Eurovision 2025: i promossi e bocciati di questa edizione

Eurovision 2025 Promossi e Bocciati

Al termine di una settimana intensa ma sempre straordinaria, abbiamo analizzato le tre serate di questo Eurovision 2025 e raccolto le opinioni della nostra redazione al completo con l’immancabile appuntamento (giunto al decimo anno consecutivo) de i Promossi, Bocciati e… Promossi con riserva.

Insomma, le nostre pagelle su questa edizione dell’Eurovision Song Contest, con tutto quello che ha funzionato e cosa un po’ meno, anticipandovi che per la priva volta in dieci anni, abbiamo fatto fatica a trovare delle vere e proprie bocciature totali e questo è un bel segnale.

Prima di partire con i vari punti specifici, lasciateci però commentare delle polemiche sterili che abbiamo potuto leggere tra social e pseudo influencer che probabilmente l’Eurovision non l’hanno nemmeno mai seguito.

C’è chi si è lamentato (o ha parlato di un vero e proprio sabotaggio) per la mancata messa in onda su Rai 1, durante la finale di sabato, dell’Eurovision Dream, il momento in cui Sandra Studer ha riproposto la sua “Canzone per te” (in gara per la Svizzera nel 1981 con il nome d’arte Sandra Simó) e la “nostra” Michelle Hunziker una breve interpretazione di “Volare – Nel blu dipinto di Blu” (Eurovision 1958) di Domenico Modugno (che potete rivedere qui sotto).

Per i non addetti ai lavori, va specificato che alcune tv pubbliche europee trasmettono l’Eurovision integralmente, senza spot pubblicitari, ma molte altre hanno invece bisogno di pubblicità e per questo motivo all’interno dello show sono previsti dagli organizzatori (quindi nulla che dipenda dalla Rai) appositi break.

Ad esempio, nella finale di sabato scorso, un break raccontava i segreti del backstage e dei velocissimi cambi scena, un altro è stato usato per il collegamento con Arena Plus (di cui parleremo a breve), un altro ancora, un collegamento con la Green Room etc.

Insomma, a parte rare eccezioni, come nel 2016 quando la pubblicità ci fece perdere un simpatico sketch regalatoci da Ian McKellen (Magneto nella saga X MEN e Gandalf ne Il Signore degli Anelli) e Derek Jacobi (Hamlet, Il discorso del Re), si tratta quasi sempre di momenti non essenziali dello show e che le emittanti pubbliche dei vari paesi possono quindi sfruttare per mandare la pubblicità.

In questa finale, uno dei break ha visto protagonista Michelle Hunziker e qualcuno ha avuto giustamente da ridire su questo, vista la notorietà della conduttrice in Italia e l’omaggio fatto a Domenico Modugno, ma dobbiamo ritornare al discorso di partenza: questi break sono decisi a priori dagli organizzatori e non sono influenzati dalle singole tv pubbliche, che possono solo limitarsi a decidere se sfruttarli per mandare la pubblicità o meno (e nel caso dell’Italia, stando all’attuale listino Rai Pubblicità, ogni singolo spot trasmesso tra le 21:50 e le 22:10 ha portato tra i 183.000 e 237.900 euro, non proprio briciole. Sostanzialmente con una sola interruzione pubblicitaria ci siamo ripagati abbondantemente la partecipazione all’Eurovision Song Contest).

Promossa

Arena Plus. Partiamo con quella che speriamo non sia solo una novità una tantum, ma possa diventare l’ordinario, ovvero un secondo spazio in cui fan e turisti possono ritrovarsi per seguire l’Eurovision Song Contest e che ha avuto un grandissimo riscontro di presenze.

In questo specifico caso, parliamo del St. Jakob-Park, lo stadio più grande della Svizzera, con una capienza di oltre 36.000 posti e che è stato trasformato appunto in Arena Plus, un luogo dove non solo seguire su 4 mega schermi l’evento ospitato a Basilea (lo stadio tra l’altro è di fianco alla St. Jakobhalle, dove si è tenuto l’Eurovision 2025) ma assistere ad un pre-spettacolo con artisti svizzeri e internazionali.

