Eurovision 2025, seconda semifinale: il racconto della prova pomeridiana

Palco Eurovision 2025

Report live da Basilea · Prova della seconda semifinale dell’Eurovision 2025 alla St. Jakobshalle di Basilea, chiusa al pubblico e non trasmessa in streaming, riservata solo ai cronisti accreditati e visibile soltanto in arena e limitatamente ai 19 performer in gara (16 della semifinale e 3 dei Big Five).

Rispetto a lunedì, è una prova sul serio perchè ci sono stati diversi grossi problemi tecnici: il gobbo elettronico che si è spento costringendo Hazel Brugger a leggere la scaletta (Sandra Studer va invece a memoria), microfoni ballerini (anche qui Hazel Brugger col “gelato” in alcune circostanze,  i monitor fuori sincro e diversi tempi morti. Ecco nel dettaglio le 19 esibizioni.

AUSTRALIA – Sul palco non rende come in tv, dove sembra lo spot di un milkshake (appunto) nelle tv americane di metà anni 80. Lui è dentro un enorme frullatore. Nel complesso una bella confezione con dentro materiale  non bellissimo, perchè canta malino.

MONTENEGRO – Lei sola sul palco con un lungo vestito bianco che la avvolge. Canta bene un brano di una pesantezza enorme.

IRLANDA – Come “Espresso Macchiato” è talmente brutta che fa il giro e alla fine si ascolta con piacere.  Lei canta bene e questo sicuramente la aiuterà  e in più l’hook entra in testa in due secondi. Potrebbe essere una qualificazione clamorosa e contro ogni pronostico.

LETTONIA – Un enorme esercizio di stile cantato meravigliosamente bene. Il fascino delle interpretazioni all’unisono è innegabile ma quanto piacerà al televoto?

ARMENIA – Tanta costruzione, tante impalcature per una esibizione poco più che standard. Lui canta correndo a torso nudo su una pedana illuminato da file di led alle sua spalle. Siamo tornati indietro di diversi anni. E tuttavia potrebbe persino funzionare.

AUSTRIA – Nemo che incontra Malena Ernman e  Cezar. Anche qui un enorme esercizio di stile che ricorda da vicinissimo – il team autoriale è del resto lo stesso – “The Code”.

REGNO UNITO – La parola che descrive meglio quello che si vede è “confusione”. Pezzi della scenografia che sembrano assemblati a caso e una canzone che sembrano tre – brutte – unite col nastro adesivo. Un gran peccato perchè le tre cantano alla fine bene.

GRECIA – Un pezzo difficile, per nulla orecchiabile, dal testo molto complesso che però lei valorizza con una interpretazione muscolare.  Nel finale cambio d’abito: inizialmente total black, diventa total white.

LITUANIA – Rispetto alla finale la sensazione non cambia, ed è quella di un brano fuori contesto. Cantato anche bene, ma senza nulla che lo faccia spiccare.

MALTA – Lei che canta a gambe aperte su una grande bocca. Tutto al limite del volgare e molto oltre il kitsch. Il finale da lezione di aerobica sui palloni da ginnastica è imbarazzante.

GEORGIA – Scivola via come acqua corrente. Brava, intonata, manca la canzone, piccolo dettaglio. Sul palco vestita di bianco, ha una bellezza fresca che viene esaltata.

FRANCIA – Sola, in mezzo a sabbia – che in realtà è sughero – canta scalza. “Maman” non è il pezzo migliore ma lei lo esalta. Prova vocale di livello, si conferma una solida candidata alla vittoria.

DANIMARCA – Prova vocale di alto spessore, Sissal potrebbe essere un’ottima vocalist al fianco di un dj per proposte migliori di quella che porta in gara. Ma l’intonazione perfetta potrebbe regalarle una qualificazione per nulla scontata.

CECHIA – Si conferma il dark horse di questa edizione: canta benissimo uno dei pezzi più moderni in concorso. Prova vocale solidissima.

LUSSEMBURGO – Effetti speciali: lei inizia cantando sdraiata in terra, ma allo spettatore sembra in piedi. Nel finale si cambia di abito: la bambola rosa diventa una ragazza col miniabito luccicante.   Tutto molto bello, compreso l’acuto nel finale.

ISRAELE – Poche storie, vocalmente è la prova migliore della serata. Intonata come una spada, timbro cristallino, canta senza incertezze una ballata intensa. Lei è da sola, dentro una scala trasparente argentata, con una cascata che le cade addosso. Al televoto farà strage, ma non solo per il Paese che rappresenta. Le giurie che faranno?

GERMANIA – Un pezzo moderno, radiofonico, cantato malissimo. Non prende una nota, mai.

SERBIA – La prova vocale di spessore potrebbe salvare una qualificazione che solo per il brano non è così scontata. Il pezzo è polveroso, non decolla mai.

FINLANDIA – Le allusioni sessuali qui sono dichiarate, sin dal titolo. E lo spettatore casuale sceglierà una sola fra lei e Malta, preferendo Erika Vikman, che è anche più solida vocalmente. Il finale con lei a cavalcioni su una maxi asta, sospesa in aria, col suo nome che compare sul ledwall alle spalle vale da solo la performance.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

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