Eurovision 2025, San Marino sul televoto: “Evidenti condizionamenti”. E sulle giurie…

Anche San Marino si aggiunge alla lista dei Paesi che chiedono chiarezza sul meccanismo di voto, sia per quanto concerne il televoto che le giurie.
Parlando a San Marino RTV durante il programma “Viceversa”, che ha analizzato la partecipazione sammarinese ad Eurovision 2025, il direttore generale dell’emittente Roberto Sergio si scaglia contro entrambi i meccanismi di voto:
Il meccanismo non funziona. Non funziona da un lato perché il televoto evidentemente ha dei condizionamenti che vanno oltre quello che è la canzone ascoltata. Ripeto, ci sono degli zero, piuttosto che dei numeri incredibili, che non vengono assegnati per la qualità della performance della canzone, ma per i più svariati motivi.
Ma quello che è ancora più grave è l’assenza di considerazione e di serietà da parte delle giurie. Queste giurie, che non si sa mai da chi sono state scelte, con quali nominativi e con quali competenze rispetto alla musica, hanno dato dei voti che sono veramente vergognosi.
Il riferimento qui è ovviamente ai 297 punti assegnati ad Israele, seconda classificata ma vincitrice del televoto. Su questo fronte, quello delle critiche alla gestione del voting online e telefonico, San Marino si allinea a Paesi come Slovenia, Spagna e Belgio, che hanno già chiesto con forza ad EBU una revisione del meccanismo, minacciando la non partecipazione nel caso in cui non fosse fatta chiarezza, e nel caso della Slovenia anche un’analisi indipendente delle ultime due edizioni.
A queste parole si aggiungono quelle del segretario di Stato al Turismo e Informazione Federico Pedini Amati, mentore del San Marino Song Contest 2025, che ha incoronato Gabry Ponte, ultimo classificato ad Eurovision 2025 con “Tutta l’Italia” e fresco disco d’oro:
Quello che vorremmo dire all’EBU è che non vorremmo continuare a essere penalizzati solo perché siamo un piccolo Stato. Questo non è giusto. Noi ci prepariamo, portiamo artisti di altissimo livello. Siamo uno Stato al pari dei più grandi Stati.
San Marino non ha ancora dato una risposta relativamente alla partecipazione ad Eurovision 2026, anche se dovrebbero esserci pochi dubbi visto comunque il buon successo mediatico del San Marino Song Contest. Tuttavia Pedini Amati e Sergio si sono riservati di intervenire con eventuali azioni nei confronti di EBU.
San Marino e il voting, una storia complessa
Tralasciando il discorso sulle giurie, che hanno inevitabilmente e forse prevedibilmente penalizzato “Tutta l’Italia”, un brano pensato per un contesto diverso che fuori dalla cerchia di lingua italiana fatica a decollare (come abbiamo dimostrato anche con le charts), il rapporto di San Marino col voting all’Eurovision 2025 è come noto complesso.
San Marino fatica a farsi votare anche dall’Italia, talvolta anche per “colpa” delle proposte (non in questa edizione, vista la popolarità dell’artista e della canzone) e non c’è dubbio che i piccoli stati all’Eurovision soffrano. Di questo tema se n’è parlato proprio durante Eurovision 2025 nel corso di un panel all’Università di Basilea, ospite il capodelegazione Alessandro Capicchioni in qualità di speaker.
Ma è anche vero che senza un vero e proprio televoto – per motivi tecnici – e un set di Paesi preselezionati e non resi noti dai quali ricavare algoritmicamente la simulazione – non è nemmeno facile “giocare” al block voting. Tempo fa fu bocciata la proposta di costruzione di una sorta di “giuria demoscopica” con persone fisicamente riunite in una sala così come sono cadute a vuoto altre segnalazioni.
Su questo tema, cioè sulle proposte alternative alla simulazione, San Marino non ha per ora sponde, visto che è l’unico Paese con questo problema: chissà che non la trovi in Monaco, probabile debuttante nel 2026: il Principato ebbe lo stesso problema giusto 20 anni fa e dovette anche in quel caso (le giurie non c’erano) intervenire un algoritmo.
Quanto invece alle parole sulla “trasparenza” del voting di Eurovision 2025, appare ormai evidente che sia necessaria quantomeno una revisione del sistema, tutt’altro che inattaccabile, visti i bug che sono stati sfruttati. Sarà interessante vedere dove porterà l’indagine annunciata dal direttore del concorso Martin Green, ma è chiaro che l’Eurovision 2026 dovrà partire da una seria revisione della parte di voting non dipendente dalle giurie.
Perché se i conflitti attualmente in corso fra un anno dovessero essere ancora attivi, il rischio che si inneschi una pericolosa spirale negativa per l’Eurovision è dietro l’angolo. EBU non può permetterselo, meno che mai l’anno prossimo quando Eurovision festeggerà i 70 anni dalla sua nascita datata 1956.
Restando invece in tema di punteggi, nel nostro speciale approfondimento, trovate la lista (sempre aggiornata, edizione dopo edizione) dei Paesi che hanno dato più punti all’Italia.
Segui Eurofestival News anche su Google News, clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”.
Non perderti le ultime notizie con le notifiche in tempo reale dal nostro canale Telegram e WhatsApp. Seguici su tutti i principali Social Media (qui l’elenco completo) e scopri come sostenerci e sostenere una informazione da sempre indipendente.
Eurofestival News è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone. Vuoi collaborare con noi? Contattaci!