Eurovision Song Contest 1965. Informazioni, dati e curiosità sulla decima edizione dell’Eurovision Song Contest.
Data: 20 Marzo 1965
Luogo: Sala dei Concerti della Rai, Napoli – Italia
Paesi in gara: 18
Paesi esordienti: Irlanda
Emittente organizzatrice: RAI
Conduttore: Renata Mauro
Votazioni: dieci giurati per paese, ognuno chiamato ad assegnare 3 punti alle proprie canzoni preferite. Collezionati i voti dei giurati, ogni paese assegna 5, 3 e 1 punto alle prime tre classificate. In caso tutti i giurati siano concordi su un solo brano, questo riceve 9 punti, in caso siano concordi su due brani, il primo ottiene 6 punti, il secondo 3.
Audience: 154 milioni | Per maggiori informazioni, consulta la nostra sezione Ascolti Eurovision anno per anno
Vincitore: France Gall con “Poupée de cire, poupée de son” (Lussemburgo)
L’Italia nell’edizione 1965. In gara: “Se piangi, se ridi”, Bobby Solo. Direttore d’orchestra: Gianni Fierro, quinto posto
In TV: diretta Programma Nazionale * ore 22, commento e annuncio dei voti Renato Tagliani.
Curiosità dell’edizione 1965: La rassegna arriva in Italia ed è inevitabile che la stampa, così come tutta la Rai si mobilitino in grande stile. La tv di stato sceglie Napoli, la patria della canzone italiana e l’Auditorium del Centro di produzione della Rai.
A condurre la rassegna sul palco c’è Renata Mauro, attrice e conduttrice fra le più famose in quel momento, ma il vero animatore è come al solito Renato Tagliani, voce storica della tv italiana, presente anche quest’anno come voce fuori campo, uno dei maggiori sostenitori italiani della rassegna. La popolare attrice/cantante è al suo esordio in Eurovisione e, dicono i giornali, teme soprattutto la pronuncia dei titoli delle canzoni straniere che si augura di scandire in modo “il meno umiliante possibile”.
“Tutto è stato calcolato al centesimo di secondo – scrivono i giornali italiani – senza concedere tempo ad improvvisazioni che potrebbero pregiudicare l’importante manifestazione. La rassegna deve scorrere con semplicità e senza imprevisti: nell’ora e mezzo di programma, occorre che le giurie dei Paesi concorrenti abbiano anche il tempo di fare pervenire al Centro di produzione di Napoli il loro verdetto”.
La partecipazione italiana, nella prima volta in cui il concorso approda a casa nostra, è animata anche da una insolita polemica. Le case discografiche del nostro paese, infatti, protestano: a loro dire infatti, la scelta del brano che ci avrebbe dovuto rappresentare, non si sarebbe dovuta al vincitore, o al secondo classificato di Sanremo, ma avrebbe dovuto coinvolgere anche altri concorsi, fra i quali il Cantagiro, il Festival di Napoli o persino il Festival delle Rose, rassegna musicale organizzata dalla etichetta RCA per quattro anni, fra il 1964 e il 1967 presso il Salone delle Feste dell’Hotel Cavalieri Hilton di Roma.
A consegnare il premio all’artista vincitore è il tenore Mario Del Monaco, gloria della musica lirica italiana e delle prime canzoni “leggere”, protagonista anche dell’interval act con i brani “O sole mio” e “Chist’è ‘o paese d’ ‘o sole”. Mostrando notevole limitazione mentale, approssimazione da “tutt’erba un fascio” (o se volete “tutta la musica un fascio”) e la solita italocentricità, i giornali fanno notare “l’abisso che c’è fra i motivi in concorso e i brani presentati da Del Monaco”. Come se si potessero comparare classici della musica napoletana alle canzonette. Divisi i giornali italiani. C’è chi apprezza le interpretazioni degli artisti e le canzoni e chi invece solo le prime, parlando di testi “bruttissimi e nella migliore delle ipotesi sfruttatissimi”.
L’Italia è in concorso con “Se piangi se ridi” di Bobby Solo, ma la canzone, che l’artista romano aveva appena presentato a Sanremo, rischia la squalifica. Rischio concretissimo, perché a rigor di logica, non potrebbe effettivamente parteciparvi: secondo l’articolo 4 del regolamento dell’EBU i brani dell’Eurofestival devono risultare inediti alla data del 10 febbraio ed invece la canzone è del Gennaio 1965. Soltanto un accordo fra i paesi in gara e la EBU consente all’Italia (che dal canto suo non voleva “violare” le regole proprio nell’anno in cui è paese organizzatore) di schierare regolarmente in gara il pezzo. Anche perché non c’è il tempo materiale per organizzare una nuova selezione nazionale e scegliere un nuovo brano.
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* Programma Nazionale: denominazione di quella che successivamente è diventata Rai 1 per il canale televisivo e Radio 1 per il canale radiofonico.
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