I Secret Garden per la prima volta in tour in Italia: storia di un successo straordinario
A 30 anni dalla loro formazione, nonché dalla loro vittoria per la Norvegia all’Eurovision Song Contest 1995 con “Nocturne”, i Secret Garden arrivano finalmente per la prima volta in tour in Italia. Stiamo parlando di un duo norvegese-irlandese che ha fatto la storia non solo dell’Eurovision, ma della musica nordica e new age (anche se loro non amano incasellarsi in categorie) tenendo concerti in tutto il mondo raggiungendo numeri di vendita impressionanti.
È davvero singolare vedere accostati due nomi apparentemente antitetici quali new age, considerata come musica meditativa ed Eurovision, considerato invece il tempio del pop europeo, ma questa è una storia che approfondiremo lungo l’articolo.
Questo tour celebrativo dei 30 anni di carriera segna il loro ritorno in un tour internazionale dopo sei anni di stop causato in primis da un aggressivo tumore al seno che aveva colpito Fionnuala Sherry (la violinista del duo) nel 2019 e successivamente dalle restrizioni dovute alla pandemia. Il ritorno sarà proprio in Italia, lì dove era già tutto programmato prima che quegli sfortunati imprevisti bloccassero tutto.
Il tour previsto si articola in tre tappe:
- Lunedì 24 febbraio 2025 (dalle ore 21): Teatro Arcimboldi, Milano
- Giovedì 27 febbraio 2025 (dalle ore 21): Teatro Celebrazioni, Bologna
- Venerdì 28 febbraio 2025 (dalle ore 21): Auditorium Conciliazione, Roma
I biglietti sono acquistabili su Ticketone e Ticket.it fino all’inizio del concerto. Il duo, accompagnato da un’orchestra, eseguirà i loro classici come “Nocturne”, “You Raise Me Up” (tra i brani più reinterpretati in cover al mondo), “Song from a Secret Garden” e i pezzi dell’ultimo album “Songs In Circle Of Time” uscito qualche mese fa.
Da Dublino al mondo intero
Era il 1994 e al Point Theatre di Dublino l’Irlanda vinceva per la terza volta di fila all’Eurovision Song Contest con “Rock’n roll kids” di Paul Harrington e Charlie McGettigan. Nessuno poteva immaginare che in quel teatro erano presenti i due protagonisti che avrebbero trionfato per la Norvegia l’anno successivo sempre lì, nello stesso teatro.
Erano Fionnuala Sherry, quell’anno violinista irlandese dell’orchestra della televisione pubblica irlandese RTÉ con una carriera già importante all’epoca e Rolf Løvland, musicista norvegese poliedrico che era presente in qualità di compositore del brano “Duett” di Elizabeth Andreassen e Jon Werner Danielssen che rappresentavano la Norvegia (lo stesso aveva vinto l’Eurovision per la Norvegia come compositore di “La det swinge” delle Bobbysocks nel 1985).
Fu Fionnuala ad avvicinarsi a Rolf e a chiedergli se le poteva scrivere qualche brano per l’album che lei stava realizzando. Rolf, non conoscendola, fu colto di sorpresa, ma fu subito colpito dal suo modo di suonare: una storia che, se ci pensiamo, è destinata a non ripetersi mai più dato che l’orchestra all’Eurovision fu eliminata nel 1999.
Così nacque il duo dei Secret Garden, un nome che rispecchia le loro melodie introspettive. Da qualche parte dentro tutti noi c’è un giardino segreto. Un giardino in cui possiamo cercare rifugio quando i tempi sono duri, o ritirarci nella gioia o nella contemplazione: dice Rolf Løvland.
E così l’anno dopo, nel 1995, vinsero con un po’ di fatica il Melodi Grand Prix, lo storico “sanremo” norvegese, e trionfarono all’Eurovision Song Contest con “Nocturne”, un brano quasi interamente strumentale, un qualcosa di mai visto all’Eurovision e che ancora oggi rappresenta una sorta di unicum. Il regolamento vietava la presenza di brani senza parole e così in testa e in coda al brano fu cantata la strofa, in lingua norvegese, di sole 24 parole: il testo più breve della storia dell’Eurovision. Tutta l’Europa (tranne naturalmente l’Italia) venne ricoperta da un’atmosfera onirica e magica.
La canzone vincitrice, caratterizzata da una predominanza musicale e da un testo ridotto al minimo, scatenò tensioni diplomatiche tra Norvegia e Svezia, poiché quest’ultima non aveva assegnato alcun punto alla Norvegia. Gli svedesi considerarono il brano una sorta di trucco, sostenendo che una canzone dovrebbe includere un testo più consistente, e criticarono aspramente i norvegesi, etichettandoli con termini come “seal-clubbers” (“cacciatori di foche”) e ” whale-killers” (“uccisori di balene”).
Al rientro in patria, il duo fu accolto tristemente da sole quattro persone all’aeroporto: nulla in confronto alla marea che circondò le Bobbysocks nel 1985 e che avrebbe circondato Alexander Rybak nel 2009, ma non c’era da stupirsi. Il brano, infatti, era, e rimane tuttora, qualcosa di insolito per l’orecchio dell’eurofan medio. Tuttavia, la musica celtica segnerà una decisa influenza nella manifestazione per qualche anno e l’anno successivo fu ancora un brano new age a vincere: “The Voice” di Eimear Quinn che, però, non riuscì a replicare il successo dei predecessori.
Il successo internazionale e i numeri da record
L’Eurovision fu il trampolino di lancio per una carriera straordinaria: un successo post-Eurovision paragonabile per l’epoca a quello ricevuto dagli Abba, da Celin Dion o dai Måneskin. I Secret Garden cercarono di sfruttare subito il successo dell’Eurovision con la pubblicazione del primo album, “Song from a Secret Garden” che sarebbe diventato il primo album norvegese a vendere più di un milione di copie. L’album rimase per oltre cento settimane nelle classifiche New Age di Billboard. E così anche gli album successivi ottennero un successo dietro l’altro specialmente nell’Estremo Oriente.
Barbra Streisand si innamorò talmente tanto del loro brano “Heartstrings” che lo trasformò in “I’ve Dreamed of You” pubblicato nel suo album “A Love Like Ours”. Il loro brano di maggior successo è, però, “You Raise Me Up“, uno dei brani più reinterpretati al mondo (più di mille artisti ne hanno creato una cover).
In totale hanno registrato 12 album e conquistato il pubblico globale con oltre 113 album di platino, più di 3 miliardi di streaming e un record di 311 settimane nelle classifiche Billboard New Age (numero mai raggiunto nemmeno da Enya, la regina della new age) figurando così nell’olimpo della musica nordica e new age.
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