Eurovision Song Contest 2009. Informazioni, dati e curiosità sulla cinquantaquattresima edizione dell’Eurovision Song Contest.
Data: 12 – 14 e 16 maggio 2009
Luogo: Olympic Indoor Arena, Mosca (Russia)
Paesi in gara: 42
Paesi rientranti: Slovacchia
Emittente organizzatrice: Channel 1
Conduttori: Natalya Vodianova, Andreij Malakov (semifinali), Ivan Urgant, Alsou (Finale)
Votazioni: ogni Paese attribuisce alle migliori dieci canzoni i punteggi 12, 10, 8, e dal 7 all’1 (50% televoto e 50% giuria di esperti nella sola finale).
Audience: oltre 125 milioni di telespettatori | Per maggiori informazioni, consulta la nostra sezione Ascolti Eurovision anno per anno
Vincitore: Alexander Rybak con “Fairytale” (Norvegia).
L’Italia nell’edizione 2009: non in gara.
In TV: non trasmesso dalla RAI. Visibile solo in alcune zone del Nord Italia grazie alla tv pubblica svizzera di lingua italiana (TSI) che ha trasmesso la semifinale di competenza su La2 e la finale su La1 (commento di Sandy Altermatt *) e grazie a TV Koper Capodistria che ha trasmesso la semifinale di competenza e la finale (ricevibile in alcune zone di confine del Friuli Venezia Giulia).
In Radio: non trasmesso da RadioRai.
Curiosità dell’edizione 2009. Quella russa è una edizione dai costi record: ben 42 milioni di euro, di cui solo 5 come contributo EBU, 30 finanziati direttamente dal governo russo e il restante da Channel 1. La Olympic Indoor Arena di Mosca ospitò 25mila persone. Per la Russia e il suo Primo Ministro (Vladimir Putin) è l’occasione tanto attesa per incrementare l’immagine russa nel mondo e dimostrare di essere in grado di organizzare un evento maestoso (lo stesso Putin si presentò in visita alle prove per controllare che tutto andasse secondo i piani).
Cambia nuovamente il sistema di votazione. Su suggerimento della tv polacca, l’EBU decide di inserire una giuria composta da esperti del settore musicale (per la sola finale). In ciascuna sede nazionale della tv viene così composta una giuria di cinque membri, tutti esponenti del mondo della musica e dello spettacolo. Per ciascun paese, al televoto, si somma il voto dei giurati: il peso delle due componenti è del 50% ciascuna. In semifinale, invece, resta il televoto secco che premia nove canzoni a serata con la giuria nell’arena di Mosca che ripesca una decima canzone fra le escluse per ciascuna semifinale.
Georgia vs Russia: il concorso di selezione georgiano è vinto dal gruppo Sthephane & 3G, con il brano “We don’t wanna put in”. Gli organizzatori russi si rendono conto che le parole “put in”, inizialmente senza senso, vanno lette come “Putin”. A questo punto la traduzione ha un significato ben preciso: “Noi non vogliamo Putin”. Il riferimento alla guerra dell’Ossezia, all’invasione russa ed al Primo Ministro dello stato che organizza l’evento è chiaro.
I russi segnalano quindi una violazione del regolamento, che impone l’assenza di qualsivoglia riferimento esplicito alla politica. L’EBU agisce nell’unico modo possibile, ovvero invitando la Georgia a cambiare il brano, pur garantendo la partecipazione alla band vincente. La tv georgiana (e con essa gli Stephane & 3G) dice no, annunciando il ritiro dall’edizione in corso.
Diverse le polemiche nate durante l’edizione 2009 dell’Eurovision. Il sindaco della città di Mosca – Yurij Luzhkov – vieta lo svolgimento della sfilata del Gay Pride prevista in contemporanea con la rassegna. In gara c’è un gruppo vocale dichiaratamente omosessuale, gli olandesi De Toppers, che minaccia di boicottare la finale – in caso di loro ingresso – se non fosse stata consentita la sfilata. Con loro si schiera anche il ministro olandese dell’istruzione. Saranno comunque eliminati in semifinale.
Il cantante bulgaro Krassimir Avramov viene picchiato a sangue il 5 maggio, pochi minuti prima che iniziasse le prove; il giornalista israeliano Dori Aaron viene a sua volta pestato davanti allo stadio il 10 maggio, mentre con la sua troupe si apprestava a filmare la prova generale dell’inaugurazione. In entrambi i casi la “security” russa è apparsa impotente.
La polemica più grossa arriva durante la manifestazione, da una delle canzoni in concorso. Si tratta di “Jan Jan”, del duo armeno Inga & Anush. Il primo motivo di scontro è il fatto che le due cantanti si presentano sul palco accompagnate da immagini che raffigurano le montagne del Nagorno Karabakh, regione geograficamente azera, per il controllo della quale da anni è in atto una guerra civile fra gli armeni e l’Azerbaigian: “Noi siamo le nostre montagne”, dicono le due prima di cantare.
Ictimai Tv, la tv azera, dal canto suo, al momento dell’esibizione del duo, sfoca volontariamente l’immagine e distorce il segnale. Sempre durante la serata finale, la cantante Sirusho, imparentata con la famiglia presidenziale armena delegata ad annunciare i voti del suo Paese, finge di leggerli da un block notes sul cui retro campeggia una foto di quelle stesse montagne (presente anche nello sfondo dell’esibizione armena), facendo infuriare gli azeri.
Ma non finisce qui: il Ministero della sicurezza azero riesce a scoprire (grazie ai tabulati del televoto ottenuti dalla compagnia telefonica) che 43 connazionali hanno votato per la canzone dell’Armenia.
I 43 azeri vengono interrogati e accusati di tradimento e potenziale pericolo per il Paese. La vicenda inevitabilmente fa scalpore e si parla a lungo di una squalifica della tv azera per 2010, rea di aver violato la privacy e la libertà di voto, ma alla fine se la cava con una multa di appena 2.700 euro, soltanto per una mancanza del regolamento, che non prevede la responsabilità oggettiva della tv in questi casi (cioè, la tv non può essere punita per una colpa della compagnia telefonica). Dal 2010 verrà introdotta questa clausola, vincolando dunque le tv al controllo ed al rispetto della privacy.
Multa salata per la Spagna. La2, a causa del protrarsi di un incontro di tennis del torneo di Madrid, manda in differita di ben 66 minuti la semifinale dove era previsto il televoto, sostituito da una giuria di riserva. La situazione viola il regolamento che prevede la trasmissione in diretta (avvenuta soltanto in streaming) e l’EBU infligge una multa pesantissima (anche se inizialmente si pensò addirittura di escluderla per un anno dai privilegi dei Big 4, costringendo il Paese alla semifinale).
L’Italia continua la sua assenza, ma l’italiano c’è comunque ed è Daniele Moretti, musicista triestino che quasi per caso si è trovato a comporre la musica e a fare tutti gli arrangiamenti di “Et Cetera”, il brano delle irlandesi Sinead Mulvey & The Black Daisy (che purtroppo non hanno raggiunto la finale). Nato a Roma da mamma romana e padre triestino, figlio d’arte (il padre è musicista), ha cominciato a suonare sin da bambino, dal pianoforte classico a qualsiasi altro strumento. Sua la versione italiana di Et Cetera, trasformato in “Fuori dalla realtà” e proposto insieme alla rock band Klame, di cui è stato leader (ascoltalo qui sotto).
Per i più curiosi, a questo link la nostra intervista a Daniele Moretti.
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