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Promossa

La città di Basilea. L’aria di festa e di Eurovision, come raccontato anche dai nostri inviati sul posto, si respirava in ogni via, tra bandiere, stendardi, cartelloni pubblicitari e mezzi pubblici brandizzati con il logo della kermesse europea (persino gli ATM per le operazioni bancarie), più i vari eventi collaterali.

Sui treni, in corrispondenza della stazione di Basilea, veniva riprodotta la colonna sonora ufficiale di questa edizione, con la voce di Sven Epiney (conduttore della SRF) che dava il benvenuto in inglese ai tanti turisti e fan giunti in città. Le fermate chiave di bus e tram avevano inoltre una dicitura dedicata, come “Eurovision Song Contest“, “Eurovision Street”, “Eurovision Square” ed “Eurovision Village”.

Promossa

La SRG SSR. L’azienda che gestisce il servizio pubblico radiofonico e televisivo della Svizzera (e naturalmente membro EBU) ha fatto davvero un ottimo lavoro. Lo show televisivo è stato indubbiamente un successo, non sono stati riscontrati grossi problemi durante la diretta tv (forse un paio di inquadrature non perfette o l’errore nel titolo “Nel blu di pinto di blu” durante l’esibizione di Michelle Hunziker) e la resa a livello televisivo è stata notevole.

Unica nota leggermente stonata (e ha riguardato solo gli addetti ai lavori), nella buona gestione generale del press center all’interno della St. Jakobhalle di Basilea, è stata la lentezza della connessione Wi-Fi, riscontrata soprattutto sabato e forse legata alla mole di giornalisti e fan presenti in quella serata rispetto alle semifinali. Ci riferiscono inoltre che i Basler Läckerli (un tradizionale biscotto speziato originario di Basilea) siano andati letteralmente a ruba (permetteteci ogni tanto anche un po’ di leggerezza).

Promosso

Lucio Corsi. Qui va detto o meglio va proprio urlato: grandissimo Lucio! E lo diciamo perché è da Sanremo 2025 che non facciamo che leggere commenti di ogni tipo su di lui, dal “non è adatto all’Eurovision” a “finiremo ultimi”. E invece, Lucio ha dimostrato che si può far bene portando un pezzo di qualità, non immediato magari per una platea internazionale, ma qui è venuta sicuramente in aiuto l’idea di inserire i sottotitoli con la traduzione del brano e il resto della magia l’ha fatta lui stesso.

Lucio si è fatto subito apprezzare sia dal pubblico che dai fan sul posto e la sua gentilezza ha conquistato anche le altre delegazioni. E non poteva essere altrimenti. Un ottimo quinto posto e un successo strameritato per un ragazzo che ha talento e che non è passato per i soliti talent, ma è arrivato su quel palco facendo una lunga gavetta. Bravo Lucio, ci hai resi orgogliosi e fatto fare una bellissima figura in tutto il vecchio continente e oltre.

Promosso

Palco. Originale (con il richiamo alle montagne svizzere) e dall’aspetto imponente, ma con un segreto. Costruito durante tutto il mese di aprile, il palco è una creazione del tedesco Florian Wieder, che ha progettato un palcoscenico in prospettiva forzata, cioè appare più grande di quello che è realmente, manipolando la percezione visiva umana.

Palco Eurovision 2025 seconda semifinaleIl palco principale è largo 14,8 metri e profondo 13,6, mentre quello secondario, con la cornice tutta intorno, è largo 24,2 metri e profondo 3. Proprio la cornice, rivestita con LED, ha in realtà oltre che uno scopo “estetico” anche funzionale: Florian ha infatti svelato che il soffitto della St. Jakobhalle non può supportare grandi pesi (problematica tipica di molte arene italiane, come scoperto nell’anno in cui l’Italia ha organizzato l’evento) e questa soluzione (insieme ad altre) ha permesso di spostare i grandi carichi che normalmente vengono appesi al soffitto, a terra.

