Eurovision Song Contest 1969. Informazioni, dati e curiosità sulla quattordicesima edizione dell’Eurovision Song Contest.
Data: 29 Marzo 1969
Luogo: Teatro Real, Madrid – Spagna
Paesi in gara: 16
Paesi esordienti: nessuno
Emittente organizzatrice: TVE
Conduttore: Laurita Valenzuela
Votazioni: dieci giurati per paese, un voto a testa alla propria canzone preferita.
Audience: oltre 200 milioni | Per maggiori informazioni, consulta la nostra sezione Ascolti Eurovision anno per anno
Vincitore: Salomè con “Vivo cantando” (Spagna), Lulu “Boom bang a bang” (Regno Unito), Frida Boccara “Un jour, un enfant” (Francia), Lenny Kuhr “De troubadour” (Paesi Bassi)
L’Italia nell’edizione 1969. In gara: “Due grosse lacrime bianche”, Iva Zanicchi. Direttore d’orchestra: Ezio Leoni, tredicesimo posto
In TV: diretta Secondo Programma * ore 22, commento Renato Tagliani, annuncio dei voti Mike Bongiorno.
Curiosità dell’edizione 1969: Un evento di portata internazionale nella Spagna franchista. L’Europa storce il naso, anche perché il discusso esito dell’edizione di Londra è ancora nella mente di tutti. Ma la Spagna, conscia della grande occasione promozionale cercata e voluta dal “Generalissimo” (che non a caso aveva portato in Spagna la tv, avendone intuito le capacità), sfrutta per bene l’evento.
Non senza qualche problema tecnico. Se infatti il palcoscenico scelto è il Teatro Reale di Madrid, recuperato alla musica dopo tanti anni di oblio e silenzio e per una volta tempio della canzonetta invece che tradizionalmente dell’opera lirica e per disegnare il logo viene assoldato nientemeno che Salvador Dalì, il re dei pittori surrealisti, la tecnologia televisiva dell’epoca non la vede esattamente in prima linea, un po’ come l’Italia.
Lo show infatti, dall’anno precedente, va in onda a colori ma TVE non dispone di apparecchiature che permettono questo tipo di trasmissione e così è costretta a chiederle in prestito alla tedesca ARD. Il paradosso è che in Spagna, dove si svolge l’evento, la trasmissione è in bianco e nero (come in Italia).
Peraltro, anche la Spagna, come molti paesi d’Europa, è coinvolta nella protesta studentesca e operaia che in quella circostanza aveva messo a dura prova il regime franchista, il quale aveva proclamato lo stato d’emergenza chiudendo la frontiera: la presenza della rassegna sul suolo iberico è garantita da un provvedimento ad hoc che sospende lo stato di emergenza, consentendo così alle delegazioni di entrare a Madrid.
Il regolamento dell’Eurofestival sino a quell’anno non prevedeva una modalità per dirimere le situazioni di pareggio. All’EBU erano talmente certi che una eventualità del genere non sarebbe accaduta che alla domanda della conduttrice Laurita Valenzuela “cosa succederà in caso di pareggio” effettuata nel corso delle votazioni, il caposcrutinatore Clifford Brown risponde “Signora, non è mai successo un pareggio, non accadrà mai”. Così quando alla fine delle votazioni esce un pari merito non fra due bensì fra quattro nazioni, è panico.
Laurita Valenzuela domanda a Brown in inglese e francese “Dimmi chi ha vinto esattamente” e la risposta è “Tutti e quattro”. Un applauso chiude le votazioni, prima del silenzio e dell’imbarazzo. Il risultato lascia tutti sconcertati e più ancora il fatto che l’EBU non avesse previsto un sistema di barrage. I media europei denunciano la situazione con disgusto, in particolare quelli scandinavi. Sarà per questo motivo che l’edizione del 1970 sarà quella con meno partecipanti di sempre.
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* Secondo Programma: denominazione di quella che successivamente è diventata Rai 2 per il canale televisivo e Radio 2 per il canale radiofonico.
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