1 settembre: inizia l’anno dell’Eurovision 2025

Sankt Jakobs Halle

Il primo settembre 2024 è finalmente arrivato, e porta con sé l’inizio di un nuovo anno dell’Eurovision Song Contest, che ci accompagnerà fino a Maggio 2025 in Svizzera.

A partire da oggi, tutti i brani pubblicati potranno essere selezionati per l’Eurovision 2025, ed è proprio a settembre che ci sarà la deadline per i Paesi partecipanti affinché questi paghino la tassa di partecipazione, necessaria per poter partecipare al concorso europeo e che varia in base alla grandezza dell’emittente (cogliamo l’occasione per ricordare che all’Eurovision sono proprio le emittenti pubbliche a gareggiare, come accade con la Rai per l’Italia o la BBC per il Regno Unito). Non si sa tuttavia quando verrà ufficializzata la lista definitiva dei partecipanti, l’anno scorso fu eccezionalmente pubblicata a dicembre 2023, con quasi due mesi di ritardo rispetto a Torino 2022 e Liverpool 2023.

L’Eurovision 2025 ritorna dove tutto è iniziato

Come già accennato, l’Eurovision 2025 avrà luogo in un Paese speciale, dove il concorso internazionale ha avuto la sua prima edizione quasi 70 anni fa, ovvero in Svizzera.

Il Paese ospiterà l’Eurovision Song Contest per la terza volta nella storia, dopo aver ospitato a Lugano nel 1956 ed a Losanna nel 1989, per l’edizione 2025 toccherà per la prima volta alla Svizzera tedesca ospitare ed organizzare l’evento. Ad averla vinta è stata Basilea, la città svizzera patria di Roger Federer che confina con Germania e Francia e che è snodo di cultura da secoli, mentre l’Arena scelta è la St. Jakobshalle, un complesso recentemente ristrutturato che ospita circa 12 400 posti a sedere.

Ma non sarà l’unico luogo della città in cui prenderà vita la magia eurovisiva, dal momento che le intenzioni del team dietro la logistica dell’Eurovision 2025 ha pensato di sfruttare lo stadio St. Jakobs Park (40 mila posti) che sarà rinominato Arena Plus e ospiterà concerti di star eurovisive oltre a trasmettere tramite maxi schermo la Finale dell’Eurovision in data 17 maggio. Sono state scelte anche le sedi dell’Eurovision Village e della Eurovision Street,  nella Steinenvorstadt e lungo le rive del Reno a Kleinbasel.

Il progetto Basilea 2025 è qualcosa in cui tutti quanti credono molto, al punto da investire una cifra pari a quasi 35 milioni di franchi svizzeri (circa 37 milioni di euro), che sarà discussa in Parlamento il prossimo 11 settembre. Si tratta chiaramente di una cifra importante (una delle più elevate degli ultimi anni), dunque sarà di vitale importanza la gestione intera dell’evento.

“Eurovision needs some fixing”

Queste sono state le parole pronunciate da Nemo Mettler, vincitore dell’Eurovision 2024 con “The code”, durante la conferenza stampa riservata al vincitore del concorso, ed è inevitabile che siano parole che abbiano riecheggiato parecchio in tutti questi mesi.

Come è risaputo, l’evoluzione e il prosieguo degli eventi dell’Eurovision 2024 ha lasciato dietro di sé vari strascichi e svariate polemiche, al punto tale da vedere alzata bandiera bianca persino dalla città di Malmö che ha ospitato l’evento lo scorso maggio, la quale ha annunciato tramite un comunicato stampa di non avere intenzione di ospitare l’Eurovision in futuro qualora la Svezia dovesse rivincere.

Dopo varie accuse da parte delle delegazioni di come l’esperienza sia stata tutt’altro che positiva, sono partite delle indagini per conto di terzi che hanno analizzato ogni aspetto e criticità dell’Eurovision 2024. I risultati di questa indagine non sono mai stati rivelati, ma hanno portato EBU ad una riorganizzazione interna delle risorse: è stata introdotta la figura dell’ESC Director, il cui compito sarà fare da tramite tra gli organizzatori della rassegna, il Reference Group e il Vice Direttore dei Media.

