Mosca rilancia Intervision: sarà l’anti-Eurovision, senza LGBT e controllato dal Governo

russian singer

Prende forma in Russia il rilancio dell’Intervision Song Contest, lo storico festival internazionale degli anni 60 e 70 organizzato dal blocco sovietico. Vladimir Putin, presidente russo, lavorava al progetto sin da prima dell’invasione dell’Ucraina che ha portato all’esclusione delle tv russe dal consorzio EBU e dunque anche dall’Eurovision, ma soltanto adesso, tramite un decreto presidenziale ha ordinato di avviare le procedure per organizzare l’evento, che sarà denominato Intervidieniye  a Mosca entro l’autunno del 2025.

Secondo Putin, l’Intervision avrebbe l’obiettivo di  “sviluppare la cooperazione culturale e umanitaria internazionale”.

L’idea di Putin è però in realtà quella di usare l‘Intervision come anti-Eurovision, tradendo in questo senso lo spirito del concorso degli anni ’80, nato nel 1965 a cura della Oirt,  l’allora organizzazione televisiva dei Paesi del blocco orientale per dimostrare  che “noi possiamo farlo meglio” ma poi diventato rapidamente il ponte fra EBU e i Paesi dell’Est, quello che ha fatto da apripista – grazie ad alcune partecipazioni strategiche – all’arrivo delle nazioni di oltrecortina all’Eurovision.

Putin come detto lavorava a questo progetto sin dal 2014, ossia da quando all’Eurovision si è imposta Conchita Wurst, culminata con la forte campagna omofoba lanciata in quei giorni, con migliaia di giovani russi intenti a sbarbarsi “per dimostrare di non essere Conchita”, rea di essersi “appropriata di un simbolo della viralità maschile”.  Nacque lì l’idea di rilanciare il concorso, la cui ultima edizione risale al 2008 ma che in realtà formalmente è stata l’unico tentativo di ripartenza dal 1980.

Evento anti LGBTQIA+

Caratteristiche del concorso? Niente nonbinarismi,  niente mondo LGBTQIA+. le cui associazioni in Russia sono associate a quelle terroristiche ed estremiste.  I piani per il nuovo concorso sottolineano infatti l’impegno nei confronti dei “valori tradizionali universali, spirituali e familiari“, chiarendo che si tratta della  “controprogrammazione ideologica della Russia rispetto alla sgargiante stravaganza pop dell’Eurovision”.

La senatrice russa Liliya Gumerova, del partito Russia Unita ha dichiarato ai media statali che Intervision “promuoverà la vera musica” e rifiuterà “i falsi valori che sono estranei a qualsiasi persona normale”.

Secondo quanto afferma una nota del Cremlino:

Gli artisti non potranno eseguire canzoni che richiedono violenza, umiliare l’onore e la dignità della società, ed è necessario che i temi politici nei testi siano completamente esclusi.

La politica però a quanto pare, interverrà direttamente perchè  Intervision ricadrà sotto la supervisione diretta del governo russo, con il vice primo ministro Dmitry Chernyshenko incaricato di presiedere la commissione che si occuperà dell’organizzazione, e Sergei Kiriyenko, vice capo di gabinetto, incaricato di presiedere la commissione che decreterà il vincitore della gara.

Sono oltre 25 i Paesi, secondo il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, pronti a partecipare a Intervision, compresi fra questi i membri dei Brics (Brasile, India, Cina, Sudafrica, oltre la Russia) e i componenti della Comunità degli Stati Indipendenti (l’alleanza politico economica fra i Paesi europei  della ex Urss nata dopo lo scioglimento di quest’ultima e oggi allargata anche a diverse repubbliche dell’area asiatica), ma per il momento non ci sono conferme da parte di questi governi. Il vincitore o la vincitrice otterranno un premio in denaro e il finanziamento di un tour.

Una mossa, questa del rilancio dell’Intervision che sottolinea quanto la Russia partecipare all’Eurovision fosse una cosa seria, a dispetto delle tante persone che minimizzarono la decisione di EBU di estromettere dal consorzio le tv russe dopo lo scoppio della guerra di invasione. La musica è cultura ed è il più semplice ed immediato veicolo promozionale verso il Mondo, l’Eurovision è  una vetrina con 200 milioni di spettatori e per la Russia averlo perso è stato un colpo molto forte sul piano del nation branding: basti pensare a quanto il Governo russo fu coinvolto nella supervisione dell’Eurovision 2009 a Mosca, oltretutto finanziato con 30 milioni di euro dallo stesso Cremlino.

Ma lo stesso si può dire per altri Paesi con democrazie  – per così dire – “imperfette” (vedasi l’Azerbaigian, il cui presidente Ilham Aliyev fece espropriare persino intere palazzine per costruire la Baku Crystal Hall e supervisionò di persona l’organizzazione) oppure alle prese con momenti storici chiave (per esempio l’Ucraina che aveva appena insediato il nuovo presidente filo europeo Viktor Yushchenko ai tempi dell’Eurovision 2005.

Un concorso che fu trampolino di lancio

Il vecchio Intervision, come si diceva, non aveva nulla a che vedere con quello che vuole costruire Putin. Lanciato sotto l’ex leader sovietico Leonid Brezhnev, l’Intervision Song Contest si è svolto in Cecoslovacchia (dal 1965 al 1968) e successivamente a Sopot, in Polonia (dal 1977 al 1980). Il formato era simile a quello dell’Eurovision: I Paesi del blocco orientale, collegati tramite il consorzio televisivo Intervision, potevano inviare ciascuno un artista e una giuria sceglieva il vincitore dopo aver visto le esibizioni.

Nonostante le sue chiare sfumature politiche, il concorso non era completamente isolato dall’Occidente. Paesi Bassi, Portogallo, Belgio, Svizzera e Spagna, per esempio, hanno partecipato ad alcune edizioni e, con un sorprendente colpo di scena, la Finlandia, altro Paese che aveva mantenuto la neutralità durante la Guerra Fredda, vinse l’Intervision nel 1980 con Marion Rung, due volte rappresentante finlandese ad Eurovision (1962 e 1973). Fra i vincitori si ricordano anche Alla Pugacheva (1978, poi all’Eurovision nel 1996); Karel Gott (nel 1968 in gara per la Cecoslovacchia e nello stesso anno, pochi mesi dopo, per l’Austria all’Eurovision) ed Helena Vondrackova, la più famosa cantante ceca degli anni 70-80

All’alba del 1981 la rassegna fu stoppata per via dei moti politici contro l’area ex sovietica, in particolare dall’ascesa in Polonia del movimento Solidarność, un sindacato indipendente che si opponeva al governo comunista polacco, e per i crescenti disordini nei Paesi del Patto di Varsavia. Nel 2008, l’unico tentativo di rilancio, ha visto vincere a Sochi la tagika Tahmina Niyazova, mentre l’edizione programmata per 2014 non vide mai alla luce per problemi politici, legati anche in questo caso alle rivendicazioni che stavano andando in scena in alcuni dei Paesi coinvolti.

Our Generation: l’anti-Junior Eurovision

A Novembre, fra l’altro era già andata in scena l’alternativa russa allo Junior Eurovision, ovvero “Our Generation”, direttamente finanziato dal Governo e organizzato da RTR, una delle due tv pubbliche di Mosca: regolamento identico allo Junior Eurovision, ma rassegna allargata a tutto il Mondo. Alla prima edizione hanno preso parte 14 artisti: a Kazan si è registrato il successo del Brasile e del Madagascar.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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