Melodifestivalen 2025, le prove generali della seconda semifinale: il liveblogging

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Report live da Göteborg • Anche quest’anno Eurofestival.News entra nel vivo del Melodifestivalen e, in anteprima, è in grado di raccontarvi anticipazioni e curiosità in diretta dalle varie tappe della selezione svedese per l’Eurovision Song Contest. Si tratta, come noto, di uno degli eventi pre-eurovisivi più seguiti, che molto spesso segna novità, tendenze, e sforna artisti in grado di competere ogni anno per le posizioni più alte della classifica europea.

Dopo la partenza al nord, la rassegna itinerante questa settimana si sposta a sud: la carovana dell’organizzazione si è fermata allo Scandinavium di Göteborg, tappa immancabile nel calendario del Melodifestivalen. Come parte della stampa accreditata, Eurofestival News seguirà le prove generali di questa sera, in partenza alle ore 19:00, che anticipano l’evento televisivo di domani, in diretta dalle ore 20:00 anche in Italia su SVTPlay.se.

In arrivo quindi un esclusivo racconto in diretta della serata, delle esibizioni, e di tutto ciò che vedremo domani nella vera e propria diretta televisiva del Melodifestivalen 2025.

Questa è la line-up della seconda semifinale del Melodifestivalen 2025:

  1. Nomi Tales – “Funniest Thing”
  2. SCHLAGERZ – “Don Juan”
  3. Erik Segerstedt – “Show Me What Love Is”
  4. Klara Hammarström – “On and On and On”
  5. Fredrik Lundman – “The Heart of a Swedish Cowboy”
  6. Kaliffa – “Salute”

Melodifestivalen 2025: liveblogging prove seconda semifinale

Ore 20:28 – Con il reprise di Kaliffa, che stringe le mani dei tantissimi bambini in arena stasera, si conclude la prima prova generale della seconda semifinale del Melodifestivalen 2025. L’appuntamento è come sempre alle 20 di domani sera, in diretta su SVT1 e in live streaming su SVT Play!

Ore 20:25 – Al ripescaggio (per finta) va Erik Segerstedt, mentre il secondo (finto) finalista di questa serata è… Kaliffa!

Ore 20:23 – Gli artisti che hanno ricevuto più voti e si piazzano dalla seconda alla quarta posizione in questo (finto) round di voto sono: Kaliffa, Schlagerz ed Erik Segerstedt.

Ore 20:18 – Segmento memory lane in cui Edvin racconta l’edizione 1986 del Melodifestivalen, vinta da Lasse Holm e Monica Törnell con “E’ de’ det här du kallar kärlek?”. É una scusa per introdurre il gruppo Style, terzo classificato in quell’edizione con “Dover-Calais” (torneranno con meno fortuna nel 1987 e nel 2003), presenti in arena per celebrare ufficialmente il loro ingresso nella Hall of Fame del Melodifestivalen.

Ore 20:13 – Secondo recap! Risentiamo un breve estratto delle cinque canzoni rimaste in corsa per il secondo posto in finale e il round di ripescaggio.

Ore 20:09 – Dopo il segmento introdotto quest’anno in cui i conduttori ricapitolano gli artisti in gara e spiegano le fasce di età in cui sono andati meglio o peggio nel voto appena concluso, viene annunciata la prima (finta) finalista di questa dress rehearsal: si tratta di Nomi Tales, che esegue nuovamente la sua “Funniest Thing” partendo seduta a terra al centro della green room per poi attraversare la platea e raggiungere il palco.

Ore 20:02 – Secondo appuntamento della serie di sketch con Keyyo che organizza finti appuntamenti con ex concorrenti del Melodifestivalen: questa settimana tocca a Liamoo (2018, 2019 con Hanna Ferm, 2022, 2024). Si rientra in studio con una banda che esegue una versione strumentale di “Unforgettable” annunciando il rientro in studio dei conduttori: dovrebbero esserci anche Marcus e Martinus, vincitori della scorsa edizione e campioni in carica, ma sono sostituiti da due figuranti.

