Slovacchia, il Governo Fiço chiude la tv perchè “troppo libera”. A rischio EBU e rientro ad Eurovision

La notizia era nell’aria da diverso tempo, ma adesso è ufficiale. RTVS, la radio tv slovacca, sta per essere chiusa d’imperio dal Governo presieduto dal controverso Robert Fiço. Al suo posto arriverà contestualmente SRTV, un nuovo servizio pubblico. Motivo della sostituzione? RTVS non è abbastanza a favore del Governo ed è eccessivamente pluralista. La nuova tv sarà il “braccio armato” del Governo, visto che il nuovo direttore generale – quello di RTVS si è già dimesso – sarà nominato da un comitato di 9 persone, 4 nominati dal ministro della cultura e 4 dal Parlamento.

La riforma del servizio pubblico è stata votata in maggioranza dal Parlamento, ma al voto non ha preso parte l’opposizione. .L’iter di approvazione della riforma è stato accompagnato dalle proteste di migliaia di persone che si sono ripetutamente radunate a Brastislava, guidate da Progresívne Slovensko, partito liberale e prima forza di opposizione. Il piano è stato ampiamente criticato anche dai giornalisti slovacchi, da organizzazioni mediatiche internazionali e dall’Unione europea.

L’opposizione, che in segno di protesta non ha partecipato al voto, sarebbe pronta a rivolgersi alla Corte costituzionale, ha affermato che il governo sta guidando il paese seguendo “un manuale degli autocrati”. Tocca ora al capo dello stato Peter Pellegrini, che però è un alleato di Robert Fiço, decidere se firmare la legge.

Una legge in violazione dell’European Media Freedom Act

Legge che però, sarebbe in violazione di vari standard internazionali. Ad esempio, la raccomandazione del Consiglio d’Europa del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla governance dei media di servizio pubblico  stabilisce che “la prima priorità per i media di servizio pubblico deve essere quella di garantire che la loro cultura, le politiche, i processi e la programmazione rifletta e garantiscano l’indipendenza editoriale e operativa”.

Particolarmente, sarebbe sotto attacco la parte della legge che assegna totale controllo del comitato sul direttore generale, con potere di revoca dell’incarico in qualunque momento e per qualunque motivo. Questo violerebbe il principio base dello EU European Media Freedom Act, la legge europea approvata lo scorso Marzo dal Parlamento Ue pensata per proteggere giornalisti e media dalle ingerenze politiche ed economiche, nel quale si legge (articolo 5, comma 2) che:

Direttore generale o i membri della direzione possono essere licenziati prima della fine del loro mandato solo eccezionalmente se non soddisfano più le condizioni legalmente predefinite richieste per l’esercizio delle loro funzioni stabilite in anticipo dal diritto nazionale o per motivi specifici di condotta illegale o di cattiva condotta.

Il governo Fico ha ritirato alcuni degli elementi più critici della legge, ma – come denunciato da diverse organizzazioni dei media internazionali – “il disegno di legge prevede ancora una politicizzazione dell’emittente pubblica da parte del governo che ne minerebbe fatalmente l’indipendenza”.

Una  dichiarazione firmata dalla Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), dall’Unione Europea delle Radiodiffusione (EBU), dal Centro Europeo per la Libertà di Stampa e dei Media (ECPMF), dall’International Press Institute (IPI), dal Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), Free Press Unlimited (FPU), OBC Trans (OBCT) e Reporter Senza Frontiere (RSF), denuncia e ribadisce l’allarme sulla gravità degli effetti “di tale politicizzazione per la società nel suo complesso”.

La posizione di EBU

Il direttore generale dell’EBU, Noel Curran, ha dichiarato:

Questo sembra essere un tentativo sottilmente velato di trasformare l’emittente pubblica di servizio pubblico slovacco in media controllati dallo stato. Sarebbe un pericoloso passo indietro per la democrazia e per la libertà di espressione. I media di servizio pubblico indipendenti e oggettivi funziondono da pietra angolare di una società sana, fornendo ai cittadini prospettive diverse e tenendo conto di coloro che sono al potere.Dobbiamo proteggere ferocemente l’integrità e l’indipendenza di RTVS, in quanto è essenziale per promuovere la cittadinanza informata e salvaguardare i valori democratici.

