Eurovision Song Contest 2012

Eurovision Song Contest 2012. Informazioni, dati e curiosità sulla cinquantasettesima edizione dell’Eurovision Song Contest (scarica la Guida completa).

Data: 22- 24 e 26 maggio 2012
Luogo: Baku Crystal Hall, Baku (Azerbaigian)
Paesi in gara: 42
Paesi rientranti: Montenegro
Emittente organizzatrice: Ictimai Tv
Conduttori: Eldar Gasimov, Leyla Aliyeva, Nargiz Berk Petersen
Votazioni: ogni Paese attribuisce alle migliori dieci canzoni i punteggi 12, 10, 8, e dal 7 all’1 (50% televoto e 50% giuria di esperti, sia nelle semifinali che nella finale).
Audience: 102.9 milioni di telespettatori | Per maggiori informazioni, consulta la nostra sezione Ascolti Eurovision anno per anno.
Ascolti in Italia. Semifinale su Rai5: 64mila telespettatori. Finale su Rai2: 1.410.000 telespettatori | Nella nostra sezione dedicata, tutti gli ascolti nel dettaglio e anno per anno, relativi alla trasmissione dell’Eurovision in Italia.
Vincitore: Loreen con “Euphoria” (Svezia)

Eurovision 2012

Logo ufficiale edizione 2012 dell’Eurovision Song Contest

L’Italia nell’edizione 2012. In gara Nina Zilli con “L’amore è femmina (out of love)” (nono posto in finale). Leggi la nostra intervista esclusiva a Nina e guarda l’esibizione nella finale dell’Eurovision Song Contest.

Come seguire l’evento. Diretta della seconda semifinale su Rai5 (ore 21), con commento da Roma di Federica Gentile e la finale su Rai2 (sempre dalle 21), con commento da Roma di Filippo Solibello e Marco Ardemagni. Entrambe le dirette sono disponibili anche in streaming web sulla piattaforma rai.tv. Disponibile commento in italiano anche su SMTV SAN MARINO (canali 42 e 51 del Digitale Terrestre in Emilia Romagna, costa adriatica comprese Marche e Veneto): diretta delle tre serate (ore 21) con commento da studio di Lia Fiorio e Gigi Restivo. Per conoscere tutti i dettagli su come seguire tutte le serate in diretta, consulta la nostra sezione dedicata.

Curiosità dell’edizione 2012. L’azerbaijan per l’organizzazione dell’evento non bada a spese e le cifre parlano chiaro. Il solo spettacolo costerà ad Ictimai Tv ed al governo azero 48 milioni di euro (più altri 9 per gli eventi collaterali), la cifra più alta mai investita negli ultimi 10 anni, superiore addirittura ai 42 milioni spesi dalla Russia nel 2009. Non solo: a Baku viene costruita da zero e in tempi record (in meno di 8 mesi!) una nuova Arena, la Baku Crystal Hall, una struttura da 25ila posti. I lavori partono ufficialmente a settembre 2011 e il governo azero stanzia 5.4 milioni di euro per avviarne la costruzione, affidata ai tedeschi della Alpine Bau Deutschland AG (che già avevano costruito importanti strutture come la Allianz Arena di Monaco). Il 16 aprile viene confermata la fine dei lavori. Sarà questa la sede dell’Eurovision 2012. Il costo finale della costruzione è di 215 milioni di euro, che arrivano ad una spesa di 575 milioni complessivi se si contano anche i lavori di ristrutturazione dello stadio.

Anche il Comune di Baku fa la sua parte, realizzando 195mila metri quadrati di nuovo asfalto per vie e viali della città, realizzando una nuova strada attorno all’Arena, installando 700 nuovi pali della luce, 340 nuovi tombini e ricoprendo i marciapiedi di granito. Il Comune commissiona alla Manganese Bronze, la società produttrice dei celebri taxi londinesi, mille autovetture destinate principalmente alla città di Baku, per renderla più accogliente ai tanti turisti e fans dell’Eurovision Song Contest.

Nonostante l’Azerbaigian voglia mostrarsi al mondo nel migliore dei modi, non mancano avvenimenti e incidenti che faranno molto discutere. Tra questi il pestaggio ai danni di tre giornalisti, rei di aver filmato gli sgomberi illegali degli abitanti di Sulutepe, messi in atto dai vigilantes al soldo del Governo. Diverse anche le segnalazioni da parte della comunità gay, vittima di violenze da parte della Polizia e, in generale, mal tollerata.

Il problema della scarsa tutela dei diritti umani in Azerbaigian entra a pieno titolo nel concorso, durante quello che è uno dei momenti più seguiti, ovvero il voting. A sollevare la questione in eurovisione è Anke Engelke, attrice e conduttrice della tv tedesca, al timone dell’edizione 2011 della rassegna e quest’anno spokesperson e presidente di giuria per ARD. Nel momento di annunciare i voti tedeschi, dopo i saluti di rito pronuncia un messaggio che non passa inosservato: “Questa sera nessuno può votare per il proprio paese. Ma è cosa buona votare, così come è buono, avere la possibilità di votare. Buona fortuna per il vostro viaggio, Azerbaigian. L’Europa vi tiene d’occhio” (video).

