Eurovision 2025: il palco con la cornice apre nuove possibilità per le future edizioni

Non solo le canzoni, a partire da quella vincitrice di JJ “Wasted love”: dell’Eurovision 2025 rimarranno impresse le immagini del palco della St. Jakobshalle di Basilea e la sua cornice, elemento che ha distinto la scenografia di questa edizione da quelle passate.
Una scelta di design che non è stata sfruttata a pieno dai 37 paesi in gara, infatti solo l’interval act della finale che ha visto protagonisti Baby Lasagna e Käärijä ha rivelato quelle che potevano essere le potenzialità della cornice del palco in termini di resa televisiva, con le grafiche simil-“Street Fighter” incastonate nella cornice.
A progettare il palco eurovisivo è stato anche quest’anno Florian Weider, production designer tedesco il cui nome è legato indissolubilmente all’Eurovision Song Contest avendo disegnato – includendo questa di Basilea – le scenografie in 9 edizioni (2011, 2012, 2015, 2017, 2018, 2019, 2021, 2024 e 2025).
Weider ha rilasciato una lunga intervista a Vincent Laganier per il sito specializzato “Light Zoom Lumiére” in cui ha svelato i segreti dietro la costruzione del palco, a partire proprio dalla cornice, non un semplice vezzo estetico:
Il soffitto [della St. Jakobshalle] non poteva sopportare alcun peso. Tutto quello che vedete sospeso è supportato da terra. Abbiamo deciso di utilizzare quattro tralicci massicci. Due erano dietro la struttura della griglia 3D e due sotto scena incorporate nella cornice. Credo che abbiamo trovato un modo elegante per approcciare il problema da un punto di vista estetico.
Come anticipato nel nostro articolo sui promossi e i bocciati di questa edizione dell’Eurovision Song Contest, la scelta di creare una simile struttura per sollevare sul palco i vari oggetti di scena apre a nuove frontiere nella scelta delle arene per ospitare l’evento. Avevamo già scritto di come questo criterio avesse messo fuori gioco il Palazzo dello Sport di Roma nella corsa per ospitare l’Eurovision Song Contest 2022.
La cornice non ha ovviato solo alla possibilità di spostare i carichi ma ha anche avuto la funzione di rendere più ampio uno spazio che in realtà non era così grande, specialmente se paragonato con il passato. Il palco infatti era largo 14,8 metri per 13,6 metri di profondità, non il più piccolo in assoluto se si pensa ai palchi di Malmö 2013 (12 metri di diametro) e Vienna 2015 (11 metri di diametro), ma costruito in prospettiva forzata. Racconta infatti Wieder:
Quello che importa è che lo show risulti grande in tv. Per questo il palco è costruito in prospettiva forzata. Tuttavia in una piccola location di solito c’è una miglior energia in sala perché il pubblico è più vicino agli artisti sul palco.
A contribuire a questa connessione, Wieder ha anche progettato la sezione di palco sottostante la cornice – larga 24 metri e profonda 3,5 metri – per avvicinare ulteriormente il pubblico. Il production designer ha anche svelato che nei piani iniziali era stata pensata una terza componente del palco, non sviluppata concretamente per non togliere ulteriore spazio per il pubblico in platea.
Anche quest’anno il palco presentava una superficie led, idea nata a Riga 2003 e ripresa stabilmente da Copenhagen 2014, che appariva di colore nero lucido (Roe Black Marble) quando non c’erano immagini da proiettare.
Di particolare interesse erano anche gli elementi sullo sfondo, ovvero le montagne svizzere e la griglia di led 3D, costruita dietro il ledwall di 48,4 per 11,6 metri. Sulle montagne Wieder spiega la genesi dell’idea:
La mia intenzione era quella di elaborare un progetto che avesse un approccio fisico e teatrale.
Le montagne sono state disposte su due livelli, con proiezioni mappate, e ricordano la soluzione implementata da Frida Arvidsson e Viktor Brattström a Stoccolma nel 2016 con i pannelli del ledwall, per una superficie totale di 600 metri quadrati, disposti a formare un corridoio nella parte posteriore del palco. Stoccolma 2016 tra l’altro è ancora oggi ricordata come una delle miglior, se non la migliore, edizione come resa televisiva e non è quindi un caso che il designer tedesco abbia attinto idee da quella scenografia.
Sulle esibizioni che più lo hanno colpito, da autore della scenografia, Wieder commenta:
Quando si arriva al concept per uno spettacolo come questo, una cosa è trovare un look iconico e distintivo per lo spettacolo. Chiamiamolo “look generico”. L’altra cosa importante è creare il miglior terreno di gioco possibile per le delegazioni. Dare loro uno spazio ricco di opportunità per tutte le idee fantastiche che hanno. Alcune di loro hanno bisogno di un po’ più di supporto, altre no perché sanno esattamente cosa stanno cercando. Sono stato entusiasta di vedere quante idee diverse le delegazioni hanno elaborato.
Le luci del palco dell’Eurovision 2025
A collaborare con Florian Wieder quest’anno c’era il light designer britannico Tim Routledge, già coinvolto nell’edizione 2023 di Liverpool. Intervistato anche lui da Laganier, ha spiegato in primis la difficoltà di gestire una seconda cornice, questa volta fisica e non quella dello schermo dello spettatore, per l’illuminazione, in particolare con le 24 “costole” cinetiche sul soffitto:
La parte successiva delle costole è ciò che accade tra lo schermo e la cornice, ed è il mio spazio. Il mio posto per giocare a pieno. Abbiamo messo le trenta nervature che si muovono, chiamate costole, che si creano e si abbassano durante lo spettacolo. Abbiamo 24 costole. Sono divise al centro, in modo da poterle attraversare. Possono muoversi a qualsiasi velocità, angolazione e rotazione.