In questo video dalla finale di sabato scorso, si può notare come viene sfruttata la cornice intorno al palco, dando l’impressione al telespettatore di avere un ulteriore schermo gigante. Lasciamo, per i più curiosi, alcuni dati tecnici.

  • Stage Eurovision 2025: 24,2 metri di larghezza, 14 metri di altezza
  • Palco principale: 14,8 metri di larghezza e 13,6 metri di profondità
  • Palco secondario: 24,2 metri di larghezza e 3 metri di profondità
  • Collegamento tra i due palchi: 8,5 metri di lunghezza e 4,8 metri di larghezza
  • Schermo LED sullo sfondo: 48,4 metri di larghezza e 11,6 metri di altezza
  • 22 telecamere per la diretta tv
  • 100 punti di fuochi pirotecnici
  • 750 metri quadrati di parete video LED
  • 200 metri quadrati di pavimentazione LED
  • 350 metri quadrati di paesaggio montano
  • Solo 42 secondi per i cambi di scena.

Promosse

Le conduttrici. Qui c’è poco da dire, tre donne e tre professioniste: Hazel Brugger, Sandra Studer (per noi rimarrà sempre Sandra Simó) e la “nostra” Michelle Hunziker hanno condotto in modo egregio questa edizione dell’Eurovision Song Contest destreggiandosi benissimo tra momenti più istituzionali e altri decisamente più leggeri. Certo, avremmo voluto vederle tutte e tre insieme anche nelle semifinali, ma gli impegni della Hunziker in Italia (con Mediaset) non lo hanno permesso e su questo c’è poco da obiettare. Ringraziamo piuttosto gli amici svizzeri per aver scelto proprio lei rispetto ad altri volti della tv svizzera, la cosa non era affatto scontata.

Bocciata

La giuria italiana. In questa edizione è emerso un chiaro problema con i nostri giurati per l’Eurovision Song Contest. Qualcosa non ha funzionato ed è stato palese quando in diretta tv il nostro portavoce (Topo Gigio) ha annunciato i 12 punti verso il Regno Unito, paese che ha portato in gara una proposta imbarazzante da zero punti (che è quanto poi ha decretato il televoto) o vedere la proposta dell’Austria (vincitrice di questa edizione) totalmente snobbata (con un ultimo posto).

C’è chi, scherzando, ha ipotizzato che i giurati non abbiano capito il meccanismo di voto e invertito così il risultato, cosa che siamo abbastanza sicuri sia lontana dalla realtà ma che non ci sentiamo di escludere al 100%, oppure di votazioni totalmente random o, peggio, che i giurati non abbiano votato l’esibizione e la performance canora, ma per penalizzare i paesi dati come favoriti (vedi l’Austria posizionata ultima).

La Rai dovrà prendere atto di quanto successo e nelle prossime edizioni dovrà selezionare meglio e seguire con più attenzione i giurati e spiegare loro il meccanismo di voto e il regolamento in modo chiaro ed esauriente ed evitare così che si ripetano situazioni simili.

Promosso

Gabriele Corsi. Su di lui abbiamo già scritto molto in questi anni e ci limitiamo a dire che ormai è l’uomo (quasi) perfetto al commento dell’Eurovision Song Contest. Diciamo quasi, perché ovviamente non vogliamo portargli (o portarci) sfiga e rimangiarci quanto detto nell’eventualità di un suo ritorno anche nelle prossime edizioni. Sicuramente rimane tra le migliori scelte in assoluto fatte dal 2012 ad oggi e per un ruolo del genere potrebbe cavarsela benissimo anche da solo, senza la necessità di dovergli ogni volta affiancare una “spalla” che, come dimostrato nelle edizioni precedenti, risulta spesso non solo inutile, ma anche controproducente.