Ore 19:58 – Edvin si esibisce in una canzone ironica che prende un po’ il giro le critiche ricevute dal Melodifestivalen di non essere abbastanza “virile” e orientato verso un pubblico maschile. Il brano si chiama “För mannen som byter kanal” (Per l’uomo che cambia canale), è scritto sulle note dell’iconica “När vindarna viskar mitt namn” di Roger Pontare (vincitrice nel 2000) e riprende tutti gli stereotipi che descrivono la mascolinità e l’essere “uomo” in Svezia invitando il telespettatore svedese medio a sintonizzarsi per vedere il Mello, perché li metteranno in scena un po’ tutti.

Ci sono tre camei divertentissimi di Glenn Hysén (ex allenatore di calcio e commentatore sportivo) che griglia la carne, il campione di taglio della legna sportivo Ferry Svan che brandisce un’ascia e infine i Brändsta City Slackers, una dansband composta da quattro elementi vestiti da pompieri, che eseguono un pezzo della loro hit “Kom och ta mig”, quinta classificata nel 2002.

Ore 19:52 – Primo recap e chiusura del primo round di voto.

Ore 19:47 – Kaliffa – “Salute”

Andrea: – Kaliffa ci porta in una atmosfera al limite tra l’afro e il reggae con la sua “Salute”: il cantante è vestito proprio come se fosse pronto a fare un safari, portando l’ascoltatore in un viaggio nella savana.

L’esibizione parte dal fondo del palco: Kaliffa è avvolto da nebbia bianca, ma l’atmosfera si scalda rapidamente con l’arrivo di ben sette ballerini sul palco, che danzano attorno a un grande tavolo/podio, su cui il cantante sale come fosse il capo della danza tribale.

Sul finale una bufera di coriandoli bianchi e annessa sfazzolettata dei ballerini. La proposta è simpatica e fa ballare, ma non vedo per quale motivo dovrebbe passare in finale, se una proposta analoga (e anche più coinvolgente per il pubblico) è stata bocciata proprio la scorsa settimana (citofonare Albin Johnsén feat. Pa).

Davide: Olle Karlsson, in arte Kaliffa, è l’ultimo debuttante di questa seconda semifinale. Il suo brano è una classica canzone “da party” con accenti afro-pop e quasi reggae, con addirittura sette ballerini a circondarlo ballando attorno a una piattaforma rettangolare rivestita di disegni a fantasia tribale.

Lo sfondo LED è dominato da palmizi e giochi di luce tra arancio, verde e viola, in uno scenario che convince sicuramente di più con l’arena piena rispetto alle prove a porte chiuse ma trovo un po’ cupo e poco fastoso se confrontato ad altre proposte analoghe viste negli anni, perlomeno fino all’esplosione finale di fiamme e il tripudio di coriandoli con annessa fazzolettata improvvisata dai ballerini.

Il confronto con Albin e Pa, eliminati settimana scorsa, è già a perdere ed è difficile capire perché questa proposta (una sorta di mélange dei brani con cui i Medina hanno avuto successo negli ultimi anni, ma con un artista meno carismatico e meno “trascina-popolo” di Sami e Ali) dovrebbe fare meglio. Detto questo, il posizionamento in scaletta lo rende in ogni caso temibile e in corsa per un posto in finale o al ripescaggio.

Foto: Stina Stjernkvist | SVT

Ore 19:41 – Fredrik Lundman – “The Heart of a Swedish Cowboy”

Andrea: Non manca mai la quota country nella line-up del Melodifestivalen. Quest’anno ci pensa Fredrik Lundman a portarla nella sua forma più pura.

L’esibizione parte chitarra e voce, col cantante seduto davanti al microfono, illuminato da un faro che simula il riflesso delle fiamme di un falò, e una finta neve bianca a rompere l’atmosfera cupa dello sfondo.