La cornice era anche un “portale di luce” che si attivava all’inizio di ogni esibizione con i colori del paese sul palco. Sulla sua struttura erano presenti delle luci Tornado a cinque teste per unità. Spiega Routledge:
Da un bordo all’altro, tutt’intorno, creano questo “Portale di Luce”. Per l’inquadratura di attivazione fanno il lavoro. Lo usiamo per allestire questo tunnel di luce. Quindi, li abbiamo davanti e dietro, in modo da poter creare inquadrature inverse che si possano vedere da entrambi i lati. Abbiamo incorporato luci pixel. È lo stesso stroboscopio che abbiamo per la griglia 3D. Quelle che creano una visione verticale e che incorniciano cambiando semplicemente colore. Questi Tornado, li abbiamo anche sulle prospettive, così possiamo fare cose fantastiche. Quando ce ne sono cento in fila, possiamo creare questa fantastica onda.
Una gestione che, sommando tutte le luci del palco, ha necessitato del “più grande sistema di controllo luci” nella storia dell’Eurovision Song Contest con 4500 luci.
Parte dell’attrezzatura necessaria per la realizzazione di questa edizione dell’Eurovision Song Contest, continua Routledge, è stata fornita a titolo di sponsorizzazione, in particolare per le costole cinetiche mentre per altre componenti esistono delle partnership tecniche con Ayrton, ACME, Claypaky e GLP. Sulle esibizioni che invece più l’hanno colpito conclude il light designer britannico:
A volte è quello con meno luci. Lo spettacolo dell’Austria è bellissimo, molto teatrale. Come la Francia. Abbiamo 4500 luci, ma non le usiamo sempre. Sarebbe troppo e folle. Quindi, è bello avere questi momenti in cui prendi solo sei luci e non usi niente. È fantastico.
L’attrezzatura del palco dell’Eurovision 2025
Lasciamo qui una serie di dati, riportati nell’articolo di Vincent Laganier, che spiegano la grandezza dell’organizzazione e produzione di un evento come l’Eurovision Song Contest:
- Cornice: 24,2 metri di larghezza, 14 metri di altezza
- Palco principale: 14,8 metri di larghezza e 13,6 metri di profondità
- Palco secondario: 24,2 metri di larghezza e 3 metri di profondità
- Collegamento tra i due palchi: 8,5 metri di lunghezza e 4,8 metri di larghezza
- Schermo LED sullo sfondo: 48,4 metri di larghezza e 11,6 metri di altezza
- Griglia 3D LED dietro lo schermo: 2,6 metri di profondità e 3 metri di cornice luminosa
- Montagne sullo sfondo: 23,5 metri di larghezza e 9,3 metri di altezza
- Rampe di accesso: 3,5 metri di larghezza e 14,3 metri di lunghezza
- Altezza del palco: 2 metri
- Altezza dei ponti di illuminazione: 14 metri
- Altezza tetto della sala: 17 metri
- Altezza dinamica dei ponti di illuminazione rispetto al palco: da 0,5 a 12 metri
- 22 telecamere per la diretta tv
- 100 punti di fuochi pirotecnici
- 750 metri quadrati di parete video LED
- 200 metri quadrati di pavimentazione LED
- 350 metri quadrati di paesaggio montano
- 42 secondi per i cambi di scena
- 8 tipologie di effetti speciali integrati
Va sottolineato come siano state impiegate, per la sola produzione, 250 persone, impegnate 7 giorni su 7.
Basilea tra i palchi più iconici dell’Eurovision
Visto come le scelte di design di questa edizione abbiano mostrato come si possono prendere delle oggettive limitazioni trasformandole in opportunità per un nuovo racconto, concludiamo con un viaggio nella storia recente eurovisiva sui palchi che più hanno segnato la storia recente del concorso.
Detto di Riga 2003 che fu un’edizione non solo storica per la lotta per la vittoria fino all’ultimo voto tra Turchia, Belgio e Russia ma per le novità della green room nascosta dietro il palco e il già citato ledfloor a pavimento, non si può non menzionare Düsseldorf 2011 con il suo maestoso ledwall largo 60 metri e alto 18 – che nascondeva la green room, per la prima volta proprio dopo Riga – che ben si sposava con la grandezza della Düsseldorf Arena, stadio che ospitò nelle serate eurovisive 35.000 persone.
Iconico fu anche il palco di Vienna nel 2015. Nonostante avesse un diametro di soli 11 metri e un ledwall largo 22 metri, il tutto era contornato dall’occhio formato da 1288 pali led. Detto anche dello spettacolo offerto da Stoccolma nel 2016, merita una menzione Lisbona, dove nel 2018 sparì il ledwall – seguendo il claim portoghese “la musica non sono fuochi d’artificio” – sostituito dalle 56 “costole” che formavano un’onda alta nel punto più alto 13 metri.
Non possiamo non citare poi la nostra edizione, nel 2022, quando Francesca Montinaro fu chiamata a progettare il palco di Torino. A rubare la scena fu il sole cinetico a 7 archi di 10 per 20 metri, che sì non potè essere utilizzato dalle delegazioni a causa del tempo necessario al suo movimento, superiore a quello delle cartoline voltapagina tra un paese e l’altro, ma fu un elemento distintivo, proprio come la cornice di Basilea.
Foto di copertina: EBU – Sarah Louise Bennett
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