Walden (Reference Group) a tutto campo su Eurovision 2024, Nemo, città ospitante e Israele
Nell’ultima settimana, un nome salito particolarmente agli onori delle cronache è quello di Bakel Walden.
Lo scorso anno, infatti, il classe 1975 facente parte del consiglio direttivo della SRG SSR dal 2018 (capo della direzione Sviluppo e Offerta) è stato eletto presidente del Reference Group, che di fatto è un po’ l’organo di governo dell’Eurovision Song Contest.
E ora si ritroverà nella particolare posizione di presidente di tale ente proprio verso un 2025 in cui l’evento approderà proprio dalle sue parti. Anche in questo senso tre sue interviste, a Blick (Michel Imhof), 20min.ch (Gina Sergi) e persoenlich.com (Michèle Widmer) possono aiutare a delineare alcuni passi presenti e futuri. Riportiamo alcuni tra i passi più interessanti divisi per testata.
Le diverse dichiarazioni di Bakel Walden
Queste le parole di Bakel Walden a Blick sulla questione di Israele:
È un membro EBU, quindi ha il diritto di partecipare all’Eurovision, purché ne soddisfi i criteri. Abbiamo esaminato attentamente la candidatura israeliana, compreso il testo, e alla fine tutto risultava conforme alle regole. Capisco che questo argomento è estremamente dibattuto. L’importante è che ciò non si trasformi in odio e attacchi verbali. Molti partecipanti erano preoccupati per quello che stava succedendo sui social e sul posto.
E sul collegamento spesso fatto con la sponsorizzazione israeliana MoroccanOil (cosmetici):
Le discussioni che si svolgono nelle commissioni non sono quelle sui ricavi commerciali. Sono emittenti pubbliche, alcune delle quali non possono beneficiare delle entrate perché gli sponsor non vengono mostrati, come in Germania e nel Regno Unito.
Dribblata, invece, la domanda sul danno reputazionale dell’Eurovision, sottolineato da diversi titoli molto negativi di importanti testate
Se guardiamo alla partecipazione del pubblico e alle votazioni, l’Eurovision ha ispirato le persone. Questo credo sia positivo. Dobbiamo però imparare da tutte le discussioni. Non si tratta di danno alla reputazione, ma di compiti per sviluppare ulteriormente le cose e lavorarci costruttivamente.
Sul disagio degli artisti, abbiamo dialogato e discusso dell’intera vicenda. Dobbiamo fare sì che tutti si divertano e che l’ambiente sia positivo e sicuro. Abbiamo fatto del nostro meglio a Malmö e ne trarremo insegnamento in Svizzera.
Su Joost Klein:
È stata una decisione davvero drastica. E credetemi se vi dico che avremmo desiderato qualsiasi altra cosa in questa situazione già tesa. L’incidente è stato esaminato in commissione. Mi rendo conto del coinvolgimento, ma non c’era alternativa.
E ancora, sull’Eurovision 2025:
Questa è una grande opportunità e una sfida. Con l’Eurovision possiamo mostrare cosa possiamo fare e realizzare insieme ai partner: è una grande opportunità per la SRG. Sarei contento se la Svizzera si potesse presentare con tutta la sua diversità e se alla fine l’Eurovision diventasse ciò che dovrebbe essere: creatività, musica e artisti al centro della scena.
Allora sarà un grande Eurovision. La Svizzera potrebbe essere il luogo perfetto per qualche cambiamento.
Alcuni temi sono già stati toccati, qui segnaliamo altre dichiarazioni rilasciate a 20min.ch, come quella sulla bandiera non binaria di Nemo nello show:
La bandiera è consentita all’Eurovision, insieme a quelle dei Paesi in gara e a quella arcobaleno. Questa situazione è stata gestita in parte erroneamente sul posto, e ce ne rammarichiamo. Nemo ha fatto benissimo.
Chiaramente, è inevitabile pensare alle dichiarazioni di Nemo in conferenza stampa (“L’Eurovision ha bisogno di un po’ di aggiustamento”):
Non possiamo restare inerti e accettare l’odio. Non è l’Eurovision il palcoscenico per risolvere tutti i problemi del mondo. Dobbiamo anche qui stabilire dei limiti chiari. Avvieremo un dialogo costruttivo con Paesi partecipanti e artisti.
Sull’annuncio della città:
I preparativi sono in corso e l’annuncio è previsto per l’estate. L’Eurovision rappresenta un’enorme opportunità per la città ospitante, quindi è necessario un approccio equo e ben preparato. L’Eurovision 2025 è già iniziato dietro le quinte, il Reference Group si riunirà tra poche settimane.
Ma qual è il ruolo di Bakel Walden?
Mi occupo tra l’altro dei contributi dei Paesi in gara. Questo ci permette di coordinarci bene fin dall’inizio.
Walden alla testata persoenlich.com spiega ancora altre cose:
Analizzeremo con occhio critico altri aspetti dell’Eurovision, come la pressione del pubblico sugli artisti o l’influenza della situazione politica. La situazione in Medio Oriente ha suscitato forti reazioni per mesi, anche all’Eurovision. Durante le esibizioni di Israele c’erano applausi e reazioni negative. […]
L’odio e la tensione che giovani artisti e staff di produzione hanno dovuto sopportare è spaventoso e assolutamente inaccettabile. Non solo sono calpestati i valori fondanti dell’Eurovision, ma anche le più semplici regole di rispetto e decenza. Chiunque abbia a cuore i valori dell’Eurovision deve prendere delle contromisure.
C’è anche qualche dettaglio in più su Joost Klein, oltre a quanto già noto:
Il rapporto interno, che contiene diverse dichiarazioni rese da testimoni, è stato discusso venerdì da vari comitati dell’EBU, costituiti da Paesi membri. Il Reference Group e il consiglio esecutivo dell’EBU hanno sostenuto congiuntamente la decisione di escluderlo.
Il ruolo di Walden:
Come membro della Direzione generale, sarò corresponsabile della realizzazione di questo fiore all’occhiello della Svizzera a livello strategico. Potrò, nel mio ruolo, contribuire con le prospettive degli altri membri EBU all’inizio. La realizzazione operativa sarà poi affidata ad altri soggetti nella SRG.
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