Tra i Paesi che confermano la partecipazione a questa edizione inizialmente c’è anche l’Armenia, nemica storica dell’Azerbaigian. Grazie alla mediazione dell’EBU il governo azero promette di garantire la massima sicurezza per la delegazione, i turisti e i fans armeni che si recheranno a Baku e l’emittente armena decide quindi di esserci. Ma a metà marzo la doccia fredda: l’Armenia (tramite Arm Tv), a tempo largamente scaduto, comunica a sorpresa il ritiro dalla competizione “per motivi di sicurezza”. L’EBU va su tutte le furie ma è costretta a prenderne atto e volano pesanti sanzioni. A pochi giorni dal via Arm tv viene obbligata a pagare la tassa di iscrizione come se avesse preso parte al concorso, con una maggiorazione del 50%. Non solo: l’emittente viene obbligata anche a trasmettere tutte e tre le serate di spettacolo, senza alcuna interruzione pubblicitaria (pena l’esclusione per alcuni anni dalla rassegna). Arm tv paga la multa, ma non trasmette le due semifinali, limitandosi alla sola finale, senza ulteriori conseguenze.

Guai per la delegazione norvegese: uno dei suoi componenti all’aereoporto di Baku viene picchiato e minacciato dalla polizia azera alla vigilia della serata finale. Motivo dell’attacco: alcuni contenuti messi in onda dalla tv norvegese, fra i quali le battute di un comico di origine persiana, che gli azeri avevano ritenuto offensivi verso il loro Paese. NRK (la tv norvegese) protesta e valuta l’ipotesi di non presentarsi al via della finale, tornando poi sui suoi passi.

Guai anche per un componente della delegazione belga: a pochi giorni dall’evento, viene derubato e picchiato da un tassista e costretto a tornarsene a casa, facendosi sostituire.

La rassegna è al via e fin da subito la curiosità del pubblico (compreso quello italiano) è tutta per le rappresentanti della Russia: le Buranoviskiye Babushki, un coro folk composto da simpatiche vecchiette provenienti da Brani, un piccolo villaggio alle porte di Buranovo, nell’Udmurtia.

Le “nonnine” si esibiscono nei costumi tradizionali russi (saranno anche vittima di un furto, in quanto verranno loro rubate tre paia di scarpe di scena) e cantano per raccogliere fondi per la ricostruzione della chiesa del loro villaggio, abbattuta 70 anni prima da Stalin. Arrivano seconde alle spalle della Svezia. Per loro arriveranno anche i complimenti del Presidente Vladimir Putin in persona e un contratto con la Coca-Cola Company per reclamizzare in Russia la bibita Sprite.

Poco dopo, in occasione dei giochi Olimpici che la Russia organizzerà a Soci, saranno di fatto le testimonial dell’evento: non solo canteranno alla presentazione ufficiale a Mosca, dove “Party for everybody” diventa “Sochi for everybody”, ma una di loro, Galina Koneva, farà parte del gruppo di 153 teodofori che porteranno la fiaccola olimpica lungo un tour di 30 chilometri per la città di Izhevsk, capitale dell’Udmurtia, la loro Repubblica di origine.

Toccante e ricca di pathos l’esibizione di Nishliu, in rappresentanza dell’Albania (prima kosovara della storia eurovisiva). La cantante in conferenza stampa dedica la qualificazione ottenuta nella semifinale ai 13 studenti morti nel pomeriggio nel suo paese a seguito del ribaltamento del pullman che li stava portando in gita. Motivazione che per la quale fra l’altro, la tv albanese chiede ed ottiene di trasmettere la semifinale di competenza in differita in segno di lutto e per garantire informazione costante al Paese.

La vittoria va alla Svezia, rappresentata da Loreen con la sua Euphoria. La cantante di origine berbera in gara per il Paese scandinavo era un po’ la vincitrice annunciata della rassegna ed in effetti non ha tradito le attese. Il suo brano è apprezzatissimo dai fan ma anche dalle giurie (l’unico paese che non le darà neanche un voto sarà l’Italia) e sbanca le charts di tutta Europa.

In patria è senza rivali, conquistando la vetta e sfondando il muro delle 350mila copie che le valgono nove dei complessivamente 28 dischi di platino vinti nel mondo. Un successo. Tanto che la Warner decide di distribuire il singolo anche alle radio italiane, che non tardano a trasmetterlo in massa (qui il nostro report).

La Svezia tutta festeggia Loreen: la mattina dopo la proclamazione della vittoria, la guardia reale svedese invece della consueta marcia reale suona “Euphoria”. Al suo arrivo all’aereoporto di Stoccolma ad attenderla c’è una folla di gente, ma è niente in confronto a quella che troverà nella piazza Hotorget, nella capitale svedese, poco dopo.


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