Promossa con riserva

Bigmama. Non ci sentiamo di bocciarla in maniera categorica, anche perché rispetto ad una Maionchi (2023/2024) o un Malgioglio (2021/2022), almeno un miglioramento c’è stato, ma come detto più volte in passato, questa ricerca spasmodica di un volto più o meno noto o del personaggio del momento, non dovrebbe essere la base con cui scegliere l’eventuale “spalla” di Gabriele Corsi (o chi per lui).

Bigmama ha fatto il suo, sicuramente è apprezzabile cha sia una fan dell’Eurovision, ma si è limitata a fare il compitino, leggere probabilmente quanto scritto dai vari autori e poco più, con poca naturalezza. Nel ruolo di commentatore vediamo decisamente meglio chi questo lo sa fare bene, proveniendo magari dal mondo della radio oltre che dalla tv, come abbiamo visto in passato con Federico Russo (lunga esperienza da speaker radiofonico), ma anche con Carolina Di Domenico, senza andare troppo indietro nel tempo (e naturalmente lo stesso Corsi).

Promosse

Le cartoline. Qui la promozione è decisamente a pieni voti: così si fa, mostrando l’incontro tra gli artisti e la cultura del paese ospitante. Vogliamo augurarci  che anche nelle prossime edizioni (quindi anche in Austria nel 2026) si rimanga su questa linea, senza nuovi stravolgimenti.

Promosso

Il nuovo sistema di presentazione dei finalisti. In questa edizione abbiamo assistito ad una novità nella presentazione dei dieci finalisti nelle singole semifinali, con una nuova grafica che mette in primo piano blocchi di tre partecipanti alla volta e successivo annuncio di chi dei tre passa in finale.

Come tutte le novità, a volte possono un po’ spiazzare lo spettatore, ma a livello televisivo crea sicuramente più hype e il pubblico in loco e da casa può sbizzarrirsi ad indovinare chi sarà di volta in volta a passare il turno. Per questo motivo ci sentiamo di promuoverlo, non trovando particolari critiche in questa modalità di presentazione dei finalisti.

Chiudiamo questo nostro speciale approfondimento sull’edizione 2025 dell’Eurovision Song Contest con un’ultima nota a margine che riguarda i RECAP, ovvero i vari momenti in cui ci vengono riproposti alcuni secondi di tutte le esibizioni e relativo codice di televoto. Da sempre in ogni RECAP abbiamo sentito i nostri commentatori ricordare nome dell’artista e codice televoto.

Ci domandiamo se questo è realmente necessario: i RECAP sono l’ultima occasione, anche per chi si è perso parte dello show, di farsi una idea su una esibizione e poi decidere chi votare. Parlarci sopra, non aiuta sicuramente la scelta.

Segnaliamo l’ottimo riscontro che ha avuto anche questa finale dell’Eurovision Song Contest sul canale Youtube ufficiale dell’evento: oltre 12,2 milioni di visualizzazioni a livello internazionale (ma con l’esclusione di enormi platee di potenziale pubblico, come quella USA o Canada, ad esempio). Sarebbe davvero interessante sapere quanti italiani l’hanno seguita qui invece che su Rai 2 o Rai 1.

Chiusa questa edizione, siamo già pronti ad aggiornarvi sulla successiva, che verrà ospitata in Austria (a Vienna o in un’altra città?) dopo la vittoria di JJ con il brano “Wasted Love”.


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Una risposta

  1. Emanuele ha detto:

    da svizzero ho riguardato scorci di finale il giorno dopo per sentire un po’ il commento italiano, e mi è parso che non riuscisse a stare dietro allo show. spesso durante i postcard si parlava ancora dell’esibizione precedente invece di fornire informazioni sull’artista, sulla canzone e su cosa stesse facendo nel postcard. Inoltre, secondo me come commento tecnico vi servirebbe qualcuno che l’eurovision l’ha vissuto, come la Michielin o Nina Zilli ecc.

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