Eurovision 2024: Bambie Thug insulta EBU, Gåte verso il ritiro “fino all’ultimo” e per Silvester Belt “esperienza traumatica”

L’Eurovision 2024 si candida ad essere uno dei più criticati e discussi dell’intera storia della rassegna (qui i nostri “promossi e bocciati”). Le ore che hanno preceduto la semifinale, infatti, sono state – come da noi raccontato in diretta da Malmö – assolutamente frenetiche e fuori da ogni logica eurovisiva, con screzi tra delegazioni, squalifiche e ban sulle bandiere.
Ma non solo: in queste ore sta facendo molto discutere la sostituzione di video e foto per nascondere simboli di diversi artisti, tra cui le unghie della portoghese Iolanda, pitturate con motivi palestinesi, così come ha fatto tanto parlare l’interpretazione di “Imagine” di Angelina Mango in sala stampa, in segno di pace, o le parole del francese Slimane, che ha interrotto la propria esibizione durante le prove generali.
Continuano però ad emergere dichiarazioni da parte degli artisti in gara all’Eurovision 2024, con particolare riferimento agli ultimi giorni che hanno preceduto la finale di sabato scorso, vinta da Nemo con “The Code” in rappresentanza della Svizzera.
A raccontare il clima di tensione che si viveva alla Malmö Arena sono stati infatti anche i Gåte, rappresentanti della Norvegia arrivati ultimi in finale, per bocca del chitarrista della band Magnus Børmark. Parlando ai microfoni dell’Aftenposten, ha dichiarato che “ritirarsi” è stato preso in considerazione “fino all’ultimo secondo“.
Ha poi prevalso una linea più moderata, anche dopo che sono avvenute “conversazioni costruttive con l’EBU“. Infatti, come spiegato, le vicende si sono evolute abbastanza bene “perché l’opzione del ritiro si avverasse concretamente“.
Nonostante ciò, il chitarrista ha ricordato come la presenza di Israele tra gli artisti non solo in gara, ma anche qualificati alla finale, nonostante il conflitto aperto con Gaza, ha portato a diversi malumori e proteste di rilevanza considerevole, richieste di esclusione, oltre ad aver forzato gli artisti ad assumere una posizione politica.
Børmark inoltre sembra confermare quello che – fino ad ora – era rimasta solo una voce di corridoio, cioè che alla vigilia della finalissima dell’Eurovision 2024 si fosse tenuta una riunione d’emergenza con l’EBU. Infatti, ha dichiarato:
Sembrava come se ci fosse un set di regole per Israele, e un altro per tutti gli atri. C’è qualcosa di sbagliato quando sperimenti tutto questo. Gli artisti non avrebbero dovuto avere una riunione di crisi con l’EBU.
Una situazione resa ancora più pesante dal fuoco incrociato di chi, invece, criticava i cantanti in gara all’Eurovision 2024, additandoli di essere favorevoli ad Israele e contro la causa palestinese proprio per il solo fatto di essere parte della kermesse europea:
Noi non siamo a favore dell’infanticidio che si sta compiendo nella striscia di Gaza solo perché partecipiamo all’Eurovision. Così come non lo sei semplicemente guardando una competizione canora.
Eurovision 2024, Silvester Belt: “esperienza traumatica”
Una situazione estremamente tesa, vissuta male anche da altri artisti. Tra questi spunta il cantante di “Luktelk”, il lituano Silvester Belt. In un cinguettio pubblicato domenica, poche ora dal termine della finale, spiega l’esperienza per lui traumatica di doversi esibire dopo Israele alla finale dell’Eurovision 2024:
Venire dopo quel paese, con un pubblico così forte e acceso, è stata una delle cose peggiori che ho dovuto affrontare, ho fatto davvero del mio meglio in questa situazione… esperienza traumatica, vorrei che tutto fosse finito dopo la prima semifinale.
Going after that country, with the crowd being so intense, was one of the worst things I had to go through, I really did the best that I could in this situation…traumatic experience, wish it all ended after the first semi 😓
— Silvester Belt (@SilvestrasBelte) May 12, 2024
Sono infatti note le reazioni prima e dopo l’esibizione di Israele nella seconda semifinale e nella finale dell’Eurovision 2024: la rappresentante Eden Golan, in gara con “Hurricane”, è infatti stata ricoperta di fischi e urla di contrarietà durante tutte le sue comparse alla Malmö Arena.
Le urla, parzialmente attutite nella diretta televisiva, erano invece chiarissime dal vivo. Dover salire sul palco dopo un momento così delicato, non dev’essere stato per niente facile per Silvester Belt.
Eurovision 2024, Bambie Thug: “EBU non rappresenta l’Eurovision”
Non usa mezzi termini invece Bambie Thug per l’Irlanda, che ha chiuso al sesto posto in classifica. Intervistata da un quotidiano del suo paese, l’interprete di “Doomsday Blue” identifica nei vertici dell’EBU, l’ente che sovrintende l’organizzazione della rassegna europea, la ragione della atmosfera pesante attorno all’Eurovision 2024. Vertici a cui non le manda minimamente a dire:
Sono così orgogliosa per Nemo. Sono così orgogliosa che tutti noi nella top 10 abbiamo lottato contro questo marciume dietro le quinte, perché è stato veramente difficile e orribile per noi. Sono orgogliosa di noi.
Voglio solo dire, che noi siamo ciò che è veramente l’Eurovision. L’EBU non rappresenta l’Eurovision… vaff****lo EBU. Non mi interessa più. Quello che rende l’Eurovision ciò che è sono i concorrenti, la comunità che c’è dietro. L’amore, la forza, e il supporto di tutti noi è ciò che sta realizzando il cambiamento.
Bambie Thug speaks to media after placing sixth in the Eurovision Song Contest. They said they are proud of Nemo for winning as a non-binary person. They said it has been “so hard and so horrible” behind the scenes.
“The EBU is not what the Eurovision is. Fuck the EBU.” pic.twitter.com/829ggJTI9x
— Irish Examiner (@irishexaminer) May 12, 2024
A poche ore di distanza dalla finale, Bambie Thug aveva deciso di non presentarsi alle ultime prove generali per l’Eurovision 2024, saltando la flag parade e la propria esibizione, rimpiazzata da una semplice clip mostrata a schermo.
La ragione erano le critiche dei commentatori della televisione israeliana KAN, che avevano definito la sua esibizione “la più spaventosa” e invitando il pubblico a “preparare le maledizioni“.
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Eh, già, per Belt deve essere stato difficile, non per Golan, certo
Complimenti, proprio una bella analisi
A proposito di Israele, strano che nessuno abbia notato che la Moroccanoil, principale sponsor dell’Eurovision, è un’azienda israeliana.
A proposito di Israele, strano che non si siano fatte polemiche sulla sponsorizzazione dell’azienda israeliana Moroccanoil.