È stato ridimensionato anche il ruolo di Martin Osterdahl, Supervisore Esecutivo dell’Eurovision Song Contest dal 2020 al 2024 ed in occasione di quest’ultimo ha avuto un’accoglienza non certo calorosa, ma che nell’edizione 2025 esordirà nelle vesti di “Show Supervisor”.

Tra minacce di ritiri e ritorni

È innegabile che la presenza di Israele, rappresentato da Eden Golan con “Hurricane”, abbia fatto storcere il naso a più di qualcuno, arrivando a proposte di boicottaggio dell’Eurovision 2024 per dimostrare la propria solidarietà alla causa palestinese. Non ha aiutato anche la presenza di MoroccanOil come sponsor principale dal 2020, che per l’appunto è uno sponsor con sede in Israele subentrato dopo l’edizione di Tel Aviv e che avrebbe dovuto chiudere la partnership nel 2024 salvo riconfermarla per il 2025 (recuperando verosimilmente l’edizione cancellata del 2020).

A ciò si aggiunge un’altra dose di polemiche scaturite in seguito alla squalifica di Joost Klein, attorno al quale tutto si è apparentemente risolto in un nulla di fatto, con la polizia svedese che ha archiviato il caso che vedeva l’aggressione nei confronti di una fotografa da parte del rapper olandese in quanto non ci sarebbero abbastanza prove.

AVROTROS, l’emittente pubblica olandese che finanzia la partecipazione all’Eurovision, tuttavia ha deciso di non intraprendere alcuna azione legale nei confronti dell’EBU, senza però confermare la partecipazione all’Eurovision 2025, anzi lo staff di Anouk (rappresentante del 2013) aveva ricevuto a inizio luglio la notizia che non esisteva un comitato di selezione per il prossimo brano olandese rappresentante in Svizzera. Vedremo come si evolverà la questione, ma è importante notare che l’assenza dei Paesi Bassi, trattandosi del sesto maggior contribuente EBU dopo i Big 5, sarebbe una grave perdita soprattutto a livello di spettatori (in media l’edizione di Torino ha visto complessivamente quasi 7 milioni di ascolti, quella di Rotterdam si arriva addirittura a 11 milioni).

Unitamente a ciò si sono aggiunti anche alcuni Paesi che hanno lamentato di una insostenibilità dell’evento a livello economico, tra tutte la Moldavia che, dopo aver rivelato i costi di spedizione per il 33% finanziati dalla rappresentante Natalia Barbu, ha annunciato discussioni circa una partecipazione futura. Ad esso si è aggiunto anche un alone di mistero per quanto riguarda la Cechia, che avrebbe deciso le proprie sorti per il 2025 già dopo l’eliminazione in semifinale di Aiko il 9 maggio.

È chiaro che una dichiarazione del genere vuol dire tutto e niente, ma se si considera che la Cechia è il Paese dove l’Eurovision desta in generale il minor interesse e che stando a quanto dichiarato da Ahmad Halloun (il responsabile alla comunicazione ceco) le intenzioni di ritirarsi c’erano già dalla fine di Torino 2022, non è utopia pensare che ci siano delle discussioni riguardo la partecipazione del Paese centroeuropeo all’Eurovision 2025.

Al momento sono 24 i Paesi che hanno confermato la partecipazione, e tra questi c’è il gradito ritorno del Montenegro, il quale organizzerà presumibilmente verso fine anno una finale nazionale per scegliere il proprio rappresentante che succederà a Vladana Vucinic, penultima in semifinale a Torino 2022. Tra questi ovviamente c’è anche l’Italia, che selezionerà come rappresentante l’artista che trionferà al 75° Festival di Sanremo, che torna dopo sette anni nelle mani di Carlo Conti come direttore artistico.

Non c’è altro da aggiungere se non augurare a tutti i lettori di Eurofestival News un buon anno eurovisivo, che sia un anno ricco di notizie e tanta musica che ci riserverà questo Eurovision 2025!


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