Si continua poi con immagini di cavalli al trotto e galoppo e panorami innevati, mentre il brano cresce e si arricchisce di sonorità e strumenti, per arrivare a un finale cantato in piedi a fronte palco, senza che succeda… nulla di che. Anche in questo caso, difficile pensare a un passaggio in finale o all’accesso al ripescaggio, ma comunque tre minuti piacevoli.

Davide: Si è già detto che il Melodifestivalen 2025 si preannuncia come il più country di sempre – in ossequio al successo di due brani che hanno monopolizzato le classifiche di vendita svedesi nel 2024, ovvero “A Bar Song (Tipsy)” di Shaboozey e “Austin” di Dasha Novotny.

Fredrik Lundman, artista al debutto al Melodifestivalen, porta un brano che non sfigurerebbe in una qualsiasi radio country americana: la prima strofa è quasi solo voce e chitarra, costruita su riprese ravvicinate del volto dell’artista che canta sotto una pioggia leggera di finta neve, mentre nella seconda strofa entrano gli strumenti e un arrangiamento pop più “tradizionale” e indubbiamente portato dalla penna di Thomas G:son, prolifico autore e compositore della scena eurovisiva.

Si tratta di una proposta che punta a catturare un certo pubblico, lo stesso che l’anno scorso ha permesso l’approdo in finale di Jay Smith e spesso ha sostenuto negli anni proposte analoghe. In corsa per il terzo posto con possibilità di sorprendere.

Foto: Stina Stjernkvist | SVT

Ore 19:35 – Klara Hammarström – “On and On and On”

Andrea: La bellissima Klara Hammarström torna in gara con un pezzo che si inserisce in maniera molto coerente nella sua storia al Melodifestivalen, costellata di brani uptempo, intrisi di sonorità disco. Questa volta siamo condotti in una atmosfera da antica Grecia: la cantante inizia ad esibirsi distesa su un capitello greco, contornata da uno schermo con nuvole dai colori tenui e altre colonne, quasi fossimo sulla cima dell’Olimpo.

Sul ritornello appaiono le mani dei sei ballerini che la accompagneranno a più riprese durante l’esibizione, apparendo e scomparendo quasi per magia dalla scena grazie a una serie di stretti e larghi stacchi di telecamera.

Bello l’intermezzo dove la cantante si ritrova quasi catturata da un vortice temporale, seguito poi da uno stacco rapido in cui i ballerini la risollevano da terra per arrivare al ritornello finale. Una soluzione non proprio ben studiata, tant’è che la telecamera la riprende da lontanissimo, quasi a volerla nascondere.

L’esibizione merita il passaggio diretto alla finale, ed è difficile aspettarsi un risultato differente. Tuttavia, questa volta l’insieme appare meno convincente Difficile pensare non passerà direttamente alla finale: l’esibizione che lo merita, anche se forse non siamo al livello di “Run to the Hills”.

Davide: Per Klara Hammarström, ex promettente cavallerizza e volto conosciuto dei reality show e della televisione svedese di intrattenimento, si tratta della quarta partecipazione in 6 anni (miglior risultato: due sesti posti, nel 2021 con “Beat of Broken Hearts” e nel 2022 con “Run To The Hills”). In questa prova rimane coerente alla sua produzione artistica, portando un brano uptempo dal ritmo incalzante che rallenta nel bridge fino quasi a fermarsi (a molti commentatori ha ricordato la canzone tradizionale russa “Kalinka”) per poi ripartire.

L’esibizione, in cui Klara e sei ballerini si muovono in uno scenario che ricorda l’Antica Grecia, è però a mio avviso poco coerente con il brano e le sue intenzioni – oltre a rivestire il tutto di una patina leggermente trash che in un’ipotetica finale potrebbe alienarle il favore delle giurie.

Anche Klara si sta trattenendo vocalmente e sull’ultimo ritornello, dove aveva fatto particolarmente fatica ieri, è praticamente doppiata dai cori registrati. In finale dovrebbe qualificarsi, se non altro per la sua grande popolarità in Svezia, ma per vincere il Melodifestivalen serve di più.

