Eurovision 2024, Österdahl: “Sopraffatti dagli eventi, è stato più grande di noi”

osterdahl

Martin Österdahl, appena confermato – sia pure temporaneamente- Executive Supervisor dell’Eurovision Song Contest, ha finalmente detto la sua sull’Eurovision 2024 e su tutto quanto è successo nella movimentatissima settimana di Malmö.  L’ha fatto in una intervista rilasciata alla maggiore agenzia di stampa svedese, TT.

Comincia con la situazione di Israele e della guerra in corso:

La questione del Medio Oriente è complicata. Lottano per trovare la soluzione migliore alla Casa Bianca e al numero 10 di Downing Street, quindi non c’è da meravigliarsi che sia difficile anche per un’organizzazione come l’EBU. Non ho risposte concrete su come risolveremo il problema in futuro, ma ci concentreremo sul rendere più chiaro il mandato decisionale e sul miglioramento della comunicazione.

Martin Österdahl ammette però che la situazione è sfuggita di mano a tutti e che EBU né è uscita sopraffatta, mostrando quindi una inattesa debolezza rispetto ad un quadro così complesso

L’Eurovision Song Contest è cresciuto in modo esplosivo, soprattutto negli ultimi quattro anni, e l’evento per molti versi è cresciuto fuori dalla portata delle nostre organizzazioni.Se ci confrontiamo con un evento sportivo più grande con la stessa pressione mediatica del nostro, credo che siamo stati un po’ ingenui e non avevamo le risorse di cui avremmo avuto bisogno per affrontare il tutto.

Mantenendo la linea superpartes che abbiamo sempre tenuto, non possiamo non sottolineare come questa fosse l’unica risposta possibile e cioè quella di ammettere di essere stati sopraffatti dal corso degli eventi.

E proprio questo “bug”, questo punto debole, ha consentito che l’edizione implodesse, per responsabilità che – se analizziamo i fatti in maniera oggettiva e libera da condizionamenti ideologici – sono di tutti (compresi gli artisti in gara) e non solo di qualcuno. Da qui, probabilmente, la decisione di implementare il board con nuove figure.

Il manager svedese torna poi sui fischi con cui il pubblico in arena lo ha accolto al momento del “Good to go” che ha dato il via al voting:

 Il mio obiettivo era che saremmo riusciti a superare questa situazione, che tutto sarebbe andato liscio e che tutti ne sarebbero usciti incolumi. Se i fischi a me erano necessari per dare sfogo alla frustrazione e alla delusione, va benissimo così. L’importante è che nessuno si sia fatto male.

Pare di capire, in ogni caso che l’edizione di Eurovision 2025 sarà caratterizzata da diversi cambiamenti. Non solo per l’inserimento di nuove figure ma perché – e Österdahl lo ammette – anche EBU stessa ha commesso degli errori. Di sicuro, il primo è stato l’evidente “lack of communication”, non solo sulla questione Israele-Palestina ma anche sul caso Joost.

L’executive supervisor dice ancora:

 Durante l’estate e l’autunno, esamineremo come funziona la comunicazione all’interno di ciascun membro dell’organizzazione e ci assicureremo che tutte le informazioni arrivino fino in fondo. Dall’EBU, ai capi delegazione fino agli artisti. C’è stata una chiara violazione, questo è evidente.

Di sicuro, Österdahl avrà un ruolo depotenziato nell’edizione 2025, vista l’inserimento di una nuova figura dirigenziale delegata proprio a prendersi in carico questo tipo di “grane”. Eurovision 2025 potrebbe davvero essere l’edizione della svolta anche su questo fronte. Una sorta di punto di ripartenza, nel Paese dove tutto è iniziato. E in fondo questo è proprio ciò che tutti gli eurofan si augurano.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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