Il consorzio è anche uscito con una nota ufficiale di condanna dell’azione del Governo slovacco:

L’approvazione della legge sul servizio pubblico da parte del Parlamento slovacco senza una consultazione pubblica è un colpo alla democrazia ed ai media indipendenti in Slovacchia. Siamo allarmati relativamente che al fatto che la legge sia stata adottata nonostante le proteste in patria e la forte reazione della conunità internazionale. Anche se alcuni elementi controversi sono stati emendati dalla proposta originare, restano chiare minacce al servizio pubblico slovacco, fra le quali la politicizzazione dell’organismo di controllo, il ruolo del comitato etico e le potenziali pressioni sul direttore generale ed il management.

Oltre a questo, la cronica mancanza di fondi adeguati al servizio pubblico slovacco è finalizzata soltanto ad indebolire il suo ruolo di attore democratico. EBU ricorda al Govenro slovacco la necessità di supportare il servizio pubblico nel modo giusto, rispettando gli obblighi dello EU Media Freedom Act

Si tratta dello stesso monito e della stessa violazione che EBU ha comunicato alla Rai lo scorso Gennaio in relazione alla nuova governance del servizio pubblico italiano, in particolare relativamente alla trasparenza delle nomine.

Chi è Robert Fiço e qual è il suo Governo

Robert Fiço è definito “il Viktor Orbàn” della sinistra, ma in realtà benchè nasca come socialdemocratico, il suo partito Smer non ha più nulla che lo identifichi con quel gruppo. Recentemente è stato infatti espulso dal gruppo di Socialisti & Democratici e i 2 deputati recentemente eletti a Bruxelles (il partito è stato sconfitto dai liberali) non siederanno per il momento in alcun gruppo (in attesa probabilmente di unirsi al Movimento 5 Stelle ed altri partiti).

Rieletto primo ministro lo scorso ottobre nonostante una lunga serie di scandali che hanno visto coinvolto il suo partito, ultimo dei quali quello che nel 2018 lo costrinse a dimettersi, riguardante la morte sospetta del giornalista Jan Kuciak che stava indagando sui presunti legami fra alcuni fedelissimi del premier e la ‘Ndrangheta, Fiço è un ammiratore e sostenitore di Putin e delle sue politiche.

Contrario all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e al suo armamento in difesa dell’attacco russo, il premier ha vinto le elezioni battendo su questo tasto, anche in considerazione che il suo Paese è uno di quelli di primo approdo per i profughi ucraini: secondo Fiço è stata l’Ucraina “fascista” ad aver provocato la Russia costringendola ad attaccare. Ha accolto chi fuggiva dalla guerra, ma non ha accettato di  prolungare le sanzioni ucraine a Mosca. Posizioni che gli sono costate appunto l’espulsione dal gruppo S&D.

Attualmente è alla guida di un governo insieme all’altro partito espulso dai socialisti, Hlas, appunto presieduto dal presidente Pellegrini: fra le principali linee programmatiche, anche il contrasto ai diritti LGBT, l’opposizione alla revisione del trattato di Dublino per la redistribuzione dei migranti e una forte retorica anti-Islam, sfociata nella volontà di impedire a tutti i musulmani l’ingresso in Slovacchia.

Lo scorso maggio è stato vittima di un attentato dal quale è scampato miracolosamente ed è tuttora convalescente.

La Slovacchia, EBU ed Eurovision

La prossima cancellazione della tv slovacca fa perdere al Paese anche l’affiliazione alla EBU che la nuova emittente dovrà riguadagnarsi con una nuova domanda di ammissione.  I presupposti non sembrano dei migliori, ma in ogni caso a questo punto è da escludere il ritorno in concorso nel 2025, come il management della tv in dismissione aveva prospettato.

Con sette partecipazioni fra il 1994 ed il 2012, la Slovacchia è insieme a Monaco ed Andorra il solo Paese a non aver mai centrato una qualificazione dall’era delle semifinali: il miglior risultato è il tredicesimo posto in semifinale nel 2011 con le Twiins, mentre prima dell’era delle semifinali, vanta un diciottesimo posto nella finale unica con Macel Palonder nel 1996. L’ultima partecipazione risale al 2012, con l’ultimo posto in semifinale di Max Jason Mai.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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