Foto: Stina Stjernkvist | SVT

Ore 19:28 – Erik Segerstedt – “Show Me What Love Is”

Andrea: Erik torna al Melodifestivalen e lo fa giocando pesantemente. “Show Me What Love Is” è un bel pezzo pop che il cantante inizia ad eseguire seduto di fronte a un piano macchiato di vernice colorata, accompagnato da figuranti a chitarra, basso e batteria.

Si alternano diverse belle inquadrature, tra cui una di spalle, rivolta all’arena, che rivela la presenza di due discoball giganti che riflettono la luce in tutto lo Scandinavium.

Il vero momento culmine si raggiunge però verso la fine, quando – incitando il pubblico – Erik si dirige verso il palchetto centrale, con cui conclude l’esibizione accompagnato da coristi e strumentisti, sotto una pioggia di coriandoli colorati, inanellando acuti considerevoli. Mi sbilancio, lo vedo direkt till final.

Davide: Per Erik Segerstedt è la terza partecipazione e la prima dal 2013, quando si fermò al round di ripescaggio in duetto con Tone Damli su “Hello Goodbye”; quattro anni prima, come membro della boyband E. M. D., aveva raggiunto il terzo posto in finalissima con “Baby Goodbye”. In quella specifica avventura lo accompagnava Mattias Andréasson, che ha composto questa canzone e oggi è sul palco con lui suonando il basso e facendo da corista.

Erik comincia la canzone al pianoforte, accompagnato sul palco appunto da basso, chitarra e batteria in un brano di genere arena pop che riprende un po’ le atmosfere dei primi Coldplay. La canzone richiede molto vocalmente, soprattutto nell’ultimo minuto e nel ritornello finale, ed è chiaro che Erik si “trattenga” un po’ rispetto alle prove di ieri pomeriggio pur fornendo una prestazione convincente e da artista navigato e abituato a stare sul palco.

Il momento più forte è sul bridge, dove Erik, i musicisti e i coristi scendono dal palco e attraverso la passerella raggiungono il catwalk incitando il pubblico, con un’inquadratura ben pensata che comprende l’intera arena e due glitterball sospese sul soffitto. Sul finale, una pioggia di coriandoli colorati sottolinea il ritornello e le prodezze vocale di Erik in un momento molto forte e sentito in arena. Sicuramente in corsa per giocarsi un posto nei primi tre.

Foto: Stina Stjernkvist | SVT

Ore 19:21 – SCHLAGERZ – “Don Juan”

Andrea: Con le SCHLAGERZ si cambia decisamente registro e, per gli amanti del genere come me, sembrerà di fare un viaggio nel passato. Come suggerisce il nome del simpatico trio di artiste navigate del genere, il brano è uno schlager composto ed eseguito rispettando tutti i crismi del genere.

Sono tre minuti divertenti, che riportano – appunto – ad altri tempi. Ma, purtroppo, non basta una canzone capace di farti schioccare le dita, movimenti sincronizzati, qualche pyros, e i podi sopra e attorno ai quali si esibiscono le artiste a garantire il passaggio in finale.
L’insieme, pur piacevole, sembra già infatti rassegnato al sesto posto nella classifica della serata. Ma grazie per la spensieratezza e frizzantezza di questa esibizione!

Davide: SCHLAGERZ è un supergruppo composto dalle frontwomen di tre dansband estremamente popolari in Svezia: Sandra Estberg (Martinez), Maria Persson (Blender) e Maria Rolf (Titanix). Portano un brano che si presenta come una sorta di compilation del genere schlager, riprendendo da vicino l’iconica “Vem é dé du vill ha” di Kikki, Bettan & Lotta (terza classificata nel 2002) ma anche altri capisaldi del genere, da “C’est la vie” di Carson, Hanson & Malmkvist (2004) a “Lyssna till ditt hjärta” del gruppo Friends (1981) per arrivare a scomodare “Waterloo” degli ABBA (1974).

