Eurovision 2024: Portogallo e Slovenia protestano con l’EBU. Francia e Spagna si uniscono alla RTP

Iolanda Portogallo Eurovision 2024

Non si placa la tempesta, perché tale ormai è, che si sta abbattendo sull’EBU dopo la fine dell’Eurovision 2024, terminato tra mille difficoltà. Andiamo con ordine.

Eurovision 2024: Portogallo e Slovenia

Innanzitutto, la prima nota è quella del Portogallo, che ha effettivamente deciso di andare avanti con le azioni di protesta contro l’EBU. Questo il testo sul sito della RTP:

La RTP ha chiesto all’European Broadcasting Union un incontro di chiarimento circa gli incidenti occorsi nella finale dell’Eurovision Song Contest. Tra questi, il ritardo nella pubblicazione del video della performance di Iolanda, nella quale l’artista si presenta con le unghie dipinte con motivi palestinesi. La richiesta della RTP è sostenuta da numerosi Paesi, tra i quali Francia, Spagna, Croazia e Norvegia.

A seguire, è arrivato un lungo articolo della RTV Slovenija, la tv pubblica slovena, secondo il quale Slovenia e Serbia stanno valutando di presentare anch’esse un reclamo, questo circa il comportamento dei membri della delegazione di Israele. In particolare, il servizio di pubbliche relazioni di RTV Slovenija ha rivelato che l’emittente sta preparando un documento diretto all’EBU con domande circa l’Eurovision, senza ulteriori dettagli.

Ma non è finita qui: in Norvegia, e precisamente in un’intervista all’emittente TV 2, principale concorrente della NRK nonché anch’essa parte dell’EBU, i Gåte hanno precisato in maniera più forte quello che volevano dire a proposito del rischio di forfait fino all’ultimo. Queste le loro parole:

Questo gruppo stava provando ad andare avanti quando era a Malmö. Quando è stato squalificato Joost Klein, abbiamo chiarito che anche Israele aveva violato le regole. Ore prima dello show, abbiamo avuto un confronto con l’EBU ed è apparso reale il fatto che otto o nove Paesi fossero lì lì per abbandonare.

Per “questo gruppo” s’intende quello della celebre lettera di alcune settimane prima del concorso che cercava di aprire un fronte di voci per la Palestina, nei limiti del possibile per un enorme numero di ragioni: Bambie Thug (Irlanda), Gåte (Norvegia), Iolanda (Portogallo), Megara (San Marino), Nemo (Svizzera), Saba (Danimarca), Silvester Belt (Lituania), Windows95man (Finlandia).

Delle scorse ore, poi, è il messaggio di Saba (Danimarca) su Instagram, particolarmente lungo. Questo il succo fondamentale:

Mi serviranno settimane, se non mesi, per digerire tutto e quando Nemo, con cui ho amicizia, ha meritatamente alzato il trofeo sabato notte, è stato per me possibile lasciar andare parte del viaggio, indescrivibilmente bello e duro allo stesso tempo. […] Mi ha cambiato per sempre.

Mi sono misurata con le migliori intenzioni, talvolta ho brancolato nel buio, ma sono sempre stata tenuta dalle persone che mi hanno vista. Ho avuto a che fare con rabbia, ansia, tradimento e amore come mai ho sperimentato prima. Ho scelto la vulnerabilità e ho incontrato persone cui sarò per sempre grata.

[…] Rispetto speciale per la mia famiglia Eurovision, che è entrata in una finale che non è sembrata lo spazio sicuro che doveva essere. C’è molto di quello che accade dietro le quinte che non conoscete. Fortunatamente, la purezza ha prevalso. Sono orgogliosa di Nemo e di tutte le cose che rappresenta.

Il tutto a confermare quanto fosse pesante l’aria in quel di Malmö. E la BBC ha riportato come tra le persone non proprio felici della situazione ci fosse anche Angelina Mango.


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