua esibizione in questo caso, vocalmente, è molto scarsa.
22:40 – Petra Mede congeda Mustii (Belgio) ringraziando i Paesi Bassi.
22:41 – “Europe start voting now!”. Ed ecco il primo recap di serata.
22:47 – È il momento dell’Eurovision Sing-Along. Cominciano Petra Mede e Malin Åckerman, ma entra dopo poco Helena Paparizou sulle note di “My number one”. A schermo compariranno i testi come in un vero e proprio karaoke per il pubblico da casa. Tocca poi a Charlotte Perrelli con “Take me to your heaven”. Di tanto in tanto le telecamere staccano sulle presentatrici che porgono il microfono al pubblico in platea. Chiude questo segmento Sertab Erener con la sua “Everyway that I can”.
22:54 – Secondo recap dei 16 semifinalisti.
22:58 – “Europe stop voting now!”. Si chiude il televoto, ora si attendo i risultati. Oggi chiaramente assisteremo a dei risultati di prova, che non contano nulla per lo svolgimento del concorso.
22:59 – Clip sui “fallimenti” eurovisivi, ovvero gli artisti e le canzoni che non abbiamo ascoltato all’Eurovision. A partire dal terzo posto degli ABBA al Melodifestivalen 1973 con “Ring ring”.
23:01 – Altra clip dedicata al Turquoise Carpet, questa volta vengono mostrati i 19 paesi che si sono esibiti stasera (16 semifinalisti più Italia, Francia e Spagna).
23:05 – “We just love Eurovision too much”: anche quest’anno Petra Mede ci regala un’ironica canzone sull’Eurovision. Dopo “Love love peace peace” è il momento di un messaggio pacificatore dopo “l’ennesima” vittoria svedese. Ad affiancare Petra Mede ci sono Charlotte Perrelli e Lynda Woodruff.
23:09 – La canzone diventa un gancio per lasciare il palco al secondo classificato dello scorso anno, Käärijä, con la sua “Cha cha cha”.
23:12 – Clip sull’annuncio del vincitore nelle passate edizione, ci sono i nostri Måneskin ovviamente!
23:13 – Si alza il sipario, o meglio ledwall, sulla green room. È il momento dell’annuncio (fittizio) dei finalisti.
23:15 – Questi i 10 finalisti, ricordiamo che i risultati sono d’esempio e non reali: Lettonia, Israele, Norvegia, Georgia, Danimarca, Grecia, Cechia, Svizzera, Armenia e Belgio.
23:21 – Con questi risultati si chiude la prova generale della seconda semifinale. L’appuntamento per scoprire chi davvero raggiungerà la finalissima di sabato 11 maggio è per domani alle 21:00, con diretta su Rai 2.
23:23 – Un’ultima sopresa: a chiudere la seconda semifinale saranno i vincitori dell’edizione 1984 Herreys, che riproporranno “Diggi-Loo Diggi-Ley”.
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manco per finta e passata albania