Sandra, Maria e Maria cantano e coreografano partendo da tre podi e raggiungendo il centro del palco, in una scenografia sui toni dell’argento e del glitter che si illumina sul ritornello finale con fuochi artificiali e l’energia del tradizionale key change. Una sorta di tentativo di replicare gli Arvingarna al femminile, senza grandi velleità di gara se non di portare un po’ di spensieratezza e colpire le fasce di voto più nostalgiche e tradizionalista.

Foto: Stina Stjernkvist | SVT

Ore 19:15 – Nomi Tales – “Funniest Thing”

Andrea: Un nome d’arte, una garanzia: Nomi Tales porta sul palco una storia misteriosa, nell’atmosfera onirica di un bosco che sembra frutto di un sogno. La cantante inizia ad esibirsi coperta da un velo, che si toglie per poi alzarsi in piedi e rivelare la presenza di una passerella curva.

Una passeggiata tortuosa e a tratti un po’ evanescente in un bosco incantato pieno di nebbia, dalla quale spuntano anche improvvisamente sei ballerini. La coreografia segue il crescendo del brano, così come l’illuminazione degli alberi del bosco crea ritmi visivi interessanti.

Il pacchetto completo è molto forte, convincente, e potrebbe sorprendere centrando almeno il ripescaggio.

Davide: Nomi Bontegard, giovane artista di Axvall, debutta al Melodifestivalen con una canzone pop dalle atmosfere eteree e quasi mistiche scritta da un team di debuttanti quasi completi (tranne Herman Gardarfve, che ha vinto la competizione al debutto nel 2020 con “Move”).

La perfomance vede Nomi al termine di una sorta di sentiero in un bosco al tramonto, circondata da una coltre di fumo da cui emergono sei ballerini che coreografano attorno a lei. Si tratta di una proposta che non si discosta troppo dalla musica pop che fa bene al Melodifestivalen, ma allo stesso tempo la reinterpreta in modo fresco e diverso da ciò che abbiamo visto spesso negli ultimi anni.

Elemento che aggiunge valore a una performance ben realizzata è il bridge, dove l’immagine di Nomi si riflette in uno specchio d’acqua che si infrange sull’ultimo ritornello. Peccato per qualche incertezza vocale dell’artista e il “piede pesante” dell’addetto al ghiaccio secco, che inonda il palco di fumo e finisce per offuscare qualche inquadratura.

Foto: Stina Stjernkvist | SVT

Ore 19:12 – É proprio Lotta Engberg, volto caro al Melodifestivalen e vincitrice della competizione nel 1987 con “Fyra bugg och en Coca Cola”, ad introdurre gli artisti nelle cartoline di stasera.

Ore 19:09 – Salto in avanti di 37 anni e torniamo in studio con Keyyo ed Edvin che introducono i sei artisti in gara stasera e ricordano il metodo di voto. Vengono ricordati anche i qualificati di settimana scorsa, tra cui Meira “Steadycam-Crash” Omar (battuta che si riferisce all’incidente avvenuto durante la diretta, quando un cameraman è caduto dal palco nel mezzo della sua esibizione). Nu kör vi!

Ore 19:04 – La semifinale si apre con un balletto e un jingle ispirato alla vecchia “SVT”, con filtri, grafiche, abiti e acconciature anni ’80. Keyyo ed Edvin entrano in scena, annunciano il programma come “Schlagerfestivalen” (il nome con cui la stampa chiamava affettuosamente il Melodifestivalen prima della “ristrutturazione” operata da Christer Björkman). Sul palco arriva Lotta Engberg, la regina della musica di Göteborg, che assieme al gruppo Triple & Touch esegue “100%” terza classificata al Melodifestivalen 1988.

Ore 19:01 – Inizia con l’appello a donare all’ente benefico Radiohjälpen la prima prova generale della seconda semifinale del Melodifestivalen 2025. Questa settimana siamo allo Scandinavium di Göteborg, che ospita il Melodifestivalen per la 21° volta nell’era moderna (ha saltato soltanto il 2002, oltre al 2021 e 2022 in cui la tradizionale tournée non si è tenuta a causa della pandemia)


Consulta le nostre risorse sul Melodifestivalen 2025:


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